FORNACI-PISTOIA. [m.f.] Si è svolto ieri sera, giovedì 1° ottobre, al circolo Pd di Fornaci a Pistoia, l’atteso incontro pubblico con l’Assessore alla Sanità della Regione Toscana Stefania Saccardi dal titolo “Sanità e riforma”.
L’Assessore, erede del disastro sanitario del suo predecessore Luigi Marroni, è stata contestata inizialmente con fischi, ma anche con argomenti a cui non ha opposto alcuna argomentazione e giustificazione.
Valerio Bobini presidente del Crest, il Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana, è intervenuto riportando il dibattito sui binari del confronto.
Un intervento pacato che smorza i toni accesi della contestazione iniziale, ma dritto al cuore del problema: la sanità così non funziona.
Vedi il video: https://youtu.be/9nnY6n62COI
C’ero anch’io ieri sera alle Fornaci, e gli argomenti su cui riflettere, dopo una serata del genere, sono molti.
Intanto, che le urla, le minacce, la violenza, anche solo verbale, specialmente se avvengono all’inizio, a prescindere da ciò che verrà detto, non pagano; anzi, sono decisamente controproducenti.
Mentre il signore (che peraltro in molti conosciamo bene), insieme ad altri, faceva i suoi proclami in maniera becera (ancorché su molti aspetti giusti nel merito), la Saccardi, nonché le signore della politica locale (Caterina Bini, Federica Fratoni), ed altri “notabili” P.D del presente e del passato, se ne stavano tra il tranquillo e l’infastidito, semplicemente ad aspettare che la cagnara finisse, salvo un breve intervento stizzito della Bini; e quando i “disturbatori”, ancora urlando, se ne sono andati, le espressioni dei “notabili” di cui sopra, erano semplicemente di commiserazione, di condiscendenza, di fastidio, ma niente di più. Per cui, la lezione è: mai pensare di spaventare questa gente, dagli stomaci foderatissimi, con un po’ di urla.
Ed allora, si dirà: proviamo a farlo con fondati argomenti di merito. E Valerio Bobini, che tra l’altro, per essere lì tra noi, era venuto appositamente da Bibbiena e dintorni, ci ha provato, in maniera egregia, pacatamente ed incisivamente nello stesso tempo. E dopo di lui, in mezzo ad altri interventi fiancheggiatori di qualche “papavero” dell’apparato, altri hanno parlato in maniera incisiva e capace di mettere senza tante storie il dito nella piaga, come ad es un medico della Valdinievole.
Risultato: di fatto, zero. La Stefania Saccardi, che è persona a sua volta calma, pacata, gentile, capace di non perdere quasi mai le staffe e con una discreta capacità oratoria, non si è scomposta. Ha semplicemente, in gergo calcistico, organizzato un ossessionante giropalla a centrocampo, capace di spuntare ogni velleitarismo; ha parlato, parlato, parlato, ma senza mai rispondere veramente nel merito. Così ieri come a Santomato in estate. E questo è l’handicap peggiore per i poveri mortali che vorrebbero risposte concrete e di merito ai problemi: quello di riuscire ad interrompere la snervante melina di chiacchiere e farsi rispondere davvero alle domande che pongono.
Perché alla fine (era quasi mezzanotte, ma anche se fossero state le tre, niente sarebbe cambiato) nulla è stato risposto alle contestazioni sull’eccesso di dirigenti nella sanità, sull’eccesso dei loro guadagni, sulla loro sostanziale impunità quando commettono errori anche gravi (vero, Scarafuggi?), sulla loro nomina di origine politica e quindi sulla gratitudine che poi devono al politico di riferimento, sul fatto che la sanità funziona con criteri aziendalistici di budget, sui tagli al personale ed alle sedi ospedaliere periferiche. O, peggio ancora, davanti a certi rilievi, si è mentito, invocando la legge ed anche il dettato costituzionale, che non ammettono certe cose, come per esempio che si possa accedere a determinati ruoli senza concorso. Il fatto è che nell’Italia di oggi, di tutto quanto dice la legge, se non fa comodo, ci se ne frega altamente.
Ed allora, la riflessione finale, è una: che un presidente, un assessore, una figura comunque, che dovrebbe essere al servizio dei cittadini, dare loro spiegazioni e chiarimenti, registrarne i suggerimenti e le lamentele, chiedere scusa, se è il caso, ammettendo errori ed omissioni quando ci sono, almeno in Italia, non recita affatto questo ruolo; si trasforma invece in una controparte, un avversario, magari ben educato e suadente, ma sempre un avversario, il cui unico scopo è quello di fare quadrato a difesa del proprio apparato, del proprio padrone di riferimento, della propria ristretta cerchia e di interessi che, come minimo, anche quando non presentino profili di reato, sono comunque diversi e contrari da quelli dei cittadini.
Piero Giovannelli
Ho la bronchite e la febbre a 39.5° e forse sdò. Allora, un manipolo nero, cioè fascista, ha precluso il democratico dibattito.
Ma la Legge Mancino per questi topi di fogna non esiste? Ancora dobbiamo assistere a questi rigurgiti? Hazet 36, fascista dove sei? Se lo sta chiedendo ancora Sergio Ramelli.
Bambola, non c’è una lira ed i tempi cambiano! Adesso, compagnucci della parrocchietta, puppatevi i vostri parti acefali.Mi sta salendo la febbre, debbo chiudere.Le mie ultime parole : il comunismo non si discute, si combatte. I democristiani non si discutono e nonsi combattono; sonno un batterio invincibile. Prodi docet. Renzi docet. Buona notte, sto per svenire ( dal ridere).