
PISTOIA. Guardiamo se le veline ufficiali del San Jacopo risponderanno.
Ieri, 6 giugno 2014, una paziente si è recata presso gli ambulatori rigurgitanti di pazienti, in un budello chiamato corridoio e omnicomprensivo di tutte le patologie che il “canotto” (l’ospedale galleggiante di Pistoia – n.d.r.) offre, dove l’unica cosa decente è la porta di sicurezza per sfuggire a eventuali emergenze.
L’unica emergenza da cui fuggire, ce ne rendiamo subito conto, è la direzione generale dell’ospedale e collegàti. I caput mundi di questo paradosso. Ma torniamo ai fatti.
La paziente è stata fatta accomodare in una stanzina accanto ad un signore in barella, spalla a spalla, per lo stesso esame, forse. Dietro una tendina, un’altra paziente per una visita cardiologica; paziente 1, paziente 2 e paziente 3. Un casino nel quale il sig. Abati e la sig.ra Turco evidentemente sono vissuti e che condividono culturalmente e politicamente. La responsabilità di quanto affermo è personale. Proseguiamo e qui viene il bello.
Per accedere alla visita è necessario il pagamento del ticket che, in caso di patologia cronica, non è dovuto. Peccato che la richiesta del medico di famiglia sia antecedente di qualche mese alla visita, “gentilmente concessa e prenotata” al Cup sei mesi prima della visita di cui parliamo, e tre dalla richiesta; e peccato che, nel frattempo, l’Asl 3 abbia inviato al paziente la dichiarazione di “cronicità” del malanno e conseguente esenzione tal ticket.
Un piccolo inciso: paghiamo le tasse anche sugli starnuti per la sanità, anche a partire dall’assicurazione moto, motorini ed auto: controllate e verificate.
Allo sportello 1 dell’accettazione, un gentile signore, dinnanzi alla mia contestazione che il paziente è esente, tramite presentazione dell’attestazione, ci dice che deve sentire il responso del capo “gallinaio” dell’accettazione e ci riferisce che si deve pagare perché la ricetta è antecedente alla dichiarazione di esenzione dell’Asl 3.
Lo stesso medico, stupito per il pagamento, non richiesto, telefona al servizio accettazione, contesta il metodo e si sente rispondere che tutto ciò è frutto di “disposizioni aziendali”.
Avete compreso bene: “disposizioni aziendali”, ovvero magna-magna e succhia-succhia. Per pagare i lauti stipendi dei compagni Abati/Turco? E per questo gli danno anche un premio, al San Jacopo [vedi]?
Direttore, questo è uno schifo. Si intaschino pure i 32 euro non dovuti che il paziente ha pagato: è, a mio parere, una estorsione. Con ampia facoltà di prova.
Adesso la velineria dell’Asl 3, messa in quel posto, sicuramente per meriti e per magnificare il “canotto”, vorrà spiegarci? Per quel che mi riguarda, gli € 32,00, non dovuti ma pagati, ognuno può collocarseli dove vuole.
Ma qualche medico, paramedico e quant’altro che vive e opera nel “canotto” San Jacopo e soprattutto l’intersindacale medica, non ha niente da dire?
Direttore Bianchini, potremmo istituire il premio cittadino Vanni Fucci Ladro?
A Pistoia avrei già molti personaggi interessati…
One thought on “SANITÀ, TICKET O ESTORSIONI?”
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