AGLIANA. Prima di ogni considerazione sul caso ci piace sottolineare – con i nostri più sinceri complimenti – il titolo che i colleghi del quotidiano gossipparo hanno usato dopo che sembra destinato a sgonfiarsi (davvero miseramente).
Nel titolo del giornale appare scritto “Il prete torna e confessa”: complimenti e auguri per l’efficienza; la loro testata è probabilmente la prima ad aver ricevuto una “confessione” (anche se qui, non era intesa come sacramento) dal presbitero. Tanta roba.
A noi, il Parroco, ci è sembrato tutt altro che remissivo al sentimento di qualche pentimento (il pentimento è collegato alla confessione), anzi spiegandoci che lui non ha mai chiesto niente ad alcuno e che intende esercitare la tutela penale per garantire la sua dignità e quella della Diocesi nella quale ha un compito funzionale di alta sensibilità per i fedeli tutti.
La famiglia dell’anziana signora al centro dell’incresciosa vicenda ci ha risposto con un perentorio “no” alla richiesta di una intervista; del resto la signora G. è a letto e non può deambulare liberamente.
Anche l’ipotesi di un incontro con il nipote Gianmarco Meoni ci è stata negata, con un forte fastidio per la richiesta davvero innocente, visto il clamore destato.
Chi ci ha risposto era una donna che si è qualificata come “figlia della G.” e che ha spiegato che loro, non intendono rilasciare più alcuna intervista: a nessuno.
Infatti, non abbiamo potuto meglio presentarci, né proporre le nostre intenzioni che erano solo quelle di poter fare una maggiore chiarezza sulla vicenda che vede il presbitero di origine indiana pesantemente accusato: aver preteso del denaro ad una fedele, fisicamente debilitata (ma nient’affatto tale sulla capacità di intendere e volere) in modo imperdonabile per un sacerdote, che per di più è il “promotore di Giustizia” della Diocesi.
La famiglia dell’accusatore Gianmarco Meoni, si spera che sia giunta a un chiarimento con la signora G. visto che si è recata a Pistoia per conferire con il Vescovo al momento assente: avevano intenzione di fare una sorta di “ammenda” o ribadire e rilanciare le accuse?
Nella comunità dei fedeli di Spedalino, abbiamo raccolto alcune informazioni che vedrebbero ricomporre il quadro e rendere giustizia a Don Anthony, colpito da queste infamanti accuse proprio nel momento di partenza alla casa paterna in India e che gli hanno impedito di replicare in tempo utile, favorendo gli sciacalli del gossip: questi sì, che hanno ampiamente cavalcato le pagine di Facebook, con altre diffamazioni e che li mette a rischio in un’eventuale querela, non al momento esclusa dal presbitero.
La cosa sembra comunque ristretta al perimetro delle responsabilità del Gianmarco Meoni: la signora al telefono ci ha fatto intendere che la famiglia non ha niente da dire, come per escludere qualunque associazione e condivisione alle accuse del figlio/nipote.
Se le sottrazioni di denaro, denunciate due mesi or sono come sistematiche e prolungate da un anno, non hanno alcuna riconducibilità a Don Anthony, ci sarà mica stato un terribile equivoco sulla eventuale “manina” che attingeva dal borsello della G.?
La famiglia Meoni si spera che – dopo aver conferito con il Vescovo – abbia chiarito con la G. la vicenda; può infatti darsi che il “distrattore” delle somme sia più vicino alla famiglia Meoni che alla parrocchia?
Chissà chi lo sa?
Vedremo adesso se il Gianmarco avrà un attimo di resipiscenza e vorrà meglio riqualificare lo sciagurato gesto di accusa (che a noi pare davvero maldestro), con un più sano e riparatorio incontro con il Parroco che, ci ha riconfermato, come non avrebbe difficoltà ad accoglierlo per una colloquio volto a chiarire la sua assoluta innocenza dalle ingiuste accuse, anche davanti all’autorità della Diocesi.
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