PISTOIA. Sono anni che il Sap pistoiese segnala le precarie condizioni di lavoro dei poliziotti che, nonostante tutto e tutti, continuano a svolgere la propria attività a tutela dei cittadini. Abbiamo denunciato la pericolosità dell’immobile della Questura, le condizioni precarie di quelli del Commissariato di Montecatini, della Polizia Stradale di Pistoia e Montecatini Terme e abbiamo sottolineato la carenza di personale, le condizioni scandalose della quasi totalità degli automezzi in servizio di Polizia, la totale assenza di strumenti necessari, come ad esempio computer adeguati ai tempi, o l’assenza di cancelleria, di carburante, apparecchi radio trasmittenti e molto altro ancora.
Tutte queste segnalazioni le abbiamo fatte per mettere al corrente l’opinione pubblica sulla reale condizione di chi è preposto a tutelare la sicurezza dei cittadini e perché qualcuno intervenga al più presto e dia un segno che la sicurezza è un bene primario.
“La sicurezza riguarda anche e soprattutto i nostri figli; ecco perché – afferma il segretario Andrea Carobbi Corso – occorre una denuncia ancora più forte e che riguarda un settore dove opero professionalmente in prima persona: le indagini riguardanti la pedofilia, i maltrattamenti su minori e lo stalking, reati sempre più in aumento soprattutto al maggior utilizzo della rete, anche da parte dei minori. Basti pensare solo, ad esempio, all’ufficio investigativo che tratta la materia per tutto il territorio della provincia di Pistoia, dove occorre ascoltare spessissimo bambini vittime di soprusi; un angusto locale non propriamente adatto ad ospitare bimbi, ma dove occorre per forza operare. Solo grazie all’iniziativa e alla sensibilità del personale, è stato reso meno ostile con l’acquisto di arredi e giochi. Ma, del resto, locali più puliti e più luminosi in tutta la Questura, non ve ne sono molti. Alle problematiche locali, poi si aggiungono le inefficienze del Ministero. Per fare un altro esempio, non vi è un collegamento internet che consenta di accedere ai social forum come Facebook, Badoo, Twitter, dove spesso vengono diffuse immagini a carattere pedopornografico e luogo virtuale di adescamento di povere vittime. Questo perché dallo scorso 25 dicembre 2012, non è stata rinnovata la licenza dell’hardware cellebrite ufed che permette l’estrazione dei file nascosti dagli apparati radiomobile pertanto da un anno e mezzo non c’è più la possibilità di estrapolare dati che indiscutibilmente necessari ai fini investigativi”.
“Ma soprattutto, e la cosa ha dell’inverosimile – come sottolinea Massimo Montebove, portavoce nazionale del Sap – , si rischia di fermare le indagini legate ai reati informatici e pedo-pornografici per un banale software scaduto è fantascientifico. Ormai il taglio continuo di risorse e mezzi produce effetti assurdi. Proprio in questi giorni stiamo registrando danni pesantissimi per chi svolge attività investigativa: il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha ammesso che nel 2013 e nel 2014 non è stata messa a bilancio una lira, anzi un euro, per gli abiti civili del personale delle Squadre Mobili e della Digos. Ora i colleghi della postale e in genere chi fa indagini non hanno possibilità di estrapolare e lavorare su dati fondamentali per l’attività di polizia per un software scaduto, tutto questo in un momento in cui i reati virtuali crescono. Una situazione vergognosa che porteremo sul tavolo del Capo della Polizia”.