PISTOIA. Leggete prima di tutto bene questo post di Enrico Rossi e riflettete (vedile anche qui).
È di ieri la notizia che il sig. Scarafuggi e un suo socio hanno ricevuto l’avviso di fine indagine per un “buco” di cinquanta milioni di euro nel bilancio dell’Asl3.
Stiamo parlando dello stesso Scarafuggi che, se non andiamo errati, fu coinvolto – ma ieri stesso prosciolto – anche nel buco dell’Asl di Massa per ben 420 milioni di euro. Una somma, come ebbe a dire un compagno di partito del Rossi, il Consigliere Regionale Venturi (rivotatelo a maggio prossimo, eh!) che si sarebbe potuta tranquillamente “spalmare” fra la popolazione-utente, quasi a significare che il malaffare è una cosa normale e accettabile anche da parte del popolo lavoratore.
“L’affare” di Massa non convinse – allora imprudentemente, visto che il proscioglimento è solo di ieri (vedi Il Tirreno del 23 ottobre 2014, pag. 7) – il rosso Rossi a mettere un po’ in quarantena il sig. Scarafuggi, ma anzi il Presidente (prima no, ma oggi renziano e sorretto da Renzi – la potenza della seggiola!) lo destinò a Pistoia e, a indagine ancora in corso (Rossi non poteva sapere allora cosa sarebbe successo ieri mattina!), gli consentì di prendere anche il ricco premio per gli obiettivi conseguiti. Poi lo fece tornare a casa a Empoli.
Nonostante questo poco edificante esempio di “amministrazione” controllata (dalla Magistratura), la faccia tosta di questo politico obnubilato nei suoi intendimenti è spaventosa: scomoda addirittura un’icona del comunismo nostrale come Berlinguer che arrivò un poco in ritardo a comprendere che il comunismo era morto e sepolto fin dalla sua nascita, ma che aveva il merito di essere, per quei tempi, un galantuomo.
Adesso il rosso Rossi ci spieghi la frase: «ma devono anche essere combattute e liquidate le baronie e le clientele dei “pirati della salute”, che portano a sprechi enormi e alimentano insopportabili discriminazioni».
Chiediamo sommessamente aiuto a qualche psichiatra per chiedere quale patologia affligga il Presidente della Regione perché se la sanità è una cloaca pubblica, gli amministrativi – dai gradi intermedi a quelli superiori – percettori di stipendi abnormi, e l’organizzazione sanitaria, niente affatto metaforicamente, galleggiante, la colpa è forse del necroforo dell’Asl?
Chi, prima come Assessore alla sanità regionale e poi come Presidente della Regione stessa è il massimo responsabile di questo sfascio?
Lui e solamente lui, il rosso Rossi che distrugge Ospedali e Sanità solamente per ripianare le malefatte e gli stipendi faraonici dei suoi sodali, collocati a dirigere non per capacità ma per tessera. Quella sua (d’ora innanzi, magari, anche di coloritura renziana).
Qualcuno vorrà cominciare a dire chiaramente che non le Province andavano soppresse (anche se non lo sono state…) ma le Regioni, terminali di tutti i furti, ruberie e malaffare che la nostra politica sa produrre così copiosamente?
Ci sarà un perché se tutte (e dico tutte) le Regioni sono inquisite per scandali più o meno consistenti?
C’è una ragione: l’Italia è piena di Scarafuggi e Rossi, è piena di impunità e di prescrizioni, è piena di incompetenze, ricatti politici e poteri che se ne fregano della gente e dei magistrati lealmente fedeli alla legge ed alla giustizia, perché sanno – più o meno – di essere impuniti e impunibili.
In questa Italia da schifo, le prime file del potere sono rigorosamente riservate ai mascalzoni, agli incompetenti e ai mascalzoni/incompetenti.
Questa è la verità, ma se qualcuno ne avesse da proporre un’altra, saremmo curiosi di sapere.