Anche i vigilantes che si occupano della sicurezza del San Jacopo, non possono fare nulla. Un baldo viandante è collocato al mattino in mezzo alle macchine del pagamento automatico del parcheggio e offre i suoi servizi di consulenza agli utenti. Una caso di ordinaria dis-amministrazione, conclamato nella inerzia delle “autorità costituite” dichiaratesi impotenti perché il tizio non commette alcun reato
PISTOIA. Chiunque faccia uso del parcheggio dell’ospedale San Jacopo, al momento del pagamento del biglietto, si troverà assistito da un baldo giovanotto, sicuramente un viandante (Rom, non si può dire, altrimenti il Pm Curreli, potrebbe aprire un fascicolo per discriminazione e un avvocato pronto a fare la querela sarà subito pronto a scriverla) che offre la sua gratuita assistenza per individuare la fessura dove infilare le monete o le tessere elettroniche.
Con le prime, è probabile che la macchina restituisca il resto per il pagamento dovuto e, a quel punto, il giovanotto, avrà modo di esordire con qualche simpatica battuta per indulgere la vostra distratta attenzione e lasciare qualche moneta.
A chi scrive, il giovanotto ha rivolto una leggere imprecazione, perché mi sono rifiutato di lasciare l’euro che la macchina ha restituito a fronte di quattro dovuti: ma non ha aggiunto altro che un breve cenno di disappunto per il mio distacco e freddezza.
Del resto, non ha davvero commesso “alcun reato” e quindi, nessuno può rimuoverlo o impedirgli di occupare il posto per questa furba e coercitiva “consulenza”.
Sia ben chiaro che il personaggio è gentile e non usa maniere affatto coercitive: lui sa benissimo che qualunque atto di protesta o di maldestra risposta all’utente che gli nega la donazione del resto ottenuto, lo esporrebbe a una qualche azione di richiamo della forze di polizia, magari anche allontanandolo forzosamente.
Dunque è mite, anzi mitissimo, parla solo il necessario per intercettare la vostra attenzione e così creare una soggezione di relazione, alla quale i più rispondono cedendo qualche moneta. Lui è pronto, cordiale e gentile: sa dirvi immediatamente, quale fessura usare per le monete, banconote o tessere e vi illustra con prontezza la bocchetta da dove uscirà lo scontrino obliterato dal totem.
Ci dicono i vigilantes che anche i Carabinieri si sono occupati – dopo i loro inutili interventi – della molto insolita attività lucrativa che, possiamo stimare possa restituire un reddito a nero di una trentina di euro al giorno, circa 600 euro al mese, la stessa somma che possono raccogliere alcune delle “risorse umane” di Vicofaro, posizionate ai carrelli dei diversi supermercati.
Un malcostume generalizzato al quale siamo tutti purtroppo abituati: ma non chi scrive.
Colpisce però il fatto che ogni mattina, il nostro giovanotto giunga lì, con la sua cassetta/sgabello e inizi l’attività di volontariato retribuito, che dimostra di fare in modo assai efficiente, fino alla chiusura dei poliambulatori diciamo intorno le 14, orario solito di “fine attività”.
Allora, viene da chiedersi, con quale autorità lui si può permettere di occupare il suolo pubblico in modo così sistematico (il parcheggio è affidato in gestione, ma è un’area del San Jacopo, ovvero di Usl Toscana Centro, dunque pubblica, ci sembra) con la sua cassetta/sgabello e non teme alcun subentro di altri concorrenti?
Perchè non c’è una turnazione con le “risorse” di Vicofaro? È questa una vicenda che dimostra il livello di pervasione di molti che si infilano nelle piaghe delle abitudini “maneggio spiccioli” delle utenze dei parcheggi o della gestione dei carrelli dei supermercati nota a tutti i cittadini oramai assuefatti e abbandonati all’indifferenza del problema di malcostume, se non addirittura una comprensione, farcita di tolleranza e disponibilità.
L’episodio ricorda molto – e non ci venite a dire che siamo severi – i parcheggiatori abusivi che a Roma o Napoli che hanno in gestione intere aree riservate al parcheggio pubblico, con incassi a nero, collegati alla potenziale minaccia di ritorsioni sul veicolo in caso di mancato riscontro alle loro richieste.
È davvero così? Si può occupare con una seduta uno spazio di prossimità ai totem e lì soggiornare per l’intera mattina indisturbati a chiedere un obòlo senza alcuna azione di censura degli organi di polizia?
Che dice il Prefetto Licia Messina?
È questo un paese normale o siamo destinati a farci sopraffare da comportamenti tenuti da nullafacenti che abusano della incapacità di resistere a richieste di molti utenti, soprattutto anziani, più fragili e incapaci di resistere alle “indulgenti cortesie” dei soggetti che si autocollocano nelle prossimità delle aree di maneggio degli spiccioli siano essi totem di pagamento o aree carrelli dei supermercati?
Alessandro Romiti