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VALDINIEVOLE. Il nuovo annunciato passaggio organizzativo, che prevede l’assunzione diretta della gestione della salute mentale e delle tossicodipendenze da parte della Società della Salute in Valdinievole, impone alcune riflessioni.
Tale manovra verticisticamente decisa, viene imposta senza nessun preliminare confronto, declassandola a semplice iter-burocratico!
Ma è ragionevolmente sostenibile che tali processi riorganizzativi, con la necessaria redistribuzione di poteri e responsabilità, quando coinvolgono un settore particolare come la salute mentale, non assumano una rilevanza imprescindibile nel determinare orientamenti e paradigmi su cui si fonda il lavoro dei servizi?
In breve: quale salute mentale vogliamo? Non si ritiene necessario coinvolgere tutti i soggetti interessati in mutazioni di questo rilievo? Tutto un patrimonio di esperienza, con i suoi limiti, ma anche con i suoi contributi viene bypassato.
La ricerca e l’impegno profusi sul campo, con i riferimenti culturali e scientifici maturati, in Italia come altrove, in decenni di lavoro, vengono schiacciati dal rullo compressore della burocrazia.
E poi, perché solo in Valdinievole!? Quando si proclama che la riorganizzazione delle nuove mega-Asl serve a promuovere l’omogeneità dei servizi!
In Valdinievole erano emerse forti criticità nella conduzione della salute mentale. Ma se questo passaggio è un tentativo di rimediare agli errori passati, per lungo tempo colpevolmente ignorati dalle vecchie gestioni, dovrebbe essere fatto nella direzione di una integrazione con tutta la Asl e soprattutto nella chiarezza di contenuti e strategia che si intendono perseguire.
Ancora una volta la Valdinievole appare periferia penalizzata da discrasie, contraddizioni, sperimentazioni avventate, scelte politiche sbagliate, imbarazzante immobilismo e rimedi incongrui.
Il sindacato autonomo Fials peraltro già in passato si è espresso negativamente rispetto alle Società della Salute, enti di dubbia natura e legittimità che come la fenice continuamente rinascono dalle proprie ceneri, perennemente sull’orlo della soppressione, ma tenute in vita da interessi politici locali.
Le perplessità e critiche che a suo tempo avevamo sollevato, relativamente al grande progetto-carrozzone delle Società della Salute, portato avanti con il sostanziale appoggio delle maggiori organizzazioni sindacali, trova oggi riscontro in queste subdole manovre, che celano profondi cambiamenti di identità del servizio sanitario pubblico.
Simone Pedri
Fials Pistoia