SAN MARCELLO. I potenziamenti del Piot Pacini di San Marcello un volta ospedale, ma così voluto dall’intellighenzia della o anche senza la sinistra, come i rotoloni di una nota carta da culo non finiscono mai.
Iniziamo.
Venghino, signori! Venghino!
Venghino, Signori! Venghino! annuncia il duo Baldi-Niccolai, a mezzo stampa (vedi qui), che un nuovo piano di riorganizzazione si abbatterà sul “presidio di San Marcello” (fa evidentemente vergogna anche a loro chiamarlo Piot), e avrà novità, un primario di medicina, “un fatto – continuano – che conferma che per la Regione tale presidio non si smantella né nella struttura (come dimostrano gli interventi previsti) né nella qualità.
I consiglieri dimenticano che una volta quello che loro definiscono “presidio” era un Ospedale funzionale e funzionante (come aveva detto ufficialmente l’Asl), dotato non solo di primario, ma anche di chirurgia, ortopedia e pronto soccorso.
As[l]censore
È ufficiale: l’ascensore del Piot è di nuovo guasto da venerdì.
Da frequentazione diretta e da voci di corridoio, in neanche 15 giorni si è fermato ben tre volte, lasciando a terra, pazienti, familiari e personale sanitario vario da encomiare per la solita dedizione che mette nel proprio lavoro-missione.
L’as[l]censore è sempre il solito, quello che dal primo piano porta al reparto di medicina, colpito più volte da malfunzionamenti vari (vedi: Piot di San Marcello: cinque giorni per un ascensore rotto e As[l]censore del Piot di San Marcello…).
Misteri insondabili della riorganizzazione voluta dalle intellighenzie di lor signori.
La struttura ospedaliera consta di tre piani, dal piano terra al primo ci sono due ascensori, dal primo al secondo, dove è ubicata la medicina, uno, e solo scale che portano al terzo piano dove c’è la riabilitazione: anche questa una scelta assolutamente… intelligente, no?
Ma se era una riorganizzazione come hanno voluto far credere, non sarebbe stato logico rivedere anche la disposizione delle attività collocando la medicina al primo piano, la riabilitazione al secondo e gli ambulatori al terzo?
È quindi evidente che non è stata una riorganizzazione, ma solo una sforbiciata, per raccattare qualche euro di risparmio, alle attività rimaste dove sono sempre state.
Oltre all’as[l]censore, sembra non funzioni neanche la lavas[l]toviglie dato che le pietanze vengono servite non nei consueti piatti, ma in quelli di carta.
Medicina & posti letto
I venti meno uno posti letto di medicina – il posto in meno è nuovamente occupato dal solito paziente extracomunitario già ospitato per più di un anno in corsia tra il 2014 e il 2015 – sono costantemente assegnati anche a persone operate nelle tredici sale operatorie del San Jacopo di Pistoia e inviati in degenza in montagna.
Si vede che hanno bisogno di aria fina: loro e, soprattutto, i loro familiari.
Pensare che la chirurgia di San Marcello è stata chiusa proprio, così fu raccontato dalla dirigenza tutta dell’Asl e vari politici al guinzaglio, per evitare d’inviare i pazienti ad operarsi in montagna. Ora le ernie le fanno a Pistoia, ma il paziente viene comunque inviato in quel di San Marcello.
Elisoccorso
Nonostante le troboviolinate a mezzo stampa, i lavori per la realizzazione dell’elisuperficie nel campo sportivo Severmino di San Marcello, non sono ancora iniziati.
Il cronoprogramma illustrato durante la riunione della commissione sovracomunale per l’ospedale Pacini del 13 settembre scorso, a cui partecipò il Direttore Generale dell’Asl Centro Toscana, Paolo Morello Marchese, prevedeva:
- entro metà di ottobre la realizzazione del drenaggio e del sistema di irrigazione
- il 15/20 ottobre la posa del manto erboso
- il 15 novembre la prima sfalciata
Senti registrazione audio qui. I lavori inizieranno forse in settimana – forse.
Via Santa Caterina ex via Filippo Pacini
Non contenti di aver chiuso, nella sostanza, l’ospedale Pacini per farci un Piot, da metà settimana ora hanno chiuso anche la ex-via dedicata a Filippo Pacini, attuale via Santa Caterina, che costeggia il rudere dell’omonimo ex-conservatorio, che collega il centro di San Marcello all’ex-ospedale.
Il sottopasso provvisorio realizzato a suo tempo dal Comune a fianco delle impalcature (ma quanto costano?) poste lungo il muro dell’edificio, risulta ora transennato.
Un cartello, lato piazza, informa solo del “divieto d’accesso – pericolo crollo muro”, senza indicare nessun riferimento all’ordinanza che ne dispone la chiusura.
Tutto è studiato per tenere in forma fisica i familiari che si recano in visita ai pazienti, che si trovano ad allungare notevolmente il tragitto per raggiungere la struttura ospedaliera…
E una volta raggiunta, non rimane che… fare le scale!
[Marco Ferrari]
T’ PIAC’ ’O PRESEPE?
È LA DOMANDA che Cupiello padre rivolge a quel buono a nulla del figlio coccolato dalla madre che, ogni mattina, gli prepara lo zuppone col latte. Un capolavoro profetico, Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo.
In questo caso lo zuppone col latte lo ha preparato Marroni (longa manus di Rossi) e, oggi, la santa Stefania Saccar[i]di che cura con gli zuccherini e i calci di mulo.
Cura il Pacini di San Marcello, ma anche tutto il resto dei toscani: che, da perfetti asini, continuano a votare i loro beneamati P[adroni] D[el vapore], chinandosi a terra per il bacio della pantofola come al papa. Non fosse mai che Trump togliesse loro il privilegio di pagare un fottìo di tasse per poi doveresi rivolgere alla sanità privata voluta da Rossi a cominciare da quelle “cagate pazzesche” che sono i quattro fallitissimi nuovi ospedali.
Nel frattempo la tromboviolineria dell’Asl – tre addetti-stampa a tempo pieno, pagati dai contribuenti toscani; due dei quali con posizione organizzativa: cioè due generali e un soldato semplice; tre tempi pieni che producono, a dir molto 50-60 notizie-stampa in un anno – rimbéverano i grulli di partito che continueranno a sputar sangue. Perché?
Perché la signora Saccar[i]di gli darà – come Brancaleone da Norcia al suo cavalmulo Aquilante – uno zuccarino sorridente e, subito dopo, una bella coppiola di calci bene assestati sul muso.
Prosit, si dice in latino. Buon pro gli faccia!
Nel mondo normale quelli che sentono bene a sentir male e che godono a pigliarsi randellate sul groppone, si chiamano masochisti.
In Toscana, però, una volta li chiamavano più semplicemente bischeri.
Edoardo Bianchini
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Intervento di critica e commento ex art. 21 Costituzione.
One thought on “san[t]ità. PIO, PIO, PIOT”
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