ROMA. Una delegazione del C.R.E.S.T. Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana è intervenuta nel dibattito tenutosi ieri a Roma, presso la Camera dei Deputati, in occasione del Convegno su gli “Stati Generali della Salute: Art. 32” (vedi qui). Quello che segue è l’intervento del presidente del C.R.E.S.T. Valerio Bobini.
INSIEME VERSO LA RIFORMA DEL TITOLO V° DELLA COSTITUZIONE
Siamo lieti ed onorati come Crest di essere stati invitati a questa importante Tavola Rotonda per apportare il nostro contributo all’obiettivo prefisso: la modifica del titolo V° della Costituzione.
Cogliendo in pieno e condividendo l’espressione ed il pensiero che la gestione della sanità così come prevista oggi dal titolo V°, dando alle Regioni la titolarità sulla gestione, l’indirizzo, l’investimento delle finanze e la sua applicazione, abbia portato a diseguaglianze e ad un’Italia a 21 velocità.
Possiamo affermare che la gestione della sanità in Regione Toscana, sia avvenuta negli ultimi anni in un regime di far west istituzionale, bypassando le più elementari regole, non solo legali, mortificando le Istituzioni Regionali, Provinciali e Comunali così come i comitati civici ed i cittadini come ricaduta finale.
Nonostante la vigente legge Toscana N° 69 sulla partecipazione, a cui ci siamo appellati come Crest, accreditandoci presso gli uffici preposti in regione, e chiedendo come previsto da tale legge di essere accolti al tavolo delle trattative, abbiamo assistito ad una applicazione verticistica della sanità in barba alla tanto reclamizzata democrazia partecipativa delle scelte (vedi).
A nulla sono servite Richieste scritte d’Incontro come Crest al Governatore Regionale Enrico Rossi e manifestazioni di protesta molto riuscite come
quella di Firenze del Dicembre 2013. A nulla è valso essersi rivolti come Crest al Difensore Civico di Firenze e inoltrare due Ricorsi al Tar sulla Soppressione dell’Ospedale Pacini Dell’Abetone e della Trasformazione in Case della Salute dell’Ospedale di Volterra.
I diktat della Regione, che ha mortificato con delibere di Giunta, non tenendo in nessuna considerazione pareri contrari espressi dal Consiglio Regionale, ne men che meno le proteste di stessi esponenti del PD, Remaschi Presidente quarta Commissione Sanità Toscana e Saccardi Vicesindaco di Firenze sono proseguiti ad oltranza.
In dieci anni la Regione Toscana ha chiuso 50 Ospedali. Nonostante ciò, gli ultimi dieci anni contrassegnati dall’ascesa di Enrico Rossi, prima ad Assessore Regionale alla Sanità e poi Governatore, si sono distinti per ulteriori tagli di Ospedali, Unità operative Ospedaliere, Servizi e disagi per gli utenti.
Il tutto operato negli ultimi tre anni in totale assenza di un piano socio sanitario e di una programmazione sanitaria, basata sull’analisi della geografia, delle popolazioni, dei bisogni, delle patologie e dei servizi e prestazioni necessarie.
Anziché programmare una sanità al passo con i tempi, creando percorsi alternativi al ricovero quali la prevenzione e l’implementazione di servizi territoriali sempre proclamati e reclamizzati e mai messi in atto, si è distinta per un’accelerazione a chiusure e depotenziamenti con gravi mancanze e disservizi per gli utenti.
La sanità decantata da Rossi e dalla sua troupe, come sanità da prendere d’esempio in Italia e all’estero è stata declassata dal Ministero della Sanità e non rientra tra le prime 5 in Italia.
La Sanità Toscana degli ultimi dieci anni si è distinta per investimenti sbagliati e sprechi di denaro pubblico, Società della salute inutili e fallimenti dichiarati e reiterati. Le tre Estav nel solo biennio 2006/2007 sono costate 50.469.343 milioni, e all’oggi vantano il record di 800 milioni di debito con i creditori. Il Fallimento del CSPO con buco di 10 milioni. I 420 milioni certificati di buco dell’ASL di Massa. L’Istituto Sant’Anna che costa circa 5 milioni l’anno per fare grafici e stilare statistiche di dubbia utilità.
Ci sono oggi 21 aziende in ambito sanitario. I costi delle sole dirigenze per la Sanità Toscana si attestavano al 2010 in 8 milioni e mezzo di euro.
La Toscana divisa a due velocità, una: dove si costruiscono 4 mega ospedali con il project financing nel raggio di 100 km lungo l’autostrada con grossa speculazione per il privato, costi ingigantiti per i cittadini e di dubbia qualità progettuale, con problemi di vivibilità, fruibilità di spazi per degenti, utenti e lavoratori. Investimenti sbagliati e tanto altro si nascondono dietro a queste scelte insensate.
L’altra Toscana con zone montane aree disagiate e remote che rappresentano quasi il 70% del territorio abbandonata a se stessa, di cui L’Abetone, La Lunigiana, La Garfagnana, Volterra l’Isola d’Elba, Pitigliano, la Valdinievole, ecc. ecc.
In queste zone dove si sopprime l’Ospedale date le distanze e i tempi di arrivo all’Ospedale più vicino, si gioca con la vita della gente.
Si toglie l’Ospedale e non si garantisce un percorso ed una rete d’emergenza Urgenza in grado di intervenire in tempi congrui per salvaguardare la vita del cittadino.
Quello che è successo negli ultimi tempi, cito solo alcuni esempi; ciò che è successo al campione Olimpionico Giuliano Razzoli all’Abetone con tempo di arrivo al Pronto Soccorso a Pistoia 2 ore e 40 dovrebbe far riflettere, così come la signora anziana con frattura di femore sempre in zona abetone che ha dovuto girare tre Ospedali in ambulanza per due giorni prima di trovare la soluzione del caso.
Il Bimbo della Signora Giuliani che ha trovato risposta adeguata dopo 12 ore provocando la rabbia e lo sconcerto della madre che ha denunciato il caso sulla stampa provocando la risposta approssimativa, deviante e inadeguata del Governatore
Non ultimo il parto in autostrada della signora della Lunigiana che ha provocato un’altro articolo sulla stampa da parte di Jacopo Ferri con il titolo: “ L’autostrada trasformata ancora in sala Parto”.
Il Crest, a nome di tutte le realtà locali che rappresenta afferma: la vita della gente delle zone più remote disagiate e più deboli vale veramente così poco?
È questa la sanità che il cittadino si merita dopo aver lavorato una vita, tartassato dalle tasse e dai ticket?
È questo che prevede l’articolo 32 della Costituzione ed il titolo v° stesso?
Siamo sicuri che non si può fare di meglio per risparmiare e garantire i livelli minimi assistenziali alla gente?
Per cui mi sento di affermare a nome del Crest e concludo, che se essere a favore della modifica del titolo V° della Costituzione significa dare indirizzi precisi a livello Centrale da parte dello stato, ma con la prerogativa e la salvaguardia delle realtà locali per una gestione condivisa partecipata, analizzata ed erogata a misura del cittadino ovunque residente e a qualsiasi etnia o estrazione sociale appartenga allora siamo d’accordo.
La gestione territoriale deve essere programmata ed erogata dopo attento studio sulle peculiarità territoriali, della popolazione e creando una rete di presidi e servizi che tuteli tutti i cittadini, ovunque residenti, che non debba creare crepe e voragini come l’attuale gestione sanitaria a 21 velocità sta facendo.
Termino con questa affermazione supportata da dati e testimonianze che gl’Ospedali piccoli se fatti lavorare adeguatamente non sono ne più costosi ne meno produttivi in quantità e qualità di quelli più grandi meglio posizionati e strutturati.
Non sempre più grande significa migliore e meno costoso e cito chiudendo, il Canada che dopo aver chiuso per un periodo di tempo prolungato i piccoli Ospedali credendo di risparmiare ed ottenendo invece l’effetto contrario vedendo la spesa pro-capite schizzare alle stelle è stato costretto a riaprire i piccoli Ospedali.
Per il Crest
Il Presidente Valerio Bobini
One thought on “ROMA. VALERIO BOBINI E IL FAR WEST SANITARIO DELLA TOSCANA”
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