
PISTOIA. La Toscana è meravigliosa, amata e conosciuta nel mondo per le sue città, per i musei, per la cultura, per l’arte, per il cibo… Le sue eccellenze enogastronomiche vengono esportate e imitate ovunque, ma l’unica cosa che non sarà mai possibile esportare né copiare è il suo paesaggio.
Uno dei simboli di questa “cartolina” sono i terrazzamenti con centinaia di migliaia di piante d’olivo di proprietà di alcune grandi fattorie, ma più spesso suddivise in una miriade di piccoli appezzamenti che non superano le trecento piante. Il paesaggio collinare toscano è un paesaggio costruito nel tempo ed il suo fascino attuale è il risultato di un felice connubio tra l’azione dell’uomo e l’ambiente naturale.
Tutto ciò è frutto del lavoro delle famiglie mezzadrili nel corso degli ultimi secoli, oggi abbondantemente compromesso dalla fine degli anni 60 con la fine della mezzadria e lo sviluppo industriale. Ma è proprio in quel periodo però che prende origine in agricoltura il fenomeno del part-time e dei coltivatori del tempo libero, “i custodi volontari del territorio”, come amo definirli, che raramente vengono presi in considerazione, mentre costituiscono una ricchezza da non sottovalutare.
A causa dell’aumento dei costi di gestione e l’impossibilità di ricavarne un reddito equo, il fenomeno dell’abbandono è in costante aumento e queste realtà, insieme con le aziende agricole professionali, se supportate economicamente, possono essere un valido aiuto nella tutela del territorio.
Bisogna tener presente che in collina la difesa del suolo è in funzione della presenza dell’uomo, ma ciò riguarda anche la pianura: l’agricoltore regima il deflusso primario delle acque limitandone e controllandone l’irruenza ed i conseguenti rischi di alluvioni.
Ecco allora che l’olivicoltura non è importante solo in funzione di se stessa, ma per i riflessi positivi che essa ha nei riguardi della difesa del suolo e della valorizzazione paesaggistica e turistica.
Per difendere il paesaggio agrario, salvaguardare il territorio di collina e limitare i rischi di alluvioni in pianura, occorre un’adeguata presenza dell’uomo in collina, presenza che non può essere disgiunta da un’adeguata ed etica fonte di reddito, e l’olivicoltura può racchiudere tutti questi elementi.
Sul Montalbano si stimano circa 60.000 alberi di olivo abbandonati, con una percentuale che si aggira intorno al 20%, con relativo aggravamento del dissesto idrogeologico. Sarebbe interessante avere il quadro generale dell’intera situazione della provincia di Pistoia.
La Regione Toscana, pur essendo al corrente della situazione, la sottovaluta mentre urgono interventi rapidi per vincere il degrado. L’agricoltura è tornata al centro dell’agenda politica del Governo con la Legge di stabilità 2016, ma si parla solo di agricoltura professionale, mentre servono risorse anche per gli investimenti finalizzati sul territorio da parte di chi, come privato cittadino, svolge un ruolo parallelo nel mondo rurale, mantiene curato il patrimonio ambientale seguendo un percorso sostenibile e virtuoso, tutela le forme di paesaggio agrario e rurale così come secoli di lavoro li hanno tramandati a noi e porta avanti, con sapienza e passione, quelle colture olivicole residuali e marginali che l’attuale sistema mette a rischio di estinzione.A tale scopo il Circolo di Legambiente Pistoia, al fine di salvaguardare con lungimiranza gli interessi economico-ambientali e turistici locali e della Toscana, propone di:
- rendere detraibili dalle tasse, in sede di dichiarazione dei redditi, le spese sostenute per la conduzione di oliveti amatoriali, comprese le spese di frangitura delle olive, fino ad un massimo di 300 euro l’anno, e comunque non superiori alla somma delle addizionali comunali e regionali sostenute dal piccolo produttore,
- richiedere un supporto economico e formativo per il recupero paesaggistico e agrario di terreni olivetati incolti,
- sensibilizzare e coinvolgere realtà, enti ed istituzioni territoriali, comprese le associazioni di categoria interessate.
Antonio Sessa
Legambiente Pistoia