san[t]ità distrutta. «NESSUNA PIETÀ PER I TRADITORI DELLA COSTITUZIONE E DEL POPOLO»

Rossi e la politica – Il Tirreno. Così parlò Zaratustra

PRIMA DI TUTTO una considerazione: quando governava il Berlusca la sinistra con la complicità della stampa e della magistratura sinistra e di sinistra, lo massacrò sui giornali un giorno sì e l’altro pure.

Moltissimi italiani si sdegnarono di questi comportamenti persecutori e chiaramente finalizzati a colpire il partito attraverso l’uomo che lo incarnava. Una barbarie che, mutati gli attori e i giornali, sembra ripetersi per il grullarello di Rignano, alias Matteo Renzi, e per il suo contorno.

Attrice ancora una volta una magistratura che si accorge della obbligatorietà dell’azione penale solo quando le fa comodo e nelle forme e nei modi che più le aggradano.

Se fu barbarie per Berlusconi, altrettanto lo sta divenendo per il “grullarello” e i suoi amici con buona pace di quei quotidiani che allora si stracciavano servilmente le vesti e oggi usano gli stessi metodi.

Questa, lasciatemelo dire, è veramente un’Italia di merda!

Certo che i compagni se le vanno anche a cercare: leggete quello che afferma quel “poveretto” di Enrico Rossi a proposito di Marroni.

Luigi Marroni

Marroni è ben conosciuto a Pistoia, sulla Montagna Pistoiese, a Pescia e sicuramente in tante altre zone della Toscana come il “boia della sanità” al servizio di Rossi che prima lo nomina direttore generale di un’Asl e poi assessore alla Sanità.

Marroni il boia e Rossi il becchino, il primo divenuto (a sua insaputa come Scajola?) amministratore delegato della Consip, centrale preposta agli acquisti pubblici (roba da miliardi di euro l’anno) e il secondo, nonostante il tradimento verso i suoi ex compagni (vedi Elena Baldi), ancora ben saldo sulla seggiola di Presidente della Regione.

Vorrete scusarci, ma i traditori di qualsiasi razza e specie ci fanno senso perché rappresentano il Dna storico e documentabile di questa repubblica.

Il sig. Rossi, la cui Signora lavora anch’essa in carica apicale in qualche Area Vasta della Toscana, ha la faccia di affermare che “la politica deve stare lontana dalle gare, dalle aste pubbliche e dai concorsi. Deve proporsi di non interferire. Deve avere un sacro timore della possibilità, anche solo con comportamenti sbagliati e superficiali, di violare le leggi che regolano il corretto funzionamento della cosa pubblica”.

Paolo Morello Marchese

Sbaglio se dico che questo individuo ha necessità di una visita psicospecialistica? O molto più semplicemente ha una faccia di bronzo e pensa che i cittadini toscani siano tutti uguali agli asinelli volanti che vivono nelle sue ex case del popolo?

Non contento delle temerarie e squilibrate affermazioni in tema di pubblica moralità amministrativa, questo futuro abitante del nono cerchio dell’inferno dantesco (quello dei traditori) ci viene a dire che Marroni, che lavorava in Fiat Trattori, gli fu proposto “en passant” quale amministratore di una Asl dalla università di Pisa; insomma, così, casualmente e senza alcuna “raccomandazione” talché, continua, “venne nominato (il Marroni) con un po’ di temerarietà”. Temerarietà?!

Queste espressioni détte in un aula di tribunale “serio” e alla presenza di magistrati “seri” comporterebbero istantaneamente il reato di oltraggio alla corte, cioè al popolo.

Dimenticavo l’accusa: art. 661 c.p. – Abuso della credulità popolare.

Enrico Rossi il Monarca dellaToscana

Anche noi affermiamo che certe argomentazioni sono un’offesa all’intelligenza del comune pensare (al quale Rossi fa finta di non poter arrivare) perché potremmo ben dire che nella Sanità gestita dai vari Marroni, Abati, Morello Marchese, etc. la raccomandazione per migliorare il proprio status comincia fin dalla pulizia dei corridoi…

Se Rossi dovesse incappare in qualche guaio giudiziario, contraddicendo quanto scritto all’inizio, ci faremmo in quattro per finire di rompergli la schiena perché individui di questo “spessore” hanno premeditatamente e pervicacemente perseguito la distruzione del servizio sanitario toscano.

Nessuna pietà per individui di questo genere e per le loro servili e ciondolanti appendici. Con l’aggravante di essere un traditore, poi.

[Felice De Matteis]

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