san[t]ità. SCREENING CONTRO L’ICTUS A PISTOIA

Il dottor Gino Volpi durante uno screening
Il dottor Gino Volpi durante uno screening

PISTOIA. “Sono il diabete, l’ipertensione e la fibrillazione atriale i primi nemici da combattere per prevenire l’ictus cerebrale. Queste patologie, definite killer silenziosi, perché asintomatiche,continuano a rappresentare i principali fattori di rischio ancora sottovalutati”.

È  questo in sintesi il bilancio tracciato dal dottor Gino Volpi, direttore della unità operativa aziendale di neurologia sullo screening condotto all’ospedale San Jacopo, una delle iniziative realizzate da Neurologia e dall’Associazione Alice (associazione per la lotta contro l’ictus cerebrale) , nell’ambito del mese dedicato della prevenzione contro l’ictus.

Dei 60 cittadini sottoposti allo screening completo (misurazione della pressione, individuazione di fibrillazione atriale, ecocolor doppler delle carotidi e raccolta anamnestica su stili di vita e familiarità) in ben 20 cittadini era sottostimata la presenza di un fattore di rischio rilevante.

Questi pazienti hanno ottenuto dai medici indicazioni sulle misure preventive da seguire.

Per la realizzazione dello screening erano stati messi a disposizione quattro ambulatori e personale medico, infermieristico e i tecnici di neurofisiopatologia; l’iniziativa si ripeterà il prossimo 28 maggio nei locali della chiesa di Sant’Agostino (non serve l’appuntamento).

Nella lotta all’ictus il fattore tempo è determinante e saper riconoscere subito i primi segni, poter essere tempestivamente ricoverati e curati in reparti dove vengono attivati specifici protocolli di emergenza e urgenza, può evitare gravi conseguenze e disabilità permanenti.

Negli ospedali di Pescia e Pistoia sono presenti le Stroke Unit (unità di emergenza ictus) che garantiscono il percorso clinico che affronta in modo tempestivo questa patologia: dalla chiamata al 118, all’accesso in pronto soccorso, al ricovero ospedaliero fino alle dimissioni, il paziente è curato ed assistito da una equipé dedicata.

Dal momento che il fattore tempo è decisivo, già in pronto soccorso, i pazienti ricevono la terapia endovenosa trombolitica: grazie a questi interventi circa l’80% delle persone colpite da ictus ogni anno riesce a salvarsi ed il 50% torna ad una vita normale.

[ponticelli – azienda usl toscana centro]

Print Friendly, PDF & Email