PISTOIA-AGLIANA. Quando è stato chiamato il 118, l’ambulanza libera era proprio della Misericordia di Agliana che è giunta rapidamente all’abitazione del probabile infartuato, colpito da dolore anginoso improvviso, poi rivelatosi non dovuto al cuore.
Il personale paramedico è stato molto efficiente: hanno subito fatto il tracciato di elettrocardiogramma necessario al medico dell’emergenza arrivato a ruota per la prima diagnosi.
La visita del medico del 118 è stata confortante, ma non convincente. E così ha disposto il ricovero in ospedale, in codice giallo. La prassi di soccorso è stata eseguita con tempestività e gentilezza dal team composto da due volontari, l’autista, l’infermeria e il medico: alta professionalità.
Il dipartimento di emergenza del San Jacopo, ha ricevuto il paziente alle 11:30 e dopo averlo correttamente classificato nel triage, lo ha dimesso alle 17:50 con diagnosi di un banale dolore intercostale, molto sospetto ma fortunatamente irrilevante.
Siamo rimasti nella sala di attesa per quasi 5 ore e mezzo e abbiamo potuto apprezzare l’impegno profuso da medici e paramedici nel gestire il sovraffollamento: alle 14:30 erano presenti 57 pazienti con l’ospedale saturo e nessun letto disponibile, tanto che i ricoveri inevitabili venivano inviati agli ospedali di Pescia o Firenze.
L’infermiera dell’accoglienza ha faticosamente – per non dire drammaticamente – gestito il carico dei pazienti “tipici” del reparto di emergenza, e quello straordinario dei “bambini influenzati”, dal momento che al San Jacopo manca un pronto soccorso pediatrico.
Da informazioni raccolte, il ritardo della diagnosi – come quella del paziente di Agliana – è anche da ricondursi alla presenza di un solo medico radiologo nell’intero ospedale; un medico che, immaginiamo, avrà fatto un turno massacrante per la copertura dell’emergenza essendo già impegnato nello stesso tempo anche nel setting appropriato: al San Jacopo sono infatti spariti i reparti clinici. anche questa è una delle tante innovazioni e conquiste della mirabile sanità di Rossi.
La radiografia toracica del paziente aglianese è stata fatta dopo le 15 circa e refertata dopo oltre una ora e mezzo, atto ultimo del percorso clinico di diagnosi. E meno male che non era un infarto o la persona sarebbe passata a miglior vita!
Un anziano, già in terapia anticoagulante, è giunto con un taglio sulla fronte (vedi la foto) che sanguinava abbondantemente, ed è stato messo a sedure con il pubblico nonostante il tovagliolo grondante usato come tampone: è stato codificato “bianco e lettera L” e ammesso alla visita dopo 50 minuti con la sua inarrestabile ferita.
La sala d’attesa era stipata di familiari di ricoverati e genitori con bambini affetti da sindrome influenzale (valgono 2×1): e si è riempita fino al disimpegno dell’ingresso, mentre altri accompagnatori si sono spostati anche fuori, non per fumare ma per respirare meglio.
Il 26 dicembre, giorno di “ordinaria follia” al San Jacopo: c’è da chiedersi se questo quadro emergenziale ciclico non era prevedibile anche da parte dei dirigenti dell’Usl, profumatamente pagati a colpi da 10mila e passa euro al mese. È meglio avere due medici in reparto per coprire servizi o un dirigente-burocrate, il più delle volte caro al Partito Dominante, dietro una scrivania a disorganizzare le necessità del servizio sanitario?
Quanti radiologi devono presidiare un ospedale come il San Jacopo? Esistono delle risorse professionali disponibili o sono state tutte esaurite dalla proliferazione delle dirigenze distribuite a man bassa? Forse i diktat del socialista Rossi sono di ridurre le spese del personale ma non quelle dei dirigenti de noantri”? E si tenga presente che l’ex Asl 3 di Pistoia è quella più scarsa di medici e più disseminata di dirigenti – almeno questo abbiamo letto negli ultimi tempi!
Gli oltre cento familiari che hanno bivaccato – mediamente sei ore: e fortunati quelli a sedere! – nella sala di attesa, dovevano proprio rimanere lì come in un carro bestiame?
Dobbiamo essere sempre noi a contestare queste inammissibili inefficienze o dovrebbe interessarsene tutta la “dirigenzìa” inutile cresciuta nel pollaio del Marchese Morello del Ciocco?
[Alessandro Romiti]
Buon Natale, per i pontieri con la benedizione del Santo Padre di fare ponti di pace …
Per altri ordinaria amministrazione “burocratica”, alle prese con le carriere “verticali” … non sono considerate quelle orizzontali …
La base è piatta … tutti, dico tutti, generali … gli esecutori (la base) precari, in attesa …
Lo spettacolo descritto dal milo amico Alessandro … preparati per la fine dellìanno …
Pier … il rompiscatpole
Tre brevi considerazioni. 1 Mi pare evidente che la sala di attesa e il personale del pronto soccorso sono scioccamente strutturati per un paesotto di 20/30.000 persone e non sembrano in grado (nonostante l impegno profuso dai singoli operatori) di soddisfare dignitosamente l’ utenza di una città con 90.000 abitanti oltre la provincia.
2 Mi pare di capire che non tutti i dirigenti medici assunti dalla Asl sono medici “in prima linea”, ma alcuni sarebbero “amministrativi” che non visitano i pazienti ma si occupano di questioni “amministrative” (in percentuale quanti sono i dirigenti medici “in prima linea” che visitano i malati, rispetto ai dirigenti medici amministrativi ?).
3 Quando sarà rifatto un convegno in agriturismo per migliorare l amalgama ?
Pienamente condivisibili il commento e le domande che si pone il “cittadino comune”, ma non solo lui, ma non solo in questa occasione di malfunzionamento sanitario, ma anche in altre. Allora, il problema si sposta su un altro versante. A tutte queste domande, dubbi, considerazioni e, magari, talvolta, anche improperi, chi risponde? C’è qualcuno, da qualche parte che si decide a rispondere? E, casomai, in modo sincero e non con veline di palazzo? E con la seria e fattiva volontà di rimediare? Altrimenti è tutto inutile, e la prossima volta potrebbe accadere di peggio.
Piero.