salute & piana pistoiese. INCENERITORE, TROPPO SILENZIO

Il Direttore del Dip. Prevenzione Stefano Cantini, con la Dir. Paola Picciolli
Asl 3. Il Direttore del Dipartimento Prevenzione, Stefano Cantini, con la Dirigente Paola Picciolli

MONTALE-PIANA. Il Comitato per la Chiusura dell’inceneritore di Montale osserva e denuncia la lentezza usata dagli organi di controllo nella redazione di documenti tecnici in ordine alla grave vicenda dello sforamento di diossine a Montale: Arpat Pistoia ha pubblicato un’inquietante – ma anche sorprendente perché parziale – relazione tecnica il 12 di ottobre scorso, e l’Usl 3, nonostante la diffusione dei computer, l’ha “ricevuta” solo dopo due giorni, il 14 ottobre.

L’episodio dello sforamento di diossine di questa estate ha generato una fortissimo allarme tra i cittadini e le forze politiche dei Comuni proprietari dell’inceneritore e, finalmente, sembra aver fatto aprire gli occhi anche alla cittadinanza di Montemurlo, all’oscuro della minaccia che la investe da oltre trent’anni.

Il Comitato è deluso della lentezza dell’Usl 3 impiegata per predisporre la sua relazione e inviata al Sindaco di Montale solo il giorno 10 novembre, cioè dopo altre tre settimane di rinvio/ritardo: solo il 12 novembre appare sul sito istituzionale del Comune di Montale, nell’apposita sezione riservata per la pubblica consultazione.

Non si potrà pensare che sull’argomento non sussista un più che alto interesse, nonostante – o forse proprio – per la spregiudicatezza dei Sindaci nel minimizzare la pericolosità degli eventi trascorsi.  Tutto questo è, purtroppo, in linea con la costante mancanza di trasparenza e la continua reticenza tenuta dalle amministrazioni proprietarie in supporto alle gravi manchevolezze che si verificano all’ombra della ciminiera.

Spiace constatare che a tale comportamento dei Sindaci e politici vari, si aggiunga anche la inerzia amministrativa degli organi di controllo: in questo modo, il “controllo gestionale” sull’impianto è tradotto in un regime di bassa velocità e minore capacità di contestazione dei vari fattori di mala gestione.

L’inceneritore di Montale
L’inceneritore di Montale

Il Comitato è dunque deluso per l’incompletezza della relazione di Arpat e per il ritardo di quella dell’Usl 3, richiamando l’attenzione sul fatto che gli enti di diritto pubblico, sono al servizio dei cittadini e ricevono stipendi, specificamente pagati con le risorse pubbliche, corrisposti senza ritardo, a ogni 27 del mese.

I principi di etica e deontologia professionale dovrebbero sempre accompagnare dirigenti e dipendenti di tali enti della P.A., ma sembrano essere stati accantonati.

Nessuna citazione è stata fatta sulla completa mancanza del fondamentale “principio di precauzione”. Gli amministratori e i dirigenti saranno certamente soddisfatti per avere formalmente rispettato le formalità burocratiche di “atti dovuti”, ma non hanno risposto all’istanza di informazione e chiarezza dei fatti richiesti dalla cittadinanza in coerenza con la loro missione di “pubblico servizio” ispirato a una correttezza etica per la tutela della “Salute Pubblica”.

Attendiamo adesso di conoscere il – sempre costante – tardivo parere dei Sindaci inceneritoristi, anche considerando l’appello loro rivolto dall’Ordine dei Medici per le successive iniziative di tutela nelle forme previste dall’ordinamento.

[comunicato]

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