risarcimenti salute. SULLE POLVERI FINI, FORSE UN PRONUNCIAMENTO CEDU?

MONTALE-PARIGI. La parigina Clotilde Nonnez, 56 anni ha trascinato davanti al Tar lo Stato francese colpevole (a suo dire) di non aver fatto tutto quello che doveva fare per evitare l’inquinamento da polveri sottili che le avrebbe causato diverse patologie croniche: asma bronchiale e pericardite che la costringono a costose cure a base di cortisone e a un conseguente danno esistenziale

La notizia, anche se distante centinaia di chilometri dalla piana metropolitana di Pistoia/Prato/Firenze ha acceso l’attenzione del Comitato per la Chiusura dell’Inceneritore di Montale il quale da anni protesta per l’impianto d’incenerimento dei rifiuti di via Tobagi, certamente significativo nel contributo per l’innalzamento delle polveri fini, come attestato dal parere dell’Ordine dei Medici espresso nella pubblica assemblea dell’autunno scorso e dalla stessa Arpat.

Paola Gelli, Presidente del Comitato antinceneritorista ha commentato la notizia con un senso di delusione, ricordando l’inerzia assicurata dagli organi di controllo sull’impianto, appena mitigata da una possibile opportunità: se per Parigi, la responsabilità dell’inquinamento è certamente circoscritta a fattori di traffico e riscaldamento urbano, che insistono in modo diffuso sulla capitale, diversa è la situazione della Piana.

Montale, non è Parigi, e non potrà essere comparato nemmeno alla sua periferia, restando solidamente dimostrato che la centrale di misurazione delle polveri di via Pacinotti è collocata in una zona definita come “fondo rurale”, rimanendo maglia nera dell’intera Regione Toscana.

Ci vorrà dunque la sentenza della Commissione europea per i diritti dell’uomo per affermare i principi stabiliti e calptestati dall’articolo 32 della costituzione e, così tutelare la salute dei cittadini, sistematicamente violata all’arrivo della stagione fredda con l’aumento costante e prolungato delle perniciose polveri fini?

[Alessandro Romiti]