FIRENZE. Quando una legge di riorganizzazione sanitaria come la 40/2005 viene modificata ben 33 volte, in dieci anni, c’è una sola riflessione da fare: siamo di fronte a una follia legislativa!
Al ritmo di tre nuove leggi all’anno (nel 2016 se ne annunciano almeno altrettante) qualunque sistema organizzativo impazzisce e non regge l’urto.
Chi vuole trovare una spiegazione del fallimento (per noi, non per lui) della Politica Sanitaria di Rossi è servito! Non serve altro.
Si è posta in essere una vera strategia di “distrazione” utile per portare avanti altri disegni: centralizzazione, privatizzazione, polizze sanitarie.
Con l’ultima legge si raggiunge il livello massimo della distruzione del Servizio Sanitario Regionale. Le prove le troviamo scritte nei documenti e negli atti.
Nei documenti che accompagnano la legge si legge: “i risparmi consistenti non si hanno con la riduzione dei vertici aziendali (al massimo 1,6 milioni di euro) bensì con gli accorpamenti che saranno posti in essere”.
Nella Legge di Bilancio 2016 troviamo scritto: “il costo del Personale si riduce dell’1,4%” che tradotto in cifre significa oltre 40 milioni di euro in meno all’anno!
Per affermare che si migliora la qualità delle prestazioni, che si va incontro alle istanze dei cittadini, occorre saper mentire al massimo livello politico ed occorre avere esecutori allineati e fidelizzati.
Sanno di mentire e a forza di mentire rafforzano la loro falsa verità.
Mentono quando dichiarano di voler tutelare e promuovere il Servizio Sanitario Pubblico e invece:
- Contraggono il personale dipendente
- Provocano scientemente lunghe liste di attesa per le prestazioni di diagnostica e specialistica
- Costringono a pagare prestazioni già pagate con le tasse
- Impongono un ticket salatissimo
- Riducono le potenzialità di ricovero ospedaliero
- Riducono ad arte posti letto
- Respingono le cronicità
- Sperperano risorse pubbliche (v. accordi con Unipol, acquisti immobiliari di Sedi e/o di ospedali pubblici come il caso di Siena)
Mentono quando respingono l’accusa di voler privatizzare ed invece:
- Hanno costruito i quattro nuovi ospedali con la gestione ventennale del privato
- Favoriscono gli investimenti delle Coop e Pubbliche Assistenze garantendo prestazioni
- Incrementano i contratti con le Case di cura private
- Inseriranno il privato nella filiera assistenziale con le “Convenzioni”
- Favoriscono le polizze sanitarie già presenti nei Ccnl dei lavoratori di molte categorie
Mentono quando affermano di non volere alcuna centralizzazione e invece:
- Hanno costituito la centrale unica degli acquisti perché funzionale al disegno
- Hanno “inventato” i tre Direttori della programmazione col ruolo di vice-consoli
- Hanno ridimensionato il ruolo dei Sindaci nella programmazione ospedaliera
- Accorperanno in pochi Presidi Ospedalieri le attività di media complessità
CUI PRODEST?
Il terreno è fertile per sperimentare la Società Mista Ospedaliera. Scorporato il Territorio e la Prevenzione, ridimensionato il ruolo dei Sindaci, resta il business ospedaliero.
I pretendenti? C’è De Benedetti col Gruppo Kos, c’è la Famiglia Rocca col Gruppo Humanitas, ci sono i Fondi di investimento.
A che serviva lo studio del Sole 24 Ore sull’efficienza sanitaria se non a dimostrare che è giunta l’ora?
E NOI?
Noi che siamo cittadini, che non siamo affascinati dal Pensiero Unico, che ci ricordiamo cosa avevamo ottenuto e cosa ci stanno propinando, ecco noi non ci pieghiamo e abbiamo chiesto il referendum.
La loro forza sta nel portafoglio, la nostra sta nella democrazia. Il referendum sulla Sanità Toscana serve anche a questo, la volontà dei cittadini contro la casta.
[*] – Presidente del Comitato per il referendum anti-sanità di Rossi ed ex Direttore Generale Asl 8 e 9 – Arezzo-Grosseto
2 thoughts on “san[t]ità toscana. «RIORGANIZZAZIONE? CI VOGLIONO MA FREGAR TUTTI!»”
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