san[t]ità montana. QUANDO LA CANAGLIA IMPÈRA…

Andrea Quartini

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Ci stiamo avvicinando ai “ludi cartacei”, cioè alle elezioni, cioè al momento nel quale i voti, purtroppo, si contano ma non si pesano, e pertanto tutto ciò che viene detto (e scritto) sarà usato conto di voi…

Il Consiglio della Regione Toscana di martedì 21 maggio discuterà le mozioni Quartini e Bartolini per riconoscere – finalmente – l’area montana come zona disagiata ed applicare il punto 9.2.2, del decreto Balduzzi che prevede, brevemente, il ripristino di ciò che è stato rubato, ovvero il ripristino dell’Ospedale Filippo Pacini in San Marcello.

Per neutralizzare queste mozioni, specifiche e ben determinate nelle loro finalità, il democratico Pd ne inserisce un’altra, di mozioni, fumosa e chiaramente interdittiva; basta leggere nell’ordine del giorno ufficiale della Regione Toscana quanto proposto, e cioè:

  1. Mozione n. 1381 – In merito al Presidio Ospedaliero di San Marcello Pistoiese – proponente Consigliere Quartini;
  2. Mozione n. 1705 – In merito alla necessità di riconoscere alla Montagna Pistoiese la qualifica di “area disagiata” – proponente Consigliera Bartolini;
  3. Mozione n. 1759 “In merito alle politiche regionali in materia socio-sanitaria per quanto concerne la popolazione residente nelle isole minori e nelle aree interne e montane della Toscana” – proponenti Scaramelli, Saldi, Niccolai, Marras, Capirossi, Mazzeo, Bugliani e Giovannetti.
La Nazione. 1

Se la lingua italiana ha ancora un senso e un significato, le mozioni Quartini e Bartolini puntano alla sostanza che più di ottomila firme raccolte a suo tempo in Montagna si prefiggono: il riconoscimento di area disagiata per la nostra Montagna e il ripristino dell’Ospedale Pacini.

Per fare ciò basterebbero ed avanzerebbero i 450 milioni di euro “rubati” all’Asl di Massa, e un minimo di pulizia intellettuale dei componenti della terza commissione sanità della Regione a guida Pd.

La mozione di quei poveracci del Pd, come potete facilmente comprendere leggendola, offre la solita fumisteria politica che niente dice e tutto lascia supporre, ovvero l’inconcludenza delle chiacchiere e la vigliaccheria della voluta confusione interpretativa.

Bisogna ricordare a questi poveracci del Pd che la Montagna è l’unica zona nella regione che non usufruisce dei benefici del decreto Balduzzi? Sottolineo “unica”, perché le altre in un modo o nell’altro, hanno beneficiato di questo decreto: l’Ospedale di Abbadia San Salvatore ne è chiarissimo esempio.

C’è una cosa che però muove a ribrezzo: fare finta di essere con la gente che rivuole il dovuto e, però, accontentarsi delle promesse minimali della Regione sul problema sanità, tipo una nuova Tac ma non un anestesista; come dire una macchina senza volante e senza gomme. Tanto la gente è cretina…

La Consulta della Salute bene ha fatto a pretendere che i due Sindaci della Montagna si assumano in toto le loro responsabilità e tremendamente male hanno fatto i due Sindaci della Montagna, con le loro pilatesche affermazioni, a cercare la sponda della Consulta, attualmente in mano a un certo Rimediotti che fa il giochetto delle tre carte, per giustificare di fatto l’asservimento ai desiderata della Regione del rosso-Rossi che speriamo si tolga presto dalle scatole per volontà popolare.

La Nazione. 2

Leggere a tal proposito gli articoli della Nazione allegati. Sono dichiarazioni ufficiali, non smentite e quindi degne di attendibilità.

Che dire? Se i manigoldi della politica, invece di affossare la Comunità Montana, l’avessero potenziata e protetta non solo dalle ruberie, dalle passarelle e dai pranzi ufficiali pagati dal popolo, ed avessero messo in pratica anche le competenze sanitarie che a questo ente spettavano, non ci troveremmo adesso in questa situazione.

Una situazione nella quale i rappresentanti istituzionali dei cittadini “se la fanno sotto” perché non hanno il coraggio di rappresentare “usque ad sanguinem” la loro gente, non volendo dispiacere al potere, preferendo l’uovo oggi (i loro personali successi politici extra montani) alla gallina domani (la salvaguardia dei reali diritti alla vita delle popolazioni che rappresentano e che hanno il dovere morale e l’imperativo categorico di difendere).

Così va il mondo e il famoso detto anarchico (anarchici veri, non quelli puzzolenti e rasta di oggi) assume un triste ma veritiero significato: «Quando la canaglia impera, il posto della gente per bene è la galera!».

[Felice De Matteis]
redazione@linealibera.it
Diritto di critica


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