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AGLIANA. Incominceremo l’esegesi di questa lettera che il preminente assessore Fragai ha scritto all’Ispettore Turelli, dalla parte finale, laddove ricorre al caso perfetto il brocardo “in cauda venenum”: Fragai invoca infatti alla fine, la forma e lo stile, sottintendendo che sono mancate nei suoi confronti.
Ha ragione Rino, e noi gli saremo vicini: in questo pasticciaccio del “Regolamento sa” di Polizia municipale, i sindacati sono stati davvero indelicati nei suoi confronti e peggio potremmo dire di quei due cattivoni dei consiglieri di opposizione Benesperi e Baroncelli, unici testimoni di una opposizione pulsante, lucida ed efficiente.
Non c’è più rispetto per i manovratori di palazzo e gli intrallazzatori: che schifo!
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In questa incredibile vicenda, le vittime sono oggi Fragai e il Nesti: entrambi hanno anche protestato per la pubblicazione della loro lettera del 5 Ottobre 2014, un documento genuino e autentico, perché predittivo delle azioni di controllo esercitate poi, con il famigerato regolamento di servizio associato: altro che “lettera privata”!
Mentre tutto sembra immobile, ci dicono i sindacati (esclusa la Cgil, sempre rispettosa del leader maximo e dunque allineata) che nella assemblea dello scorso mercoledì i presenti hanno rigettato (cioè respinto e non approvato) l’articolo 8 e che presto ci manderanno il verbale nel quale specificano, reggetevi forte, che Fragai è sgradito ai tavoli di contrattazione.
Un affronto inimmaginabile in pieno funzionamento della più pervasiva e autoritaria “rinocrazia” aglianese, prossima a cadere nel prossimo maggio.
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Della nota che vi pubblichiamo – insieme al trafiletto de La Nazione del 12 ottobre – ci ha colpito il tenore vittimistico dell’estensore che richiama soprattutto le disfunzioni di comunicazione (poerello, lui è vittima innocente: what else?) mentre però, sui documenti è determinatamente smentito, sia dalle OO.SS. Cisl, Uil, Diccap, dalla Ornella Pellegrineschi, la Turelli, la Vuono (che, già sindacalista Cgil, l’avrebbe dunque tradito?) e dalla maggioranza dei dipendenti della Polizia Municipale, eccetto 4 o 5 soggetti chiaramente laureati (o più o meno rinocraticamente interessati).
Struggente il periodo – indeterminato e aleatorio, ma suggestivo e intimidatorio – posto nella quarta sezione, dove il Commissario afferma di essere convinto che “…il mantenimento degli attuali criteri nella definizione della gerarchia interna al Comando di Pm, così come le diverse valutazioni espresse in questi giorni tra le Rsu e le segreterie provinciali, non rappresentino il miglior viatico per la costruzione di questa condizione”.
Non serve essere ermeneuti esperti per riconoscere il significato perentorio della dichiarazione, dove Fragai, dimenticandosi che in Comune, lui controlla e comanda solo la Giunta ma non i dipendenti e le opposizioni, stabilisce la direttiva alla quale tutti si dovranno conformare: non al criterio di anzianità universalmente inteso e adottato e sì alla “meritocrazia” de nojantri.
La “condizione” da ricercare a regime, è la sua e non altre. What else?
Un approccio davvero troppo stalinistico anche per noi redattori: se fosse verificata e confermata la “Rino-condizione”, avremmo una situazione paradossale dove il “resto del mondo” ha adottato dei criteri desueti e superati, dunque da aggiornare con il famigeratissimo testo del trio Fragai-Nanni-Nesti, oggi duramente contestato e affossato.
Vi sembra tutto a posto?
[Alessandro Romiti]