PISTOIA. Un pistoiese di adozione, con madre ultranovantenne e disabile, ci ha telefonato qualche giorno fa per esporci un suo caso personale, che però è un emblema della san[t]ità pistoiese nonostante le velinate della comunicatrice ufficiale di Paolo Morello Marchese del Ciocco.
Data la disabilità dell’anziana signora, il medico di famiglia le ha fatto una richiesta di prelievo di sangue a domicilio e poi sono iniziati i 40 anni nel deserto del povero ebreo errante della san[t]ità di Rossi-il-socialista.
Primo step. Il pistoiese di adizione si reca all’Asl del Belvedere. Chiede cosa deve fare per il prelievo a domicilio e gli viene risposto di recarsi al Cup di viale Adua, Farmacia Comunale 1.
Ma come? Se uno sta in Valdibrana e ha una struttura pubblica di santità a 500 metri da casa, deve fare tre chilometri?
Sì: è la regola. Viva la Komunistika Burokràzia!
Secondo step. La persona va sul viale Adua e… le cadono le braccia. Quaranta persone dinanzi. E un cartello che dice “qui non si danno indicazioni”. E allora cosa? – si chiede –. Calci negli stinchi?
E se uno deve lasciare l’ultranovantenne sola per un paio d’ore come fa, dato che non è assolutamente autosufficiente? Prende una donna a ore? È l’effetto semplificazione pubblica amministrazione stile-Madia?
Allora cerca di chiamare al telefono viale Adua, ma al telefono nessuno risponde. Del resto non si danno indicazioni, ma calci negli stinchi…
Terzo step. La disperazione serpeggia: i problemi di una casa con un’ultranovantenne non sono quelli dell’ufficio stampa dell’Asl che produce sì e no una velina trionfale ogni tre giorni.
Dunque il pistoiese di adozione pensa di trovare un’alternativa e… telefona al Telecup.
E qui inizia ad aspettare minuti e minuti perché “tutti gli operatori sono momentaneamente occupati”…
Quarto step. Alla fine qualcuno risponde. Gentilissima, una signorina dice – nonostante quello che si può leggere qui: elenco-presidi-gennaio-2015 – che le prenotazioni di questo tipo non sono ammesse al Telecup: occorre rivolgersi alla struttura Asl più vicina alla propria abitazione.
E allora dove – si chiede il pistoiese di adozione – all’Asl del Belvedere che mi ha detto di andare su viale Adua?
A questo punto il Gioco dell’oca è alla ripartenza…
Quinto step. Gli viene allora in mente di vedere se, in una struttura privata della “capitale della cultura 2017”, fanno il servizio di prelievo-sangue a domicilio, e quanto può costare – e siamo già alla santità per ricchi di Enrico Rossi-il-socialista.
Sul sito della struttura privata c’è scritto che è possibile (vedi prelievo-a-domicilio-ma-anche-no): ma quando il pistoiese di adozione chiede, si sente rispondere che il prelievo a domicilio non si fa.
Che roba è, allora? Forse… si farà. Ma chissà quando. E ora?
Sesto step. Gli si accende l’ultima lampadina. Chiama la Misericordia di Pistoia. Direttamente il laboratorio.
Risposta: sì, il prelievo a domicilio è possibile. Costa 10 € per gli iscritti, 12 € per i non iscritti. Occorre telefonare al centralino della Mise.
Allora il pistoiese di adozione chiama e fissa per il mattino successivo dopo le 7.
Detto fatto, il problema è risolto. Va tutto a buon fine senza tanti problemi.
Cappio al collo. Domanda del pistoiese di adozione: perché il privato Misericordia fa questo in un secondo e mezzo e la struttura pubblica, che dovrebbe facilitare la vita alla gente, la fa invece morire dissanguata?
C’è qualcosa che funziona nel regno demo-comunista di Rossi? E la “san[t]ità più bella del mondo” è per chi ha lavorato e pagato una vita o solo per distribuire posti da dirigenti a medici graditi a Dio Padre Onnipotente e ad addetti stampa (vedi quello di Pistoia) che gode di una “posizione organizzativa” (= soldi in più) per scrivere trombosviolinate compiacenti al potere, anche se questo dipendente doc è solo “organizzatore di se stesso”?
Telecup… Telecup delle mie brame… Ma funziona qualcosa in questo democratico [me]r[d]eame?
[Edoardo Bianchini]
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anche se il mio caso è differente ne vorrei approfittare…dovendo fare il certificato medico per il rilascio del porto d’armi sono dovuto andare a quarrata al distretto sanitario di via marco polo, abito ad agliana, dove ho trovato in attesa due persone di agliana e un’altra persona, credo di quarrata. il bello è che anche una infermiera presente al lavoro in quel momento abita ad agliana…quindi benzina perdita di tempo, 90 minuti totali, ed € 57 di ticket, che avrei dovuto pagare comunque. tempo della compilazione del certificato 10 minuti circa.
In un Paese civile la Sanità, nel senso più largo possibile, dovrebbe essere gratuita, a prescindere. Così come tutti i servizi che il moderno vivere sociale ritiene giustamente primari.
Ciò dovrebbe essere vero e praticato in ogni Paese del Mondo e non soltanto in Italia.
Ma la società capitalistica fondata sul profitto non può trastullarsi con simili idealismi, riflessioni, con simili pretese di civiltà sociale. Guarda al sodo, approfitta di quei diritti trasformati in bisogni dalla politica organica ad ogni livello, per creare nuove occasioni di business. É una verità lampante che sfido chiunque a confutarla. Lo Stato, in tutte le sue Istituzioni, abdica a quel ruolo di garante e tutore dei diritti sociali che una Carta (sempre più carta straccia) e l’immaginario collettivo gli assegnano. (In realtà anche questa è una ipocrita menzogna, sappiamo bene quali interessi lo Stato, proprio in quanto tale, è tenuto a tutelare).
Che poi il Rossi e compagnia brutta ne siano, di quella politica, i seguaci più disciplinati e scrupolosi, è sicuramente un’altra verità inconfutabile.
Lo slogan “O Socialismo o barbarie” è sempre più attuale.
il cittadino è sempre di più un “suddito” che deve tacere e non osare a brontolare perchè loro hanno ” il coltello dalla parte del manico”..ed i cittadini sono stufi di essere collocati nella categoria, virgolettata, di cui sopra… tranquilli domani il RE BOMBA renzi non viene a Pistoia a visitare l’Hitaci