SANITÀ, “ALLEGORIA E DERISIONE” DAI POLITICI TOSCANI

Manara - Lo schiaffo di AnagniPISTOIA. Mancava lo schiaffo finale che è puntualmente arrivato.

Il Crest (vedi) si è visto bocciare tutte le proposte formulate e che solo il Consigliere Regionale Sgherri ha avuto la bontà di presentare in Consiglio. Gli altri “signori consiglieri” non le hanno ritenute degne di nota e di attenzione. Bravi!

Riteniamo sinceramente che la delusione sia stata tanta, per gli amici del Crest, ma è bene considerare che le elezioni si avvicinano e l’arma della ritorsione, cioè non votare questi signori, sia legittima e dovuta.

Siamo anche convinti che una battaglia perduta non sia una guerra perduta, se solamente si vorrà ricordare, al momento giusto, nel segreto dell’urna – dove Dio ci vede ma Stalin no – o standosene a casa propria, che questa gente non è in mala fede, ma è solo il “prodotto” naturale di una società che uccide lo stato sociale e abbraccia la “usuracrazia” dilagante avendo sposato il globalismo e la mondializzazione come stella polare dell’esistere.

Sono figli legittimi di un sistema illegittimo in ci il quasi mezzo miliardo di € fra Massa e Pistoia (420 milioni + 50), sottratti alle tasche pubbliche, devono ancora trovare un percettore fisico perché sono… scomparsi nel nulla come per una magìa di Silvan.

Sono i figli naturali, questi “signori”, di una politica che non scende in strada, ma che elabora progetti sulla carta e “invia” i suoi scagnozzi ad attuarla a qualsiasi costo.

Così a San Marcello Pistoiese, come in tanti altri Comuni “disagiati” della nostra Regione, uccidendo la sanità, accettando supinamente che banche e poste, dopo aver lucrato per decenni, decidano di “traslocare” altrove, e in contraccambio ci diano un “Ecco fatto” che altro non è che la prova provata della distorsione mentale che attanaglia questi esseri umani chiamati politici. Tutti disposti a tutto e disponibili al suo contrario pur di “sgraffignarvi” il voto alle prossime elezioni, perché, piaccia o non piaccia, questa è la democrazia.

Un esempio. Mentre la Montagna si interroga su quale “resto” di futuro poter fare affidamento, fondendosi a quattro, a due o mantenendo le proprie municipalità, un nostro gentile ospite, il sig. Daghini, in un suo intervento su questo quotidiano, risolve il tutto, non conoscendo – è chiaro – la Montagna: “Il circolo di Rifondazione comunista di Serravalle pistoiese è fortemente critico sulle fusioni di comuni in corso e di altre ventilate. Non tanto per i piccoli comuni, in particolare quelli montani con pochi abitanti, nei quali l’operazione può essere salutata con piacere perché i servizi, così, sarebbero ottimizzati con costi inferiori” (vedi).

Come si può osservare, il particolare, di fronte al generale (la sua Piana Pistoiese) non ha valore e tutto si giustifica con un problema di costi. Una voce che non proviene dal bieco ambiente reazionario bensì dalla parrocchia politica che a parole, e solo a parole, dichiara di voler fare gli interessi degli “ultimi”.

Così va l’Italia di oggi: per quella di domani ci auguriamo un prolificare di Crest, non solo nel settore sanità, ma anche in altri ambiti del vivere civile perché attendere risposte politiche da chi avrebbe il dovere di darle e attuarle, al momento presente, è solo follia allo stato puro.

Attenzione, perché da qui alle elezioni regionali avremo da vederne e da sentirne “a balle”… di balle!

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