SAN JACOPO E MALATTIE INFETTIVE

Reparto infettivo pressurizzatoPISTOIA. “Il reparto denominato degenze protette è stato progettato e costruito con la finalità di accogliere al suo interno pazienti che potessero essere messi in regime di isolamento positivo e negativo… il progetto tecnico previsto nel progetto esecutivo del nuovo ospedale San Jacopo garantiva tali condizioni con un buon margine di flessibilità… le modifiche alle pressioni potevano essere effettuate a gruppi di 4 stanze… in linea con la legge 135 del 1990 e tutta la normativa vigente all’epoca della definizione del progetto esecutivo (2010)”.

Visto però che “il 7 febbraio 2013 sono state approvate nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni le nuove linee guida per la Prevenzione della tubercolosi negli operatori sanitari e soggetti equiparati… i Direttori Sanitari delle 4 Asl toscane degli ospedali nuovi… hanno deciso pur ribadendo la bontà del progetto originale… di richiedere alcune migliorie basandosi sulle indicazioni del documento del febbraio 2013”.

Udite! Udite! Sino ad oggi tutti i reparti di malattie infettive di tutti gli ospedali d’Italia non potevano gestire la pressione della stanza singolarmente ma a gruppi di 4 stanze!

Fortunatamente a febbraio 2013 le Regioni si accorgono che si può migliorare quell’eccezionale performance riuscendo  – la notizia ha dell’incredibile – a gestire la pressione stanza per stanza! Sarà bene informare gli altri ospedali che i loro reparti di malattie infettive non sono a norma?

Basta scherzare. C’è già chi lo fa. Il fatto è che quando il San Jacopo viene inaugurato, ai responsabili di quel reparto cadono le braccia. Come si fa a lavorare in maniera così precaria? Non solo il controllo della pressione era inadeguato, ma mancava anche il “controllo della pressurizzazione del locale”, non c’era un allarme che avvertisse della caduta di pressione, le porte non erano a chiusura automatica, né interbloccate, né motorizzate e i filtri di ricambio aria erano inadeguati.

Per svariati mesi quella parte dell’ospedale rimane chiusa per poter attuare, dice la Asl, “un miglioramento delle degenze protette consistente nel miglioramento delle caratteristiche strutturali e impiantistiche”. Insomma, dice l’Asl, si vuole realizzare “una maggior flessibilità della struttura, con la possibilità di modificare, in ogni singola stanza, il regime pressorio”.

Impianto da fare ex novo? Non diciamo sciocchezze! L’impianto andava bene così come era. Rispondeva alle norme del 1990? E allora perché migliorarlo? Che diamine. Perché il 7 febbraio del 2013 la Conferenza delle Regioni licenzia nuove linee guida per prevenire la tubercolosi negli operatori sanitari che prevede la regolazione delle pressioni in ogni singola stanza’ Se non c’era quella indicazione il reparto andava bene così!

Costo dell’operazione? 332.526,89 euro. A carico della Asl ovviamente.

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