PISTOIA. La Giostra 2016 non s’ha da fare!
Quando dopo un anno e mezzo di discussione (troppa) si approva un documento politico pieno di date e di regole, vuol dire che le idee non sono chiare.
Lo sbaglio viene da lontano, dal 22/09/2014 quando in Consiglio fu approvata una raccomandazione che invitava l’Amministrazione a promuovere una consultazione popolare per decidere il futuro della Giostra dell’Orso. Alle data di ieri ancora non è stato discusso il testo del quesito, i modi e i termini della consultazione a partire da un quorum minimo, sappiamo soltanto, a detta della maggioranza, che non avrà valore assoluto.
Si andrà a votare perché ormai si è detto di farlo, per dare un senso e un valore politico ad una raccomandazione, ma niente più. Qualunque sia il risultato se ne dovrà riparlare. Quando? Dove? Forse per programmare la campagna elettorale del 2017. I tempi sono stretti e di mezzo ci sono le nuove elezioni dei rioni, entro il 31/01/2016, imposte dall’Amministrazione pur trattandosi di associazioni private e non in scadenza di mandato. Altrimenti niente contributo, come se il Comune fosse in pari con quelli del 2014 e 2015. E se un Presidente decide di non dimettersi?
In mezzo a queste date una commissione di 15 persone, presieduta dal Sindaco o suo incaricato, dal rappresentante del Centro commerciale naturale, gli Arcieri del Micco ai veterinari, ecc. ecc., dovrà stilare un nuovo regolamento prevedendo non solo nuove regole, ma nuove razze di cavalli. Quali? I purosangue come per incanto non sono più adatti, quindi dovrà essere identificata una razza ben precisa che i rioni, con i loro nuovi Presidenti, dovranno cercare, acquistare, far visitare, accudire e allenare in poche settimane sperando di aver fatto acquisti garantiti.
Sono ancora più convinto che la decisione principale da prendere era quella di stabilire se la Giostra dell’Orso dal 2016 si voleva rifare o no. Che tutti volessero un regolamento che desse una maggior sicurezza a cavalli e cavalieri è appurato, la politica pistoiese ha tolto la Giostra e la stessa doveva deciderne il futuro.
Alessandro Sabella