FIRENZE. “Interruzioni volontarie di gravidanza in regime di libera professione, con tariffe che vanno dagli 800 ai 1500 euro ad intervento: è quello che avviene in alcune strutture ospedaliere della Toscana, in cui il diritto all’aborto non è totalmente garantito all’interno del percorso pubblico, come invece sarebbe previsto dalla legge 194 del 1978”, commentano Paolo Sarti e Tommaso Fattori di Sì Toscana a Sinistra.
“È odioso far cassa sulla “pelle delle donne” che compiono una scelta spesso difficile e dolorosa, introducendo un’insopportabile distinzione di censo tra chi può pagarsi il servizio in tempi brevi e la maggior parte della popolazione.
“Senza contare che il 40% dell’utenza è straniera, si tratta quindi di donne che non possono permettersi di pagare per abortire. Tutto questo in un quadro scandaloso dove la garanzia del diritto all’aborto si scontra con l’alto numero di obiettori di coscienza che in Toscana conta ben il 56,2% dei medici, secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute”.
“L’intramoenia – proseguono Sarti e Fattori – significa anche utilizzo improprio del personale ostetrico-infermieristico delle aziende ospedaliere, che viene distolto da altre funzioni e sottoposto ad un maggior carico di lavoro. Tutto questo senza che vi sia un sostanziale ritorno economico per le strutture pubbliche, visto che gli introiti dell’intramoenia vengono utilizzati quasi integralmente per assicurare ai medici la possibilità di svolgere l’attività libero professionale”.
“Altro che abolizione dell’intramoenia, caro Presidente Rossi” aggiungono i consiglieri rivolgendosi al Presidente della Regione Toscana che in questi mesi si è fatto alfiere della dell’abolizione della stessa intramoenia definendola “una necessità assoluta per salvare la dignità e la credibilità del sistema sanitario pubblico”.
“Adesso – continuano i consiglieri di Sì Toscana a Sinistra – chiediamo a Rossi di compiere passi concreti per abolire questa pratica negli ospedali toscani. Se stavolta le sue azioni saranno coerenti con le sue parole avrà il nostro appoggio”.
[sarti e fattoti – sì]