PISTOIA-MONTAGNA. Come si evince dalla lettura del verbale del Tribunale di Pistoia, udienza del 28 febbraio 2014, al Comitato Recupero Ammanco in Comunità Montana non è sta concessa la costituzione di parte civile contro “G.S.”. È stata concessa invece alla Provincia, al Comune di San Marcello e a quello di Cutigliano.
Il Comitato è stato escluso, nonostante il parere favorevole del P.M. dott. Luigi Boccia, in base all’art. 91 del c.p.p., perché in buona sostanza, la costituzione del Comitato è avvenuta dopo la commissione degli eventi oggetto del giudizio.
Se le motivazioni del Giudice dott. Tredici possono non fare una piega, ci domandiamo perché il P.M. aveva, al contrario, dato parere favorevole: probabilmente sono semplici tecnicismi giuridici che però allontanano il cittadino dalla comprensione della norma che dovrebbe essere chiara e facilmente interpretata. Se il giudice così ha deciso, così sia, però ci viene subito in mente un esempio che sa di paradosso, purtroppo tragico e che si attaglia al caso in questione.
Vi ricorderete il tragico evento alla stazione di Viareggio, che è costato morti e disperazione? I familiari delle vittime, costituitisi in Comitato, sono stati ammessi nel processo quali parti civili e tutto ciò “dopo” che il tragico evento era accaduto, e non prima, come previsto dal citato art. 91.
Allora qualcosa non torna: o il cittadino è di per sé ignorante e quindi non in grado di comprendere la legge, o la legge è troppo astrusa e diversamente applicata a seconda dei casi, pur esistendo un medesimo principio che deriva da un medesimo articolo.
Sinceramente non è dato sapere e il Comitato quasi sicuramente si riproporrà all’inizio dell’udienza prevista l’11 giugno 2014.
Nel frattempo, però, la visione degli atti che compongono il processo non potrà essere concessa, e l’eventuale accesso del Comitato nel processo e la richiesta dei relativi termini previsti dalla Legge per un compiuto esame del procedimento in atto, dilaterebbe ancor più questo processo.
È un dilemma che il Comitato Recupero Ammanco dovrà ben valutare, se mai dovesse insistere nel suo volersi proporre come parte civile. D’altronde è anche vero che il Comitato non ha mai creduto ad un solo “reo confesso” ma ha sempre dichiarato che la verità che si era prefissa (e per la quale sono state raccolte in una settimana oltre 1.500 firme di adesione) era quella di smascherare responsabilità, connivenze o omissioni a carico di eventuali politici – e, volendo, anche revisori dei conti. La relazione Eller ce lo fa intendere chiaramente anche nelle parti rese pubbliche e non secretate.
È vero, ci sono gli avvocati di parte civile ammessi al processo: ma in questo caso – chiamatela malizia – una considerazione ci incalza.
San Marcello sceglie come avvocato un professionista che è anche capogruppo del Pd in Consiglio Comunale a Pistoia, mentre Cutigliano si avvale di un avvocato che opera nello stesso studio legale di un conosciuto esponente del Pdl pistoiese.
In Comunità Montana il Pd, sotto le più svariate sigle, ha comandato per trenta e più anni: il Pdl, attraverso un suo esponente e fino allo scioglimento dell’ente stesso, per quasi due anni.
La cosa fa riflettere e, con la franchezza che speriamo ci sia riconosciuta, rileviamo che la scelta di questi due legali si presta a valutazioni del genere più vario. Anche se tutto ciò sta avvenendo nell’ambito di legge. O forse proprio per questo.
Certamente i legali del Comitato, se fossero potuti intervenire nel processo, qualche domanda imbarazzante al “S.G.” l’avrebbero posta in relazione ai rapporti interni all’ex Comunità Montana con le varie figure politiche che hanno soggiornato per anni in quei locali e che niente hanno visto, e anche a quella «zona grigia» rappresentata dai revisori dei conti, che poco sono apparsi in questa vicenda, ma che di questa vicenda sono stati parte superattiva e coinvolta.
Speriamo che queste domande vengano poste dagli avvocati delle parti civili…
Spes contra spem? Mah!
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