PISTOIA. La notizia: venerdì 13 maggio al Circolo Arci di Candeglia, con inizio alle 21:30, il bravissimo Aldo Caponi in arte Don Backy, l’autore de L’immensità, terrà un concerto benefico a ingresso gratuito a favore dell’associazione culturale Amici del Ceppo per il progetto di riqualificazione della Biblioteca Medica Mario Romagnoli dell’Ospedale del Ceppo.
Gli organizzatori, tra i quali Mauro Guastini, Valter Tanturli, Carlo Bovani, il consigliere del Comune di Pistoia Andrea Betti, il dottor Gino Volpi, primario di Neurologia all’Ospedale San Jacopo, e la dottoressa Carla Breschi, del reparto di Oncologia dello stesso nosocomio nonché consigliera a Palazzo di Giano, fanno sapere che “nel contesto di Pistoia capitale italiana della cultura 2017 il ricavato (a offerta?) dello spettacolo sarà devoluto sia agli ‘Amici del Ceppo’ sia all’associazione Alice per la lotta all’ictus cerebrale. Un’iniziativa lodevole, quindi, presentata da Sheila Martinelli.
Ma più delle emozioni delle sette note, considerevoli visto il talento di Don Backy classe 1939, il clou della serata sarà rappresentato dal premio, per i 55 anni di sacerdozio alla parrocchia di Candeglia, attribuito a Don Leonardo Giacomelli, “il parroco che ha girato tutto il mondo” per portare aiuto e solidarietà alle missioni del Sud del mondo. Un riconoscimento che arriva, si noti, da un’ex Casa del Popolo, quindi ancor più significativo considerato che in passato non si fu teneri con lo stesso Don Leonardo.
Nato il 29 agosto 1926, Don Leo, un tempo insegnante di Religione alle scuole medie inferiori Leonardo da Vinci di Pistoia, festeggerà per San Pietro e Paolo, il prossimo 29 giugno, 66 anni di sacerdozio, visto che venne ordinato prete nel 1950. Originario di un paese del quarratino, Valenzatico, iniziò il suo percorso sacerdotale a Vignole.
Poi fu cappellano a Capraia (Montelupo) accanto a un sacerdote impedito e cieco. Tornato a Vignole, nel 1955 fu destinato a Sarripoli. Nel febbraio del ’61, infine, venne nominato parroco a Candeglia (e si perdoni se gli organizzatori hanno aumentato a 57 gli anni di parrocchia a Candeglia). La chiesa chiusa perché pericolante, la canonica da restaurare occupata dal parroco anziano e da una famiglia. Un paese difficile per le situazioni religiose e politiche di allora.
Ma Don Leo è conosciuto anche per il desiderio, forte, di scoprire usi e costumi di altre nazioni, dapprima come turista nei Paesi dell’Europa orientale, quando c’era l’Unione Sovietica e imperava il comunismo, e poi a visitare le missioni dell’Africa, di Brasile, India, Cina, Giappone, Nepal e di altri luoghi musulmani.
Non sappiamo se Don Leo, che il prossimo agosto festeggerà un’altra ricorrenza importante – i 90 anni di vita –, potrà essere presente a ritirare il premio: in queste settimane soffre di una fastidiosa labirintite. Certo, per noi che l’abbiamo conosciuto sin da bambini, quest’“omone alto, bello e grosso”, autorevole ma non autoritario, ha sempre messo un po’ di soggezione.
Era un’altra Italia, era un’altra Chiesa: c’erano valori che oggigiorno sono stati trasformati in disvalori, si seguivano logiche e principi, giusti o sbagliati che sia, che almeno offrivano una via comune, da seguire assieme, e non ti lasciavano nell’odierno sfrenato individualismo.
Don Leo non mancava di catechizzare, anche di rimproverare severamente, ma poi, sotto sotto, era generoso perché se ti comportavi bene, con educazione e serietà, ti diceva una parola buona, una sola ma ferma, facendoti sentire già grande.
A Candeglia ha trascorso gran parte dell’esistenza, a tentare di fare comunità. E Candeglia ha fatto bene a non dimenticarselo in questi anni di “riconoscenza, chi era costei?”.
[Gianluca Barni]
NON C’È PIÙ RELIGIONE…
UNA VOLTA ai circoli Arci ci stavano quelli con tre narici che mangiavano i bambini e i preti.
Una volta. E si vede.
Da come hanno ridotto questo Paese…
e.b. – cattivissimo me
La satira è libertà