san[t]ità pistoia. UNO SFACELO, MA LE VELINE D’AZIENDA LO HANNO SEMPRE NEGATO

Rosa Scelta, NurSind
Rosa Scelta, NurSind

PISTOIA. Il caos che sta venendo alla ribalta in questi giorni e che riguarda i due Pronto Soccorso dei presidi del San Jacopo di Pistoia e dei SS. Cosma e Damiano di Pescia, è un caos preannunciato e pronosticato da anni.

Che i due presidi ospedalieri, soprattutto il nuovo San Jacopo, fossero limitati nei posti letto per la degenza, era chiaro e scritto nero su bianco da sempre, dal momento della sua progettazione.

Che i pazienti stazionassero su barelle per ore e giorni è stato segnalato da Nursind Pistoia mesi addietro, anche quando non si era scatenata la virosi influenzale 2016-2017.

Al pronto soccorso di Pistoia già era stato segnalato che la carenza di posti letto nei vari setting comportava il dover trasformare il Pronto Soccorso in reparto di degenza, dove veniva allestita a stanza di degenza un’unica stanza in cui era possibile spengere le luci per il riposo notturno dei pazienti degenti, in attesa che per gli stessi si liberasse un posto letto nei reparti di destinazione.

Che vi fosse carenza di personale in organico, era già più volte stato segnalato e che se anche gli operatori si ammalano la carenza di personale si avverte sempre di più, questo va per logica…

Il Tirreno - web. 4 gennaio 2017
Il Tirreno – web. 4 gennaio 2017

Ecco che, come nei mesi passati, si sopperisce alla carenza di personale, reclutando personale dagli altri ambiti, che siano le sale operatorie, le medicine, le chirurgie: e si effettua il pagamento delle ore lavorate in straordinario.

Si compensa a un disagio annunciato e a questo punto voluto, perché non si assume personale da anni, con il “vil denaro”.

Gli operatori del pronto Soccorso di Pistoia, dichiarano che il numero di accessi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è diminuito ma il numero dei pazienti che soggiornano in barella è aumentato.

Quando si riesce a liberare qualche barella verso le 16-17 pomeridiane, perché si liberano i posti nei reparti di degenza, queste subito si saturano nuovamente per i pazienti che accedono al pronto soccorso e che necessitano di ricovero.

Si assiste a una promiscuità di disciplina medica, promiscuità di età e di sesso; e quello che preoccupa è che ormai tutto questo scenario sta diventando routine.

Viene attivato in continuazione il personale infermieristico reperibile, ma nonostante questo, non si riesce a garantire la sorveglianza ai pazienti nel post triage e per rivalutazione. Tutto il personale è impegnato a prestare l’assistenza di base e non riesce a soddisfare la richiesta di assistenza necessaria.

Non si può organizzare il lavoro in sicurezza, si sta viaggiando affidandosi alla buona volontà di ognuno e all’iniziativa dettata dall’esperienza lavorativa acquisita in anni e anni in cui si lavora con disagio, anche se la situazione sta degenerando vorticosamente e la stanchezza e lo stress sono compagni di turno per ogni operatore impegnato nell’assistenza.

Il 26 dicembre 2016 il pronto soccorso pistoiese era saturo di utenti in attesa di ricovero e di essere visitati. Sono state reclutate anche le barelle disponibili da setting di medicina e altri ambiti.

Il 27 dicembre i pazienti venivano visitati su poltrone e sedie. Il 28 dicembre permanevano per 24 h, circa 22 pazienti ricorsi al pronto soccorso dalla notte precedente. Nei restanti giorni si è viaggiato con la presenza in media di 12-14 pazienti adagiati su barelle “triaggiati” anche 14-18 ore prima.

Inoltre il personale medico si è trovato a lavorare la mattina con una sola unità che deve effettuare i controlli ai pazienti giunti il pomeriggio prima e che hanno trascorso l’intera notte in Pronto Soccorso.

Alle 15:30 del 4 gennaio 2017 c’erano ancora 18 pazienti triaggiati dalla notte del 3 e che ancora riposavano, per modo di dire, sulle barelle. Si è disposta anche l’apertura della week surgery, chiusa per le vacanze natalizie, con l’impiego di personale richiamato dalle ferie. Questi operatori non avranno più giorni di ferie da qui ad agosto.

La Nazione - web. 4 gennaio 2017
La Nazione – web. 4 gennaio 2017

A Pescia la situazione non è migliore, la carenza di personale continua ancora ,ormai da anni… Più volte segnalato anche questo alla stessa direzione aziendale e al Direttore Generale.

Il numero di accessi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ha visto un incremento di circa 1000 accessi in più. Il numero di personale non è mai stato incrementato, anzi… si è pensato di unire anche la specialità di traumatologia al pronto soccorso e si usa, sebbene su base volontaria, il personale destinato all’equipe del Pronto Soccorso indebolendolo ulteriormente nei numeri.

Inoltre in questi giorni in cui il personale era presente, si sono incrementati i certificati di malattia, anche qui per sopperire alla carenza di organico, ci si vede costretti a reclutare personale da altri reparti e altri ambiti.

Sembra facile polemica, ma viene da chiedersi come mai, in tutto questo anno in cui è avvenuta la riunificazione dell’Azienda Toscana Centro, i problemi si sono amplificati.

Riunificare doveva servire a fare emergere le eccellenze, diminuire le cariche dirigenziali, incrementare l’assistenza sul territorio, far ripartire la sanità pubblica, garantire una corretta e adeguata assistenza all’utenza e mettere finalmente gli operatori in condizioni di lavorare al meglio e esplicare al top la propria professionalità…

Il 2017 è iniziato, nel territorio pistoiese, come sopra descritto…

Rosa Scelta
Nursind Pistoia

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QUANDO ANCHE LA STAMPA È POLITICA

 

Una stampa perlopiù velinara
Una stampa perlopiù velinara

NEGLI ANNI della rivoluzione sessantottina, quella dei settantenni che oggi sono tutti piazzati a culo caldo su nobili poltrone ben retribuite, si sentiva ripetere continuamente che “tutto è politica”.

A quel tempo io lavoravo per La Nazione di Mattei e post: e pertanto ero un fascista. Per definizione.

Oggi si capisce perché tutto sia politica: ne sarebbe in grado perfino un ipotetico editore senza tipografia di Pistoia, normodotato, che abbia una cultura media da Wikipedia e che possa essere vissuto pubblicando «a pago» o sulle spalle di enti pubblici e fondazioni senza mai alcun rischio di capitale proprio.

Tutto è politica perché si vuole così colà dove regnano i piddini, da Rossi il socialista in giù; dove scrivono le veline di azienda-Asl che applaudono come in Rai quando si accende la lucina “applausi”; dove operano le commissioni di disciplina infarcite – ormai – di colleghi non terzi di terzietà garantita, ma politicizzati e filogovernativi (che così è più facile campare dicendo “tengo famiglia”).

Poi va da sé che alle lezioni che ci hanno imposto come aggiornamento professionale da giornalisti, quando si parla di doveri verso il lettore, ci vengano a dire, i capoccioni dal culo al caldo, che il lettore è come la Germania: über alles, sopra e prima di tutti. Del lettore non frega un corno a nessuno, visto come, in buona sostanza, viene alla fine trattato.

Senza parole
Senza parole

In Italia c’è troppa gente che “tiene famiglia” e che s’abbandiera a destra e a sinistra a seconda delle persone e dei tempi.

Un’intera nazione fascista diventò, tout court, resistente e comunista. Un’intera nazione resistente e comunista-sessantottina, è diventata in buona sostanza fascista – pur con le chiappe sfondate dal referendum…

Stampa? Macché stampa! L’etica finale è il famoso detto

Guelfo non son, né ghibellin m’appello:
chi mi dà da mangiare sto con quello!

E non è sempre stata, questa, l’etica dell’ufficio stampa dell’Asl che ci ha continuamente voluto propinare l’immagine di una sanità pistoiese perfetta come Dio?

Vi piace la sanità pistoiese, piddini? E accattatev’illa!

Ma non rompete i cabbasisi quando Nazione e Tirreno escono con le locandine sul casino micidiale dei prontosoccorsi pistoiesi.

Quel che vi càpita, è sempre troppo poco!

Edoardo Bianchini

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