«SANITÀ? NO, ROBA DA MATTI»

San Jacopo. Taca banda al... gommone
San Jacopo. Taca banda! al… gommone

PISTOIA. Bisogna talvolta sperimentare “de visu” per poi poter riferire senza tema di smentita.

Scusate se la vicenda personale è oggetto delle conseguenti considerazioni.

Ore 18:15 di sabato 21 febbraio. Mi reco per necessità a trovare un parente che è stato ricoverato e non sapendo dove è stato “collocato” mi rivolgo al “triage”, cioè, per le persone normali, l’accettazione o la vecchia portineria dei bei tempi che furono.

“Uno” mi dice che quel nominativo figura dimesso il 20: peccato che il 21 sia stato nuovamente ricoverato, ma loro non sanno dove. Probabilmente lo sanno l’Abati o la Turco, però ho la sensazione che questi due “signori” siano in altre faccende affaccendati.

Probabilmente sono ad ammirare l’ultimo frutto dei loro profondi pensieri, affidati a una band scatenata che, superando di gran lunga i decibel di un posto come si converrebbe ad un ospedale ma non a una balera, tramutano l’ingresso del “gommone” in una discoteca forsennata nei suoni e negli strumenti.

Tamburi, una virago di rosso vestita che vorrebbe cantare, ma a me sembrano urla forsennate. Mi stanno scoppiando i cosiddetti e anch’io mi ricordo di essere un ignorante, quando mi pare, e comincio a urlare e dire parolacce ma nessuno mi sente.

Vi giuro, un casino del duemila in quell’ingresso. Sono costretto (proprio costretto) ad uscire e chiamare un parente per sapere dove è finito il paziente. Mentre sono fuori esce una signora con una bambina che urlando anche lei, si lascia andare a valutazioni adeguate a questo bordello.

Il parente mi informa dove hanno messo il paziente: rientro dentro, solito casino, solite mie considerazioni a voce super alta, tanto nessuno mi sente e raggiungo l’obiettivo, transitando davanti allo S.P.D.C., che sarebbe il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura.

Mi assale il dubbio che questi utenti abbiano deciso una chiassosa rivolta. Apro l’uscio ma mi sembra che il reparto sia normale: quindi deduco che Abati, Turco e soci, loro sì, abbiano veramente bisogno di S.P.D.C.

Spero che leggano, questi signori, e mi querelino per oltraggio al loro cervello.

Potrò dimostrare che un luogo di ansia, di dolore, di raccoglimento e di cura non po’ essere scambiato per una discoteca, e che certe manifestazioni canore, questi “soloni” se le devono fare alle loro feste dell’Unità (dove però l’accoglienza e il prodotto è assai migliore) oppure alle feste dell’Amicizia, quelle di memoria democristiana, dove si entrava con diecimila lire (così mi hanno detto) e si usciva “puliti” o perché si era banchettato o perché qualcuno ce le aveva fregate (le diecimila lire).

Domanda finale: ma se uno entra dentro il “gommone”, vede questa sozzura e si incacchia di brutto, che fanno? Lo ricoverano allo S.P.D.C. o sarà il caso che il T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio) sia fatto ai caporali dell’Asl 3?

Una cosa è certa: prima o poi qualcuno darà davvero “di balta” e io testimonierò delle di lui buonissime ragioni!

Vedi: https://www.linealibera.it/sanita-pistoiese-anche-la-mabellini-entra-in-ospedale/

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