ROBERTO LORENTINI, EROE PER SEMPRE (SPECIE PER CHI AMA LO SPORT)

Roberto Lorentini
Roberto Lorentini

PISTOIA. Ci sono storie, tragiche, che non possono, che non debbono essere dimenticate. Ci sono storie che il pallone tende a far cadere nell’oblio, vergognandosi che il proprio business le abbia generate, ma che è giusto spolverare e conservare quale preziosa reliquia. Un ricordo da cui imparare. Sempre. Abbiamo avuto la fortuna e l’onore di conoscere nel corso della nostra esistenza dapprima Francesco Caremani, giornalista/scrittore aretino autore de “L’Heysel.

Le verità di una strage annunciata” (Bradipolibri, 15 €) e poi Andrea Lorentini, giornalista di Arezzo, uno dei figli di Roberto Lorentini (nella foto), un eroe, medaglia d’argento al valor civile. Spesso usiamo, storditi di retorica, la parola eroe, affibbiandola anche a chi non lo è (specie a qualche calciatore per enfatizzarne le gesta sul campo, salvo poi arrossire per quelle, poco edificanti, viste fuori dal rettangolo verde). Roberto Lorentini, invece, lo è. Medico aretino di 31 anni, sposato e con due figli piccoli, era presente allo stadio Heysel di Bruxelles il 29 maggio 1985, per tifare Juventus in occasione della finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool.

Il giovane dottore si era posto in salvo dopo la prima carica omicida degli hooligans inglesi, ma ritornò indietro, sugli spalti, per soccorrere un bambino ferito, secondo alcune testimonianze il sardo Andrea Casula, poi deceduto. Morì, tragicamente, travolto da una seconda carica di ubriachi e feroci delinquenti, mentre era chinato a praticargli la respirazione artificiale. Suo padre, Otello Lorentini, il nonno di Andrea, fondò nel 1987 ad Arezzo l’associazione “Fra i familiari delle vittime dell’Heysel”.

Grazie alla sua tenacia, al suo coraggio, alla sua voglia di rammentare quel figlio eroe e tutti gli altri 38 caduti, l’Uefa venne infine condannata e da quel momento il calcio cambiò (miglior organizzazione delle manifestazioni calcistiche, maggior sicurezza degli stadi). In questi giorni, venerdì 4 aprile, ricorreva il compleanno di Roberto Lorentini e Andrea, con un gesto tenerissimo, l’ha rammentato sul social network Facebook, facendogli gli auguri: avrebbe compiuto 60 anni.

Gli eroi, si dice cari agli Dei che li rapiscono nel fior fiore degli anni per circondarsene e godere delle loro intelligenze, delle loro sensibilità, muoiono giovani. Roberto Lorentini è divenuto stella, che illumina il cammino dei suoi cari e di chi nel cuore ha un posticino per i gesti nobili. Ma grazie al ricordo, senz’altro più vivo di molti di noi, morti sul nascere, per assenza di principi e valori.

gianlucabarni@linealibera.it

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