AGLIANA. La nota apparsa su Il Tirreno del collega Artioli, riapre una ferita non (da noi) dimenticata, per quanto sangue ha versato.
Come può scrivere il compagno Guido Del Fante una lettera di “ricucitura”: si è forse dimenticato delle parole taglienti che ebbe a usare nel Maggio 2015, quando se ne andò sbattendo la porta, anche lui?
Bene, allora ve le riproponiamo noi, pedissequa:
Perché nel Pd di oggi non c’è più lo spirito di confronto di un tempo, lo spirito di partecipazione di un tempo, lo spirito di squadra di un tempo, ma solamente il mono pensiero e chi non si allinea, purtroppo, è messo in minoranza, messo da parte, evitato o definito continuamente “Gufo”.
Il rinnovamento decantato da tanti dirigenti locali e nazionali che doveva arrivare con il nuovo segretario, non si è visto, tanto che anche a livello provinciale chi nel 2012 sostenne Bersani, nel 2015 sostiene Renzi continuando a tenersi la propria posizione modificando idea a seconda della convenienza, in un vero sistema a rete in cui solo i più “forti” ce la possono fare.
E allora viene da chiedersi quanto detto nel 2015 dal dimesso Guido, non è quello che abbiamo visto oggi a quattro anni esatti con i dimessi Giacomo e Fabrizio?
Guido Del Fante è il paradigma del pensiero demokrats più efficace e genuino, per qualificare lo stato di confusione della massa di elettori.
I demokrats sono così: un poco masochisti, gli piace farsi del male. Più che sentono male e più che godono e, dopo poco tempo, guarite le ferite e arginate le emorragie – ma non eliminate le cicatrici – si rimettono in fila e si accoltellano.
Anzi, si ripresenterebbero anche a fare le primarie o, come appare oggi, a cercare di ricucire la fronda stalinista del buon Alberto Guercini.
Vero che il capogruppo di “Agliana in Comune” è da tempo fiacco: non lo sentiamo più protestare contro l’Amministrazione, poche le interrogazioni e più distesi i toni: che sia pronto a “ringambare” per qualche speranza di poltrona?
Vedremo tra due mesi se sarà capace di rinnegare l’esperienza politica fatta all’opposizione, per riabbracciare il Pd o meglio, quello che ne rimane dopo la scissione mangonian-nerozziana.
Del Fante, non si rende conto di quanto sono ridicoli i suoi appelli di una “grande assemblea popolare dove far partecipare i singoli cittadini, le associazioni e i partiti di centro sinistra per ripartire dalla base azzerando tutto”? Una proposizione fritta e ri-fritta.
Il solito appello, detto con la solita enfasi e rivolto alla solita platea che sarà anche grulla (non lo diciamo noi, ma i sondaggi) ma poi si è stufata e oggi dunque, vota per Matteo, Silvione, Giggino o la Giorgia nazionali, a seconda dell’umore.
La cosa che serve – ma non solo al Pd, sia ben chiaro – è una dose massiccia di umiltà, coerenza e sincerità nei confronti degli elettori.
Provate a ripartire da lì, comunque siate.
One thought on “ritagli. LO STRUGGENTE APPELLO DI GUIDO”
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