PISTOIA. Creare sinergie virtuose tra i diversi specialisti e garantire, così, un accesso rapido ai percorsi terapeutici con i nuovi anticoagulanti orali. È questo lo scopo del congresso “Nuovi anticoauglanti orali: percorsi gestionali e protocolli operativi nella Azienda Usl Toscana Centro” che si terrà domani, 11 giugno, nel presidio ospedaliero di Pistoia (sala conferenze “Cinzia Lupi” a partire dalle 9).
“Grazie alla nascita, lo scorso gennaio, dell’Azienda Usl Toscana Centro, sono stati riuniti i dipartimenti di 13 ospedali toscani che si occupano di malattie trombo-emboliche con lo scopo di lavorare insieme nel trattamento dei pazienti affetti da fibrillazione atriale, trombosi venosa profonda e embolia polmonare – spiega il dottor Giancarlo Landini, direttore del dipartimento medicina e specialistiche mediche Azienda Usl Toscana Centro – questa nuova realtà comprende le città di Firenze, Prato, Empoli e Pistoia per un bacino di circa un milione e seicento mila cittadini”.
È ormai dimostrato che la fibrillazione atriale è causa del 15% di tutti gli ictus cardioembolici. Ciò significa che in Italia dei 200 mila casi di ictus stimati all’anno, 30 mila sono determinati da questa frequente anomalia del ritmo cardiaco. Per esercitare misure preventive adeguate, l’elemento cruciale è rappresentato dall’utilizzo di un sicuro ed efficace regime terapeutico, attraverso una valida terapia anticoagulante orale. Da oltre cinquant’anni la profilassi farmacologica utilizzata richiede frequenti controlli ematici per l’aggiustamento del dosaggio, data l’alta variabilità di risposta inter-individuale.
Da tre anni, però, anche l’Italia può contare su una classe di farmaci innovativi, i nuovi anticoagulanti orali – Nao, più sicuri e maneggevoli, in grado di venire incontro alle esigenze di medici e pazienti: non richiedono controlli ematici costanti, non hanno interazioni con gli alimenti e ridotte sono quelle con altri farmaci, hanno una somministrazione a dosaggio fisso e presentano un basso rischio di sanguinamenti maggiori rispetto alla terapia tradizionale.
“Domani parteciperanno tutti gli specialisti della Usl Toscana Centro coinvolti nei percorsi terapeutici con i Nao. Si tratta di internisti, geriatri, neurologi, cardiologi, medici di emergenza-urgenza e addetti ai laboratori di analisi – spiega ancora Landini – il nostro scopo è promuovere il dialogo tra tutti gli attori coinvolti, in modo tale da garantire un accesso rapido dei cittadini a questi farmaci. I Nao hanno un’efficacia pari a quella dei loro predecessori, con il vantaggio di provocare molti meno effetti collaterali, una riduzione del 70 per cento delle emorragie cerebrali. Una svolta a cui tutti i pazienti hanno il diritto di accedere senza ostacoli. Nel caso della trombosi venosa profonda, per esempio, abbiamo attivato dei fast-track dedicati alla diagnosi precoce. In dettaglio, è possibile accedere direttamente agli ambulatori senza passare dal pronto soccorso; ciò permette di attivare subito il trattamento domiciliare con i Nao. Lo stesso vale per l’embolia polmonare che, se diagnosticata precocemente dal medico di riferimento, può essere trattata con questi nuovi farmaci per bocca e a dosi fisse”.
Se i Nao hanno ridotto, rispetto al trattamento anticoagulante orale tradizionale, il rischio di sanguinamento cerebrale (il più pericoloso per la vita di una persona) ciò non significa che non si possano verificare situazioni di emergenza, soprattutto quando ci troviamo di fronte a pazienti politraumatizzati o per i quali vengano richiesti interventi chirurgici urgenti.
Dal momento che i nuovi anticoagulanti orali stanno assumendo un ruolo sempre più strategico nella prevenzione di eventi tromboembolici nei pazienti a rischio, diventa importante poter disporre, per le rare situazioni d’emergenza, di strumenti che ne inattivino gli effetti in maniera rapida, specifica e sicura. Da pochi mesi è stato introdotto nel nostro Paese, un farmaco (idarucizumab), che neutralizza in maniera specifica l’effetto di dabigatran, inibitore diretto della trombina, primo della nuova generazione di anticoagulanti orali, entrato in Italia da circa tre anni.
“L’arrivo dell’antidoto per il nuovo anticoagulante orale dabigatran ci ha permesso di prescriverlo con maggiore libertà, sapendo di poter disporre di un farmaco che può neutralizzarne l’effetto, riportando in pochi minuti la coagulazione del sangue allo stadio normale” conclude il dottor Landini.
[ponticelli – coordinamento ufficio stampa azienda usl toscana centro]