san[t]ità. VIVARELLI: «IL PACINI NON È UN ALBERGO!»

Piot Pacini di San Marcello P.se
Piot Pacini di San Marcello

SAN MARCELLO. Carlo Vivarelli scrive:

Abbiamo inviato un esposto alla magistratura contenente vari fatti, soprattutto riguardante la presenza, da noi considerata un insulto, di uno straniero che ha albergato per mesi presso l’Ospedale Pacini di San Marcello P.se, senza a nostro avviso averne diritto, mentre i veri malati vengono dimessi senza cortesia.

Annunciamo denunce appena possibile contro i responsabili di questo scempio.

Lo Stato italiano ha distrutto l’Ospedale Pacini, dichiara di non avere soldi, ma sperpera decine di migliaia di euro al mese per mantenere in villeggiatura i presunti profughi di Lizzano, dove la direttrice ci risulta essere persona imparentata con il comunista Rimediotti, incredibilmente prossimo “assessore” del Comune di San Marcello Piteglio, fatto che ci ripugna.

La Lista di Marmo si è presentata senza la falce e il martello: una vergogna ed una truffa politica legalizzata!

Marmo ci vuole propinare un assessore comunista a nostro avviso in pesante conflitto d’interessi per il fatto che suoi familiari abbiano e sembra stiano guadagnando con i presunti profughi mentre i 1700 disoccupati della Montagna Pistoiese crepano d’inedia.

Carlo Vivarelli

Carlo Vivarelli

IL TESTO DELL’ESPOSTO

Egregio Procuratore della Repubblica di Pistoia,

sono testimone diretto del fatto che uno straniero, presumibilmente tunisino, sia stato ospitato per mesi presso l’Ospedale Pacini di San Marcello P.se.

Essa persona è ospitata, sembra, anche attualmente in altre strutture della sanità toscana.

Essa persona non ha a mio avviso alcun diritto di essere ospitata come in un albergo a nostre spese e deve essere a mio avviso immediatamente rimpatriata, provenendo inoltre come accennato da Paese fucina di terroristi islamisti.

Nessuno può dimostrare l’effettiva identità di questa persona.

Inoltre, spesso, una nota tossicodipendente locale viene ospitata nella struttura del Pacini di San Marcello P.se, in pratica insieme al figlio, che se per quanto non dorma nella struttura, sembri che ci si faccia la doccia e che usufruisca di altri servizi, il che è un fatto incredibile davvero.

L’anno scorso, un giorno ho dovuto ricoverare mia madre, Vivarelli Marcella, nel nosocomio di San Marcello P.se: nella camerata era presente essa tossicodipendente, […]. Appena ricoverata mia madre, un’infermiera mi si avvicina, e sottovoce mi comunica di far nascondere il cellulare di mia madre sotto il guanciale, data la presenza di quella [persona].

Inoltre, nella camerata c’era una persona sempre sulla novantina con una tracheotomia, praticamente immobilizzata a letto.

Immediatamente ho portato via mia madre dall’Ospedale Pacini, essendo mia madre in evidente, conclamato, inequivocabile, incontestabile stato di pericolo.

Chi consente che [dei] delinquenti abituali soggiornino nell’Ospedale Pacini?

Inoltre, essendo mia madre adesso ricoverata in gravi condizioni presso l’Ospedale Pacini, che non è nemmeno più un Ospedale, ma classificato Piot, sigla presente solo al Pacini, in questi giorni ho chiamato i carabinieri di San Marcello P.se, per il fatto che nelle ore notturne, nonostante l’impegno serio e continuo delle due infermiere presenti, la sorveglianza dei pazienti è chiaramente insufficiente.

A mio avviso si profila un’interruzione di pubblico servizio e una messa in pericolo.

Inoltre, sempre questi giorni, è presente una persona straniera, dall’aspetto davvero per nulla rassicurante, all’interno del Pacini, che oltretutto si introduceva curiosando all’interno delle camerate dei pazienti.

Ho chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti, e ad essi ho chiesto l’immediata identificazione del soggetto, che le infermiere mi hanno detto essere un “badante”, credo di nazionalità romena, dunque dall’identità del tutto sconosciuta e indimostrabile, a mio avviso.

Voglio segnalare alla procura che nelle ore diurne e notturne entrano soggetti anche stranieri la cui identità è del tutto ignota, cosa davvero scandalosa.

In altri ospedali esiste una modulistica, che consente agli esterni di rimanere nell’area ospedaliera fuori dall’orario di visita.

L’irregolarità, a mio avviso l’illegalità di questo lassismo da parte dei responsabili del nosocomio è del tutto palese: deve esistere una modulistica o un modo con la quale riscontrare l’identità delle persone che soggiornano nel Pacini.

Identità che a mio avviso non è quasi mai riscontrabile in caso di soggetti stranieri.

Inoltre, dopo l’episodio citato, le connazionali romene del personaggio da me citato, hanno fatto una spola minacciosa presso la camerata dove è ricoverata mia madre evidentemente per dimostrare la loro solidarietà al personaggio in questione.

La informo che ho visto personalmente queste “badanti” deridere, insultare le persone che hanno incredibilmente in carico.

In un caso, un’infermiera ha pesantemente ripreso una di queste persone, che mentre la degente era in difficoltà, era tranquillamente a telefonare.

Sono disposto a fornire i riferimenti della degente ai familiari per eventuali azioni giudiziarie.

Inoltre, un medico del Pacini mi ha prospettato la dimissione di mia madre, a mio avviso prematuramente: informo la Procura, così come informerò appena possibile la Usl, che nel caso si voglia dimettere mia madre in stato di pericolo medico, visto che io sono solo a seguirla, mentre si ospitano in villeggiatura stranieri e tossicodipendenti, che procederò contro tutte le autorità della Stato italiano e contro tutte le istituzioni (Usl ecc.) se mia madre verrà dimessa in stato di non sicurezza.

Chiedo alla procura della Repubblica di indagare sui vari fatti da me riportati e di informarmi circa l’intenzione di archiviare questo esposto.

Distinti saluti.

Carlo Vivarelli

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