PISTOIA. Avevamo già dato la notizia, in «Il quartiere di Porta San Marco», libro e mostra fotografica, che sabato 12 settembre si svolgerà la presentazione della seconda edizione del libro curato da Gaetano Severini e Marco Paolini.
Ospiterà la presentazione il chiostro di San Lorenzo, luogo del cuore del quartiere stesso, sebbene negli ultimi anni, nonostante il recente restauro e la restituzione alla città, abbia perduto la centralità, anche nell’immaginario, che aveva nei decenni passati.
Dal 12 al 19 settembre lo stesso chiostro sarà aperto, dalle 10 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 19, per esporre la raccolta fotografica assemblata nella lunga e minuziosa ricerca delle immagini per la realizzazione del libro.
Foto e immagini che vanno a costituire una sorta di album di famiglia del quartiere, raccontando com’era la vita dei sammarchini e conservandone la memoria.
C’è un’immagine degli anni 50 che ritrae l’area del ponte sulla Brana, quando lungo le mura si fermavano gli “zingari”: allora venivano chiamati così e non era politicamente scorretto.
Dal dopoguerra si fermavano a sostare tra le mura e il torrente, dove oggi passa la ciclabile, sostando con i loro carretti tirati dai cavalli e le casine in legno.
E poi la Gennì: chi non ricorda la bottega di via di Mezzo (tra le scuole Frosini e via di Porta San Marco)? Tutti portavano qualcosa da riciclare e ricevevano un corrispettivo, a dimostrazione che l’economia circolare del riciclo e dell’uso efficiente della materia non sono una novità della cosiddetta green economy ma semplicemente il mezzo più razionale per non produrre inutilmente rifiuti come vorrebbe invece la dittatura dell’usa e getta.
«Noi ragazzi facevamo il bagno al bozzo di via dei Campisanti, sotto il bastione della Sandraccia» ci racconta Gaetano Severini, con una certa soddisfazione per la mostra allestita e visitabile dal prossimo sabato pomeriggio.
«Recuperavamo latta, ossa e pelli perché la Brana portava in giù gli scarti dei Macelli. La Gennì portava gli ossi alla Sardigna e noi riuscivamo a guadagnarci qualcosa».