QUARRATA. I Comitati della Piana contro le alluvioni hanno predisposto un documento ufficiale – condiviso attraverso percorsi partecipativi con i cittadini delle frazioni alluvionate – riguardo la cassa di espansione dei Laghi Primavera.
Ciò avviene all’indomani della partecipazione alla trasmissione “Canto al Balì” su Tvl e alle assemblee pubbliche svoltesi sia a Pistoia che a Quarrata: “In questo modo – spiega Daniele Manetti che si è sentito chiamato in causa – vogliamo che non vengano fatte ulteriori speculazioni da parte di nessuno su ciò che pensiamo sull’argomento”.
“La nostra posizione – spiegano Daniele Manetti, Niccolò Lucarelli, Daniele Carradori, Oreste Vannucci, Franco Gaiffi, Carlo Amadori, Franca Caramelli, Siliana Marraccini, Lorenzo Cesare – è chiara. Per noi c’è una stretta correlazione tra le acque alte e le acque basse e i problemi vanno risolti entrambi. Secondo noi sbaglia chi cerca di dividere questi due enormi problemi e siamo disponibili a dimostrarlo con tutti i nostri video e documenti”.
“La nostra battaglia – si legge nel documento inviatoci – è su due fronti. Come già spiegato tantissime volte, una verso il Comune di Quarrata per il ripristino dei fossi minori al collasso (a questo proposito abbiamo protocollato il 24/11/2014 un documento per un percorso partecipativo per ripristinare integralmente i fossi); l’altra verso il Comune di Pistoia per le acque alte.
“Le due battaglie sono in stretta correlazione e purtroppo, dopo anni e anni di esperienza di alluvioni dei Comitati della piana, il vero problema si risolve quando si entra in emergenza vera. Lo si risolve solo costruendo le casse d’espansione nel Comune di Pistoia ed invasando quei famosi 3,5 milioni e mezzo di acqua alluvionale. I nostri filmati fatti con i droni, dimostrano tutto ciò e, ad oggi, Pistoia non ha invasato niente e con le briglie non è possibile invasare quei quantitativi d’acqua. Queste hanno infatti un’efficienza inferiore di sette volte rispetto alle casse d’espansione. Comunque, come sempre, invitiamo a venire nel nostro territorio tutti i comitati, i partiti, i cittadini del nord per discutere insieme queste problematiche. Noi non rifiutiamo il dialogo e le osservazioni e siamo pronti a parlarne con tutti!”.
Il documento prosegue entrando nello specifico:
“La nostra fotografia, mostra un ben altro lago, dove non sguazzano i pesci, ma le persone umane! È quasi impossibile spiegare quanti disagi mentali e materiali provoca l’acqua alluvionale proveniente da Pistoia, altamente inquinata da prodotti chimici (come risulta dalle analisi effettuate dall’Arpat) a tutti gli abitanti delle frazioni della piana quarratina di Barba, Vignole, Ferruccia, Caserana, Olmi, Casini e Catena: oltre 7000 persone… Comunque ci proveremo”.
“Nessun rancore verso i pescatori, a cui daremo il nostro aiuto a riscostruire ed a salvaguardare i propri laghi da pesca e neppure verso i pistoiesi del Nord, che non hanno mai provato esperienze da alluvionati perpetui, con una cadenza di tre o quattro volte l’anno. È per questo che chiediamo a tutti i pistoiesi di calarsi nelle nostre realtà e di provare a darci un po’ di solidarietà e di comprensione. Le casse d’espansione nel Comune di Pistoia, per mettere in sicurezza la piana, sono state decise da organismi ed enti superiori al Comune di Pistoia ed estranei alle nostre rivalità frontaliere e di Comune ed è per questo, che qualunque sia il risultato che arriverà dal Ministero dell’Ambiente, la problematica non si arresterà e velocemente e Tenacemente, sotto le nostre sollecitazioni, riprenderà l’iter per costruire le opere nel Comune di Pistoia, necessarie per la difesa dal rischio idrogeologico in tutta la nostra piana”.
Secondo i comitati della Piana che hanno tracciato una breve storia anche delle soluzioni “pistoiesi” scartate in passato (la cassa di espansione prevista nella frazione di Bottegone) la cassa di espansione a monte della piana è un’opera utile per risolvere in parte le alluvioni a valle. “Per noi le casse di espansione – continua il documento – sono utilissime. Invitiamo quindi le associazioni, i comitati ed singoli cittadini ed i tecnici che sono contrari a fare opere idrauliche nel territorio pistoiese a venirci a trovare – come abbiamo fatto con la Regione Toscana e il presidente Enrico Rossi – e gli faremo vedere direttamente sul campo, con un faccia a faccia costruttivo e partecipativo, in quali condizioni siamo ridotti e valuteremo insieme le opere di cui abbiamo urgente bisogno. Le acque alte e le acque basse nel nostro territorio quarratino sono strettamente correlate: sbaglia chi tenta di dividerle. Se riusciamo ad abbassare anche di 30 cm il livello dell’acqua alluvionale dell’Ombrone, per il momento è per noi un grandissimo risultato”.
Il lungo documento si conclude riportando alcuni dati di esperti in idraulica come l’ingegnere Stefano Pagliara (docente di protezione idraulica del territorio dell’Università di Pisa a cui era stato chiesto dai comitati stessi un parere sulle casse di espansione a nord di Pistoia, In una email del 1 giugno 2006 rispondeva:
Gentile Sig. Manetti, le confermo che il Comune di Pistoia ha lavorato nella maniera più trasparente e corretta possibile individuando le casse d’espansione, fra quelle individuate dall’AdB ( Autorità di Bacino) del fiume Arno in modo da ottenere il massimo beneficio per le parti a valle delle stesse sia in territorio comunale che nei comuni limitrofi.
Gli effetti di tali casse sono ovviamente benefici per le zone di cui lei parla ( Quarrata Agliana) basti pensare che tolgono dall’alveo molte centinaia di migliaia di metri cubi di acqua di esondazione.
Ovviamente da sole, non possono costituire la soluzione finale per il vostro territorio, ma ne rappresentano il primo importante e decisivo passo.
Cordiali saluti
Stefano Pagliara
Inoltre Giovanni Menduni ( Segretario generale Autorità di Bacino del Fiume Arno) in una mail del 7 Giugno 2006 scriveva:
Per quanto riguarda invece le casse di espansione nel Comune di Pistoia, esse rientrano tra le priorità previste nell’accordo di programma del 18 febbraio 2005 sottoscritto tra stato, Regione e Autorità di bacino, in un quadro di progressiva riduzione del rischio idraulico nel territorio dell’Ombrone che, tuttora, costituisce una delle massime criticità nel bacino dell’Arno.
I comitati richiamano quindi un documento scritto dall’ingegnere Natale Rauty che nel documento “Sistemazioni fluviali e bonifica della pianura pistoiese durante l’età Comunale” nella parte “Dal medioevo ad oggi” affrontava così il problema:
- 1) Conseguenze politiche ed economiche. Il sistema Calice-Agna-Bure-Brana scaricava nell’Ombrone a Bocca di Calice, mentre la Stella, dopo aver raccolto anche i piccoli tributari del Montalbano, confluiva anch’essa nell’Ombrone poco più a sud. Questa complessa opera di regolazione, con una rete di corsi d’acqua paralleli e confluenti in un solo collettore finale, portò benefici all’intera pianura pistoiese riscattandola dall’impaludamento e dalle frequenti alluvioni, ma aggravò in modo notevole lo stato di pericolo per i terreni a valle del sistema Calice-Ombrone “
- 2) “Pistoia quindi, per bonificare la sua pianura, operò in modo da convogliare le acque fino al limite del suo territorio verso zone o di altri comuni ostili, o di per sé già paludose ed irrimediabilmente malsane”
- 3) “Ma la conseguenza più grave fu quella di aver concentrato in una zona limitata della pianura le confluenze dei vari corsi d’acqua. Infatti l’Ombrone da Pontelungo a Bocca di Calice per oltre 12 chilometri attraversa la pianura pistoiese senza ricevere alcun tributario, nel breve tratto da Bocca di Calice alla Catena raccoglie le acque di tutti i collettori naturali ed artificiali dei due sistemi pistoiese e pratese. Questa concentrazione di portate determina nell’alveo collettore un evidente squilibrio, con frequente e grave pericolo d’inondazioni per le zone contigue, come purtroppo vediamo ancora ai nostri giorni, non appena si verifichi una modesta piena”.
I comitati della Piana concludono: “Pensiamo che tutto questo possa bastare. Il Comune di Pistoia deve fare le opere idrauliche per la difesa della piana dalle alluvioni. Se necessario faremo, come già fatto in passato, petizioni firmate da migliaia e migliaia di cittadini e le invieremo a tutti gli Enti pubblici competenti e responsabili e ci faremo sentire anche con i candidati alle prossime elezioni regionali. La sicurezza deva andare avanti a tutto ed avere la precedenza. Nella nostra piana con 3-4 alluvioni all’anno, abbiamo paura che prima o dopo accada qualche evento fatale. Non si può continuare a vivere con argini alti 7 metri, costruiti in tempi passati, per chilometri nel nostro territorio, e con l’acqua alluvionale che tracima e apre gli argini provocando disastrose alluvioni. Nel Comune di Quarrata abbiamo 4 casse d’espansione: Case Carlesi sull’Ombrone, Cassa sul Fosso Quadrelli ad Olmi, Cassa B1 sul Fosso Quadrelli a Caserana, Cassa di Pontassio sulla Stella a Santonovo più un’altra in progetto per la Senice e fanno 5 e poi la più importante che fanno 6 e cioè quella naturale, quando l’acqua avvelenata invade le nostre case, i negozi, le strade, i campi, ecc. Tutte servono a mitigare le acque di piena che provengono da Pistoia!”.
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