AGLIANA. Quanti, dotati di buona memoria, abbiano la pazienza di riavvolgere il nastro e andare indietro nel tempo di quattro anni, ricorderanno sicuramente un caldo pomeriggio di maggio del 2014, quando, nel corso del comizio di chiusura della campagna elettorale, il futuro Sindaco Mangoni terminò la sua arringa non solo rivendicando la corsa in solitaria del Pd – in virtù dell’inizio di una nuova era per la sinistra – ma anche invitando (non proprio garbatamente) “gli sconfitti dalla storia ad andare a letto”.
Il riferimento, non troppo velato viste le reazioni dei diretti interessati presenti in piazza Gramsci quella sera, era ovviamente a tutta la galassia di sinistra bersaniana e antirenziana e a quanti erano rimasti ancora al di là del muro di Berlino e della cortina di ferro.
Mangoni alla fine vinse e venne eletto Sindaco. Quella sinistra che aborriva e che voleva relegare in archivio finì un poco, sui banchi dell’opposizione, e un altro po’ nelle soffitte polverose di qualche circolo ARCI, scampato al monopolio renziano a covare il proprio rancore verso questi parvenus.
Si sa come, in politica, non bisogna mai meravigliarsi di nulla e le due parti in commedia, ci raccontano i rumors, che, ultimamente hanno iniziato ad annusarsi, farsi ammuìne (perché in fondo rossi, vermigli o rosa sono sempre della stessa tonalità) fino ad intavolare – così ci dicono ancora le nostre fonti – una trattativa nell’ottica di (chissà quale) imminente accordo per le elezioni 2019 in funzione antileghista e antifascista.
Ecco allora uscire, un po’ impolverati, ma sempre col piglio combattivo dei vecchi leoni, personaggi d’antan, che non sfigurerebbero in un episodio di Peppone e don Camillo ma che in questa Agliana scalcinata fanno ancora la loro figura: Carlo Papi (ex Pci, ora Rifondazione) che in Consiglio comunale un lustro fa votò contro a una mozione di denuncia verso la politica del figlio unico e del massacro delle bambine nella Cina capital-socialista motivando che si trattava solo di propaganda anticomunista sobillata dai fascisti e Luca Corsini Margheri (esponente di Potere al popolo) che su facebook non è nuovo a incredibili filippiche a favore perfino di “baffone” e dei suoi gulag.
Insomma, Giacomo Mangoni, terrorizzato di perdere flotta e trono, spazzato via dall’ondata gialloverde già al governo nazionale, sarebbe pronto a imbarcare di gran carriera quanta più gente possibile per arrivare a quell’agognato 50% più 1 che farebbe saltare il ballottaggio e tirare un sospiro di sollievo. Poco importa se di quel progetto di una sinistra riformista ed europeista nato a Rignano anni fa proprio per rottamare quella classe dirigente falce e martello, oramai non rimane più niente.
Insomma gli sconfitti dalla storia sono tornati e (corsi e ricorsi della stessa) verranno risuscitati proprio da chi li voleva rottamare. Speriamo invece che nel 2019 tornino a letto come li invitava il futuro Sindaco 4 anni fa, per poi però rimanerci per sempre, rincalzati dal progresso della democrazia e della libertà.
Insieme a loro – a cantargli la ninna nanna – anche Giacomo Mangoni e tutto il suo caravanserraglio.
[Alessandro Romiti]