PISTOIA. Lunedì 19 settembre, primo consiglio comunale dopo l’estate, primo argomento da affrontare:
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAI CONSIGLIERI MASSIMILIANO SFORZI, MARGHERITA SEMPLICI, ROSALIA BILLERO, STEFANO GALLACCI, GIACOMO DEL BINO, ALESSANDRO CAPECCHI, MAURIZIO GIORGI, ALESSANDRO TOMASI, RELATIVO A: RIFORME COSTITUZIONALI. PROSECUZIONE.
La discussione si era interrotta a suo tempo per mancanza di numero legale dovuta ad assenze nella maggioranza che, si capì, non voleva affrontare cotanto tema senza i suoi rappresentanti di spicco, particolarmente versati nella materia costituzionale (per studi più che per professione e anche per abilità oratoria non disgiunta da spirito critico). Stiamo parlando dell’avvocato Giovanni Sarteschi, capogruppo Pd.
La dotta disputa ha occupato la gran parte della seduta consiliare terminando con la mancata approvazione del suddetto o.d.g. a seguito del voto contrario di 16 consiglieri; 3 gli astenuti e 12 favorevoli, tutti quelli dell’opposizione: Margherita Semplici, Annamaria Celesti, Alessandro Capecchi, Alessandro Tomasi, Stefano Gallacci, Alessandro Sabella, Alessio Bartolomei, Luca Rossi, Maurizio Giorgi, Giacomo del Bino, Massimiiano Sforzi più una dei firmatari, Rosalia Billero.
Ampi e circostanziati gli interventi dei più affermati interpreti della politica rappresentativa cittadina sui tanti aspetti della riforma, tutti quelli di cui abbiamo già parlato più volte, anche da queste pagine.
Chi è per il “no” si sente sminuito e offeso dal Governo – espressione di un Parlamento dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale – che fa una riforma di così gran peso. Del resto agli italiani nessuno ha mai consentito di votare la carta costituzionale, ci siamo limitati ad eleggere un’assemblea costituente che però ebbe almeno il buon senso di attribuire la sovranità al popolo…
La consigliera Celesti ha lodato i begli interventi di Alessandro Capecchi e di Giovanni Sarteschi concludendo però che Sarteschi nel suo dire sembrava che volesse concludere per il “no”. “Piuttosto che una cattiva riforma è meglio nessuna riforma – ha continuato Annamaria Celesti –. Io siedo in consiglio provinciale e vedo che cosa può determinare una riforma abborracciata: solo disagi. La riforma del Senato assomiglia a quella delle Province… risponde a logiche di pancia e io non ci sto”.
Chi è per il “sì” non nasconde le pecche, non si attacca la medaglia del salvatore della patria per il solo fatto di trasformare il Senato in una Camera delle Regioni, tuttavia riconosce e promuove le innovazioni sostanziali in ordine alla limitazione del potere delle Regioni, per l’introduzione di nuove forme di democrazia diretta, per il fatto che si rende più governabile il Paese, si va avanti e non si resta ancorati ai vecchi schemi, già ritenuti pletorici da alcuni illustri costituenti.
Secondo i sostenitori del “sì” non si deve temere nessuna deriva autoritaria (Massimo Cacciari che non era in consiglio comunale ma a 8 e mezzo su La7, dalla Lilli nazionale, per esempio, è per il “sì” e queste sono parole sue: la riforma fa schifo, non è vero che è un avallo alla deriva autoritaria, fa semplicemente schifo), ma accettare di buon grado una forma di compromesso che liberi dall’ingessatura.
L’o.d.g. presentato dall’opposizione, oltre che da Rosalia Billero, chiedeva di inoltrare l’atto consiliare ai Presidenti delle Camere, ai Capigruppo parlamentari di Camera e Senato e all’Anci Nazionale, e inoltre “di prodigarsi affinché vengano date tutte le informazioni possibili utili alla conoscenza della Carta Costituzionale, a far conoscere l’ampia riforma proposta dal governo e le effettive ricadute che questa una volta approvata avrà sugli enti locali…”.
Sul secondo punto, sulla necessità di informare in modo obiettivo e chiaro i cittadini, ci sentiamo anche noi di chiedere un impegno al Sindaco perché l’informazione, chiara e non di parte, raggiunga la più vasta parte possibile dei cittadini.
Alessandro Capecchi in un suo intervento ha detto che su questo tema gli italiani sono spaccati in modo trasversale, non c’è destra né sinistra a orientare nettamente la scelta, sarebbe quanto mai opportuno discuterne in tutti i consigli comunali, perché si tratta di mettere mano alle regole del gioco… che come tutti sanno si devono fissare prima di iniziare a giocare e devono essere ben conosciute ai giocatori…
A meno che non si voglia barare.
[Paola Fortunati]