san[t]ità pistoiese. PRIMA CHE QUALCUNO IMBRACCI UN FUCILE…

Ma all'Asl dicono che è un'eccellenza...
Ma dall’Asl le veline dicono che è un’eccellenza…

PISTOIA. Ci permettiamo di porre all’attenzione della tromboviolineria dell’azienda già Asl 3 e alla sua scrivana pistoiese, un caso sul quale potremmo gradire una nota ufficiale.

È deceduta una signora, dopo un lungo e penoso percorso, del quale l’azienda non ha colpa, perché miracoli non poteva farne.

È deceduta nella propria abitazione, rimandata a casa perché, evidentemente, niente altro poteva essere esperito in termini di cura: in termini di buona educazione, di sensibilità umana e professionale, forse sì.

Chiedere al sig. dott. Gianduiotto (nome di fantasia, ovviamente) che, a detta dei familiari, si è comportato come un cavallo alla cena del Rotary Club senza pensare che un giorno, prima o poi, toccherà anche a lui… Ma non è questo il punto.

Il problema nasce quando la signora torna a casa sua ed è assistita dai familiari che, come tutti noi faremmo, chiamano il medico di famiglia che, fedele al giuramento di Ippocrate, a differenza del dott. Gianduiotto, visita la paziente e controlla il fascicolo di dimissioni dal gommone-San Jacopo dove sono rilevabili tutti i controlli e le analisi effettuate durante la degenza.

Cartella clinica [repertorio]
Cartella clinica [repertorio]
La signora sta male, molto male, ma le analisi e non solo quelle, affermano il contrario: la signora, volendolo, potrebbe anche andare a ballare in qualche casa del popolo dove il dott. Gianduiotto probabilmente avrà studiato per l’esame di “buona creanza” e amorevole rapporto con il paziente, prendendo trenta e lode e usufruendo come premio, forse, della caccia al tesoro offerta dal Marchese Morello al Ciocco, quel resort di quel compagno e della di lui famiglia, specializzato in questi raggruppamenti ludici e strettamente legato alla sanità anche per… vincoli di sangue (magari infetto).

O, forse, il nostro dott. Gianduiotto avrà scambiato Ippocrate con Ippodromo che è tutt’altra cosa.

Il medico di famiglia, però, essendo un professionista vero, si accorge che le cartelle cliniche appartengono solo parzialmente alla sua paziente e in gran parte riguardano un’altra persona, con tanto di nome e cognome a capo di pagina.

Qui terminiamo l’umano calvario della paziente, deceduta, e dei suoi familiari che, oltre al dolore e alla ignoranza del Gianduiotto di turno, hanno dovuto sperimentare anche la dimostrazione provata di un sistema sanitario sgangherato, aziendale e quindi dedito al profitto sul male altrui, e l’impotenza che la ragione consiglia alle azioni umane per non farle divenire irrazionali, anche se umanamente comprensibili e fra poco, così procedendo le cose, pure lecite…

Dunque, l’azienda con il suo obiettivo di esclusivo profitto, sa che nel suo “casino istituzionalizzato” accadono anche queste cose? La velineria ne è al corrente?

Cartella clinica [repertorio]
Cartella clinica [repertorio]
E la paziente che si sarà ritrovata con analisi di altra persona e, purtroppo letali, avrà trovato un medico professionista che si sarà anch’esso accorto dell’errore?

Naturalmente gli atti sono a disposizione: ma con tutti i “filtri”, i controlli, gli uffici preposti, i soldi spesi e le tessere di partito pagate certi errori non sono ammissibili.

E se a parziale scusante dell’accaduto possiamo onestamente ammettere che la struttura medica e paramedica è sottoposta a turni inumani, disorganizzazione e inefficienza quotidianamente alla ribalta, nonostante le comunicazioni aziendali che contrabbandano il contrario, è forse arrivato il momento che la dignità professionale prenda il sopravvento sulle veline e le circolari impositive che vorrebbero regolare questo essenziale servizio come si conduce una fabbrica qualsiasi, insomma una azienda.

Signori con il camice, svegliatevi e cominciate a denunciare pubblicamente lo stato nel quale siete costretti a lavorare in ossequio alla spending review.

Una stampa perlopiù velinara
Una stampa perlopiù velinara

Potrebbe accadere che non tutti i pazienti e i loro familiari accettassero di subire il cattivo servizio offerto; e potrebbe accadere, come quasi sempre accade, che poi qualcuno, incolpevole, si becchi le manifestazioni di rabbia e non solo, che andrebbero indirizzate più giustamente altrove. Magari in una cabina elettorale.

Cominciate a rendervi conto, signori con il camice, che nessuna Saccardi e nessun Morello Marchese hanno il potere di ridurvi come vi hanno ridotto: servi compiacenti di una organizzazione che distribuisce morte e non vita. Se non andiamo errati, lo stesso sindacato Fials o la Cgil hanno avanzato forti dubbi su decessi che una organizzazione efficiente avrebbe potuto diminuire.

Svegliatevi, dunque, prima che qualcuno, incazzato, come accade in Italia, venga a farsi giustizia da solo, sbagliando indirizzo e persona.

[Felice De Matteis]

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