san[t]ità-prato. UN SERVIZIO AL COLLASSO TOTALE

finanziamenti per la sanità toscana
Pronto soccorso: è stato un dramma

PRATO. Dal quadro di crisi della sanità, emerso soprattutto in questi giorni di stress dei Pronto Soccorso un po’ di tutta Italia, emerge soprattutto la scarsa capacità di creare sinergie tra sanità sul territorio e sanità ospedaliera, dovuta soprattutto al fatto che gli ospedali sono stati presi letteralmente d’assalto in seguito all’ondata influenzale.

Appare logico, ormai anche ai profani, che la macchina della salute si stia inceppando, e che le risposte, da sempre cercate solamente nel taglio a tutti i costi e nella concessione al privato, siano ancora tutte da dare…

Ma, al di là delle considerazioni di carattere politico nazionale e regionale, nella specificità della situazione pratese, si possono cercare di individuare degli argomenti che ahimè sono sempre stati poco considerati.

Il numero dei posti letto. In un bacino di utenza di quasi 300 mila persone, si mettono a disposizione posti letto per un numero ben inferiore a 2,8 per 1000 abitanti, contro quello che la normativa 1235 del 2012 prevede essere il numero di 3,15 in virtù di una riduzione rispetto ai 3,7 per 1000 ab. del passato, un ospedale costruito e pensato per esigenze diverse a quelle odierne con un dato di occupazione dei p.l. effettivo ben superiore al 95%, direi che i numeri per aggiungere dei posti letto ci stanno tutti, dipende dal capire quanti…

La quantità di operatori sanitari. Infermieri e Oss presenti nei reparti e nei P.S.: che poi determina la qualità del lavoro svolto e la possibilità di migliorare le cure ospedaliere e dimettere in tempi più rapidi. Il rapporto assistiti/infermieri è di 1 a 17 nelle medicine.

Le sostituzioni del personale. Il personale assente per malattia lunga o maternità non viene più sostituito col risultato che a lavoro ci sono sempre gli stessi, con grandi accumuli di ferie da fare e ore in più… risultato burnout garantito, operatori meno efficienti e più inclini all’errore.

Le dimissioni anche di domenica. Un po’ per carenze di personale medico un po’ per carenze organizzative, la domenica la malattia non guarda in faccia a nessuno, ed ha bisogno di essere curata come negli altri giorni, si deve poter dimettere anche nei giorni festivi, e chi viene dimesso deve poter trovare soluzioni assistenziali certe in qualsiasi momento.

Lo sviluppo della medicina di base. Da parte dei diretti interessati c’è chi la vive come una polemica, ma in realtà è il tentativo di valorizzare una professione importantissima, che non può essere chiamata fuori in casi come questo…

L'accesso al nuovo ospedale di Prato
L’accesso al nuovo ospedale di Prato

Si rischia altrimenti che qualcuno si chieda se la funzionalità del servizio di mmg sia ancora da considerarsi idoneo oppure obsoleto e non confacente con gli standard attuali.

Servono le Aft previste dalla legge e devono dare gli strumenti necessari affinché questi professionisti della salute possano esercitare col massimo profitto per tutta la comunità, la loro professione. A Prato non esiste alcuna Aft.

Le proposte aziendali di portare i letti del settore della chirurgia polispecialistica a medicina perioperatoria (che vuol dire di tutto un po’) con l’aggiunta in sette stanze del 3° letto di degenza (perché previsto progettualmente nelle stanze di day hospital) e assumendo 10 infermieri interinali (neolaureati) e un paio di Oss, ci lascia perplessi: bene che si sia cercato di dare una risposta nell’immediato ad una carenza strutturale complessa, ma appare un provvedimento di scarsa presa sul problema reale, ed è semplice dire che il problema è stato solamente trasferito da un luogo all’altro dell’ospedale.

Di fatto gli infermieri e gli Oss di un reparto adibito prima a degenza chirurgica si trovano a fare ricoveri misti e a combattere su più fronti, aumentando la complessità della gestione del reparto, inoltre si riduce al minimo la capacità operatoria del presidio ospedaliero, soprattutto quella programmata, con grave perdita di bilancio, visto che le sedute operatorie previste al S. Stefano sono già pagate in anticipo, come vuole il contratto col gestore in project financing, motivo in più per considerare tale provvedimento ai limiti del danno erariale…

Si tratta comunque di un provvedimento, reso più dannoso e pericoloso dalla scarsa flessibilità della struttura (strano a dirsi ma è così) e dal project, ma quasi obbligato e diremmo minimalista, nei confronti del problema vero e proprio.

Usciamo delusi dall’incontro con la delegazione trattante di parte aziendale, e per la prossima settimana abbiamo chiesto al Direttore Generale un incontro con Cgil, Cisl e Uil.  Vogliamo chiedere alla Regione di mantenere gli impegni presi nelle sale del Consiglio Comunale.

Funzione Pubblica Sanità Prato

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