Tutta la ruffianeria più vile dell’ipocrisia pseudo-democratica post “Mani Pulite”. Il potere paga e la piaggeria risponde puttanescamente elogiando un non presidente, anche primo magistrato d’Italia e vertice del Csm, che non ha mosso un dito da Palamara in poi. E il popolo dovrebbe inchinarsi alle «autorità costituite» in quanto tali? Osservate attentamente cosa accade in casa di Vanni Fucci e quanto conta, per il Pm Tommaso Coletta, la “gente comune” per la quale il Pm capo si era impegnato a lavorare…
Guardate in faccia la realtà, gente del popolo presa per le mele! Non fermatevi alle dichiarazioni di chi, senza fare il proprio dovere, ha comunque il portafoglio che vomita fasci e rotoli di € rubati a chi lavora!
MINISTRO NORDIO, PISTOIA LA ATTENDE!
LUCA GASPARI. Rileggete questo articolo: i baffi di pedrito. anche ai sindaci della mellétta possono cadere i mustacchi. Postato il 18 marzo 2023 da Edoardo Bianchini.
Vi si dà notizia che la sostituta Linda Gambassi aveva chiesto al Gip (nella persona di Luca Gaspari) di archiviare una querela, di quelle solite micragnose e senza senso generate dalla mente turbata, e in disaccordo con se stessa, di Luca Pedrito Benesperi, sindaco di Agliana.
Il ruminante (così descritto dallo psichiatra Riccardo Piero Dalle Luche) si era opposto all’archiviazione. Bizzoso proprio come un bimbominkia da cui, fra l’altro, trae appellazione (ascoltate l’audio), il Benesperi voleva la mia testa ad ogni costo.
Dinanzi alla richiesta della sostituta Gambassi, Luca Gaspari, in veste di Gip, correttamente il 12 novembre 2022 dichiarò che doveva astenersi dal procedimento “per gravi ragioni di convenienza” (vedi foto documento) e lo comunicò al presidente della sezione penale, dottor Stefano Billet.
La cosa passò, dunque, nelle mani della Gip Patrizia Martucci che – come potete leggere nell’articolo sopra citato – frustrò le velleitarie attese del baffuto Pedrito epigastràlgico.
GIUSEPPE GRIECO. Non altrettanto corretto è stato, nel corso del maxiprocesso politico contro noi (Bianchini-Romiti) e Linea Libera, il sostituto Giuseppe Grieco. O almeno questa è la nostra opinione, protetta dalla Costituzione, a detta di Benigni il lecca-Sergio.
Grieco, infatti, in aula si è permesso sia di violare il codice deontologico dell’Anm (nel caso, ovviamente che vi sia iscritto), perché ha strabordato su fatti e persone (mia figlia e mia nipote) che niente a che fare avevano con l’oggetto del giudizio; sia, pur avendo trascinato le persone di cui sopra impunemente e molto inopportunamente in aula, perché ha pensato bene di scendere in camera di consiglio dal giudice Alessandro Azzaroli, per corroborare un decreto penale da 150 euro di ammenda, gratificando mia figlia anche di ingiuriose illazioni (vergognose per un magistrato-padre) circa l’idea ancestrale secondo cui le colpe dei padri (io che scrivo) finiscono per scaricarsi sui figli e le figlie di Israele nei secoli dei secoli, amen. E speriamo che questo non avvenga mai al suo epìgono.
Grieco non ha adottato la più cauta (e giusta) tattica-Gaspari. Né è perfettamente e chiaramente comprensibile il motivo per cui, gente che – come lui – scende di rado in aula e lascia tutto a sparuti Vpo come (un esempio a caso) Andrea Alessandro Nesti temporibus illis, si sia presa la briga di andare a puntare il dito personalmente contro una cittadina dinanzi alla quale sarebbe dovuta scattare, dalla sua buona coscienza (così ex art. 21…), una giusta dichiarazione di astensione per «gravi ragioni di convenienza».
CLAUDIO CURRELI. Evidentemente anche i magistrati sono uomini e neppure troppo illuminati – come il papa – dalla luce del dogma dell’infallibilità quando parlano da sotto la toga, come l’altro ex cathedra.
È vero che i magistrati sono soggetti solo alla legge. Ma non di rado la legge, i magistrati o certi magistrati, se la fanno da soli, talvolta anche lì per lì, ex tempore. Come quando Curreli e Grieco hanno inventato lo stalking giornalistico o del giornalista, trasformandosi in aula in Protagora e Gorgia, maestri di sofistica, eristica, moralismo eticistico e giornalismo alla Montanelli.
Fortunatamente – cito l’indiscutibile Benigni – viviamo in una terra in cui ognuno può esprimere liberamente la propria opinione, vero Mattarella?
Ed è grazie a questo che chiedo, a Claudio Curreli, che cosa aspetti, lui, censorissimo dei «disegni criminosi» altrui, a sanare la sua personale posizione di violatore delle norme di legge che prevedono:
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che un magistrato non possa lavorare nello stesso tribunale in cui opera anche sua moglie;
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che un magistrato non possa permettersi di svolgere attività contra legem, favorendo – sia pure per un nobilissimo ideale di accoglienza – l’immigrazione clandestina stile-Vicofaro;
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che un magistrato non adoperi il server del suo ufficio (giustizia.it) e la sua mail istituzionale curreli@giustizia.it per presentarsi a svolgere, favorendoli, interessi altri rispetto al suo dovere. Per chiarezza: declinandosi addetto-stampa degli scout-Agesci di Pistoia.
È mia opinione, infatti, che, prima di fare i Salomoni, i nostri fornitori di servizi giudiziari, nostri dipendenti, nostri privilegiati prestatori di opera, dovrebbero essere specchi limpidi loro, piuttosto che impugnare straccio e Vetril per pulire i cristalli che incontrano a caso per via.
Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate (S. Francesco)
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]