PISTOIA. La riflessione che intendiamo proporre quest’oggi prende spunto da alcuni articoli di stampa pubblicati recentemente:
- lo scorso 18 febbraio è stato stipulato un protocollo di intesa, denominato “Mille occhi sulle città”, tra il prefetto Mauro Lubatti, i Sindaci di Pistoia e Montecatini e i vertici degli istituti di vigilanza coinvolti nel patto, per concorrere alla prevenzione di furti, rapine e quant’altro
- la scorsa settimana un quotidiano locale nel comunicare che sono in corso i lavori per l’installazione dei videocitofoni all’esterno degli uffici dei Giudici del Tribunale di Pistoia, a seguito del grave episodio che ha visto rimanere per mezz’ora un magistrato in balia di un esagitato all’interno del suo ufficio, recitava “Quello dei videocitofoni è comunque soltanto il primo passo. Il Tribunale e la Procura di Pistoia sono gli unici uffici giudiziari in tutta la nostra regione in cui non è garantita la sicurezza attraverso metal-detector agli ingressi o con un servizio di vigilanza interno».
A questo scopo venerdì si svolgerà un vertice con Comune e Provincia: saranno stipulate delle convenzioni con un istituto di vigilanza e con le associazioni degli ex appartenenti alle forze dell’ordine.
Esprimiamo certamente apprezzamento per l’attenzione che si è voluta destinare all’allarme sociale che negli ultimi tempi ha visto colpire la nostra provincia.
Da addetti ai lavori, vorremmo, anche noi, dare il nostro contributo: la sicurezza deve essere assicurata al cittadino ed agli organi istituzioni, da professionisti adeguatamente formati; nella nostra provincia, nonostante le recenti assegnazioni, gli Uffici della Polizia di Stato continuano a soffrire di una carenza organica di almeno 50 unità.
Nel 2016 è previsto un ulteriore calo, a livello nazionale, di circa 40.000 unità tra le forze dell’ordine.
In questo contesto di “depauperamento” dei professionisti della sicurezza, probabilmente le autorità locali sentono la necessità di sottoscrivere protocolli con privati ed associazioni per sopperire ai tagli al comparto sicurezza.
Riteniamo quindi che questo sia il reale motivo della sottoscrizione del cosiddetto “Mille occhi sulla città.” Analoga valutazione riguarda la vigilanza al Tribunale di Pistoia. Il Sap ritiene assai difficile che pensionati delle forze dell’ordine possano effettuare servizi che sono destinati per antonomasia e per professionalità a Polizia, Carabinieri e altre forze. Se consideriamo solo l’età dei nostri colleghi in pensione, è difficile immaginare come possano garantire servizi così delicati; problematica non da meno sarebbe capire anche a quale titolo svolgerebbero tale attività, sono infatti privi dello status giuridico necessario, e soprattutto con quali forniture ed equipaggiamenti. Il concorso delle forze per la prevenzione – con l’impiego degli Istituti di Vigilanza e delle Associazioni di Pensionati delle forze di Polizia – senza alcun dubbio aiuterebbe le forze dell’ordine, ma non può sostituirle. Vorremo sapere dagli Amministratori firmatari dei protocolli se quello prospettato è il modello di sicurezza che ritengono da perseguire.
Se fosse portata avanti seriamente una riorganizzazione dell’apparato sicurezza e cominciassimo a discutere sull’unificazione delle 7 forze di Polizia, presenti sul territorio , probabilmente, le problematiche per cui si studiano protocolli, sarebbero già risolte con l’impiego di operatori specializzati nella sicurezza, senza dover ricorrere ad Istituti di Vigilanza Privata e a pensionati. Un’ultimo pensiero va alla proposta Ministeriale di chiudere il Commissariato di Pescia, la Sezione Polizia Postale di Pistoia ed il Posto Polfer di Pistoia, oltre ad altri 264 presidi di Polizia in Italia.
Il Sap ritiene che sia solo un tentativo di fornire un’immagine di rivoluzione interna, di nuova organizzazione all’insegna della razionalizzazione ed efficienza ma che la vera finalità è quella di recuperare denaro per la spending review allo scopo di compiacere il Governo affinché non intraprenda processi di riforma che scardinerebbero l’attuale assetto dell’apparato sicurezza, mettendo in discussione e pericolo le posizioni di rendita e le prospettive di carriera delle gerarchie interne alle varie Forze di Polizia.
Il Sap per questo continua nella sua battaglia sostenendo che l’unica soluzione da perseguire è quella dell’unificazione delle forze di Polizia che permetterebbe un risparmio economico, da investire nella sicurezza e nei suoi professionisti, nonché ad una seria razionalizzazione delle forze sul territorio.
Siamo pronti a dimostrare a chiunque le nostre prese di posizione.
Il Segretario Provinciale Sap
Andrea Carobbi Corso
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