PRATO. L’unità di allergologia di Prato è una tra le migliori a livello nazionale: la prenotazione della visita è stata fatta a tre giorni dalla richiesta al Cup; il personale paramedico è gentile e molto efficiente così come i medici sono preparati e precisi nella descrizione dei sintomi esprimendo tutti una alta professionalità.
Chi scrive ha seguito la vicenda per aver assistito il familiare che dispone di un’esenzione di una forma di asma bronchiale da oltre due anni e, quindi, si è recato – con colpevole fiducia – al reparto per la visita, senza pensare di doversi presentare con la lettera di esenzione: essa era stata predisposta dall’Usl 3, oggi Usl Centro, e, si noti bene, la visita allergologica è avvenuta presso l’Usl Centro, resa tale dopo l’unificazione delle Asl dello scorso dicembre 2015.
Però non è andata così come doveva: il quadro di eccellenza si è infranto davanti al Cup che non rilevava l’esenzione e che, dunque, chiedeva, intransigente come chi non capisce niente, il pagamento del ticket per 54 €.
L’operatrice, gentilissima, ha inviato il paziente (per questo motivo si chiamano pazienti) al totem presente nella sala prenotazioni: una macchina elettronica che permette, con la propria tessera sanitaria, di recuperare dati personali, la fascia di reddito per il pagamento del ticket e, certamente (l’informatica è una grande comodità, per la capacità di archiviazione di dati, ma non nella Toscana del socialista Rossi!) anche l’esenzione che è sempre assegnata dalla stessa Usl.
Alla fine, la prestazione è stato necessario pagarla senza alcuna esenzione: perché il sistema di prenotazione e l’intero apparato informatico non hanno permesso di acquisire la famosa certificazione dell’esenzione dal ticket.
O pagare o il medico non prestava la visita: provvedere in séguito è stato ritenuto inammissibile.
Il paziente ha dunque pagato il ticket per intero dinanzi a un certo imbarazzo del personale dispiaciuto per l’evidente incongruenza.
Il personale del Cup si è dichiarato impotente e ha ammesso che i sistemi informatici delle vecchie Usl di Provincia non sono affatto unificati: una posizione registrata a Pistoia, resta invisibile presso le altre aziende sanitarie, unificate solo nel nome ma non nei dati: è una questione di “sol dell’avvenire” di Rossi.
Peccato, commentiamo noi. Questa sarebbe stata l’occasione per poter fare gli auguri a Morello Marchese del Ciocco con un report giornalistico di plauso: un caso di “buona sanità”, purtroppo inficiato dal pachiderma burocratico aziendale ripieno da tessere sanitarie vuote e inutili totem non parlanti.
Auguri ugualmente a Morello che – se non sbagliamo – è stato condannato per abuso d’ufficio (vedi).
[Alessandro Romiti]
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OH, COM’È BELLA L’UVA FOGARINA
E COM’È BELLO saperla vendemmiar, a far l’amor con la mia bella a far l’amor in mezzo al pra’…!
Com’è possibile non essere satirici e perfino fortemente caustici? Le Asl di Enrico Rossi sono un’eccellenza in Italia, ma non funziona una benedettissima mazza: niente. Da nessuna parte.
E tutto continua ad essere stromboviolinato dall’ufficio stampa di cui il sedicente capo – la signora Daniela Ponticelli – non avverte neppure chi le paga lo stipendio del fatto che Paolo Morello Marchese, il suo beneamato padrone, è stato condannato per abuso d’ufficio. No: non fa una parola.
È questa la trasparenza e la corretta informazione dell’ufficio stampa dell’azienda o, al contrario, è solo reticenza e difesa di interessi che con l’informazione fanno semplicemente a cazzotti? E noi non dovremmo dire che i comunicati stampa dell’Asl sono delle semplici velinate a pro della politica piddina?
Eppure la signora Ponticelli riscuote anche la “posizione organizzativa”, come abbiamo scritto inutilmente più volte: un’aggiunta di stipendio, perché… coordina e dirige solo se stessa.
Ai toscani, però? Aitoscani fa bene alla salute prenderlo in tasca: dato che continuano a votare Rossi e il Pd.
Il male voluto non è mai troppo.
e.b.
4 thoughts on “san[t]ità. ROSSI, LA SANITÀ SOCIALISTA E LA DURA REALTÀ”
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