CASENTINO-AREZZO. Valerio Bobini, Presidente del Crest e crociato per la difesa della Sanità Toscana fatta a pezzi da Rossi e Marroni, ci ha inviato una sua riflessione sul rischio, ormai concretissimo, di veder radere al suolo anche l’ospedale di Bibbiena, una realtà che serve un bacino di utenza a rischio di perdere qualsiasi forma di tutela della salute dei suoi abitanti.
Ecco il suo appassionato intervento:
Casentinesi, ricordate la riunione del 30/04/2015 al Cinema Sole di Bibbiena? Ricordate anche la bella propaganda elettorale dei due Assessori presenti in sala? Le belle favole della Faccia di Bronzo che non sarebbe male definire in altra maniera dell’Assessore alla Sanità strappato ai Trattori e poi promosso dopo le elezioni?
La Toscana è prima in classifica, per risultati e risposte nonostante i tagli alle economie praticate dallo Stato, siamo i più bravi, abbiamo deciso di fare la nuova Riforma Sanitaria Toscana, perché vogliamo cambiare noi per non tagliare ulteriori servizi.
Ormai gli ospedali che sono rimasti sono a posto, vanno bene così.
Noi siamo quelli che abbiamo inventato i piccoli ospedali e li abbiamo valorizzati. Parole ribadite anche in precedenza a Rtv 38 per rispondere al mio attacco lanciato da San Marcello Pistoiese nella serata della diretta, per aver chiuso l’ospedale Pacini e per l’iter attivato dalla Regione di chiusura anche di altri piccoli ospedali tra cui quello del Casentino, oggi confermato.
Al cinema Sole Faccia di Bronzo pronunciò queste parole: “L’ospedale del Casentino non si tocca”. “Per i prossimi 10-15 anni è garantito”. Abbiamo firmato con i sindaci il Patto Territoriale scolpito nel bronzo.
A quelle parole io ebbi a ribattere che anche a San Marcello Pistoiese per l’ospedale Pacini, oggi di fatto chiuso, furono usate le stesse frasi. Una cantilena ormai imparata a memoria, patti scolpiti nel bronzo.
A fine serata fui attaccato da un sindacalista della Cgil-Pensionati e da un altro paio di persone ovviamente inquadrate, per aver attaccato e smentito l’Assessore, punto per punto, contestandogli anche i bei risultati che decantava.
Gli sottoposi, suscitando la sua ira, anche un documento di una forza politica che definiva con “Macelleria Sanitaria Toscana” una serie di dati fortemente negativi su liste d’attesa, disservizi, situazione ospedali e lamentele dell’opinione pubblica.
A nulla valse quella sera l’allarme che lanciai su un’imminente declassificazione, oggi confermata da voci attendibilissime, “salvo smentita, ma non verrà”, sulla derubricazione a sezione dell’U.O. dell’Ostetricia e Ginecologia di Bibbiena mediante assegnazione del Primario, Dott. Catania, all’ospedale del Valdarno.
A nulla sono valse le considerazioni del dott. Enrico Desideri, Direttore Generale Asl 8 che gli Ospedali Piccoli come quello del Casentino sono una ricchezza e se gestiti bene producono risultati migliori dei grandi ospedali, generano economia e sono una risorsa importante perché funzionali a quelli più grandi.
Hanno creato le condizioni, come più volte ho scritto, attivando i codici di gravità e dirottando ad arte un gran numero di partorienti ad Arezzo.
Operazione travaso con l’intenzione di arrivare all’eutanasia di quello che era sempre stato il fiore all’occhiello dell’ospedale di Bibbiena. Fin che ha fatto comodo ai politici, all’Asl, alla Regione, il nostro ospedale era una risorsa e ai vertici per risultati (compreso il Pronto Soccorso che nell’anno 2014 è stato tra i primi classificati in Toscana: dati del Sant’Anna di Pisa) oggi per arrivare a trasformarlo in Piot come quello di San Marcello si usa la parola allarmistica, pericoloso.
È sin troppo facile capire che senza il punto nascita e con una Chirurgia ormai a corto di personale e con la stessa strategia di dirottare i pazienti ad Arezzo una rianimazione non servirà più.
Ai posteri l’ardua sentenza? Qualcuno dalla bacheca del Sindaco Bernardini scrisse che i pensionati, invece che lanciare allarmismi non veritieri e ripetuti negli anni sulla potenziale chiusura di Bibbiena, avrebbero fatto meglio a fare l’orto.
Oggi come ieri ribatto che io l’orto continuerò a farlo ma… per il bene della gente casentinese mi piacerebbe che i Sindaci sapessero difendere ciò che è stato un bene comune, un fiore all’occhiello e quello che è indispensabile per salvare la vita alla gente e per non far diventare la nostra vallata un deserto di servizi ed un’area disagiata terribilmente povera di tutto e abbandonata dalle istituzioni.
Mi giunge ulteriore notizia che domani ci sarà la conferenza dei Sindaci del Casentino proprio su questo tema e se le cose stanno come su scritto, da cittadini casentinesi attendiamo fiduciosi che i nostri Sindaci sappiano imporre alla Regione ed alla Asl 8 che l’ospedale non si tocca.
Così era stato garantito al Cinema Sole dai due Assessori: l’ospedale per i prossimi 10-15 anni non si tocca. Patto scolpito nel bronzo.
I Sindaci hanno un grande potere in questo senso e noi fiduciosi speriamo che lo esercitino.
Oggi abbiamo anche un Super Assessore in Casentino che aveva votato la legge 28, la stessa legge in linea con lo smantellamento degli ospedali fortemente voluta da Rossi. Oggi, forte dei 18mila consensi di cui una bella quantità avuti in Casentino sulle sue promesse siamo certi non vorrà deludere il popolo che l’ha votato.
Il Comitato Salute ed il Crest saranno a fianco delle istituzioni per difendere il nostro ospedale e non rimarremo con le mani in mano. La nostra è una vallata disagiata e montana e chiediamo il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione.
Valerio Bobini
Presidente Crest
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