sarcofago city come ankara. MA MI SPIEGATE PERCHÉ SE SONO ITALIANO DEVO SOTTOSTARE A DECISIONI DA CORTI TURCHE DI ERDOĞAN?

La storia della famosa lettera anonima che minacciava ritorsioni contro la segretaria Paola Aveta se non avesse preso seri provvedimenti nei confronti della comandante Turelli. A seppellire l’anonimo toccò alla mite sostituta Linda Gambassi


La procura di Coletta non aiuta la gente comune:
protegge le «autorità costituite»


UNA SERIE DI CHIACCHIERE

CHE NON FANNO LEGALITÀ


 

«Noi non ti diamo niente». La risposta del tris di Agrùmia

 

Il 9 giugno del 2020, alle 23:48, una lettera anonima (foto 1) di un porco, di una porca o di più porci in associazione a delinquere, fu inviata alla casella mail della dottoressa Paola Aveta, da pochi mesi segretaria generale del Comune di Agliana. Leggétevela perché è interessante:

Da: Informatore Amico <aiutamici@protonmail.com>. mar, 09 giu 2020/23:48. 6 allegati. Oggetto: Importante – riservata. A: paveta@comune.agliana.pt.it. Rispondi a: Informatore Amico <aiutamici@protonmail.com>.

Salve dottoressa, se ha letto l’ultimo articolo del professor Bianchini su linea libera avrà letto che la invita ad aprire una indagine interna su chi divulga notizie dei casini interni al Comune di Agliana.

Le allego alcuni screenshot che mostrano chi informa puntualmente il professor Bianchini direttore di linea libera, violando l’obbligo di riservatezza dei dipendenti comunali, fatto aggravato dal ruolo di Comandante che attualmente ricopre la persona.

Auspico che vengano presi seri provvedimenti perché è vergognoso che una persona del genere ricopra un ruolo così importante.

Ho altro materiale che dimostra che hanno un gruppo che si ritrova periodicamente (una specie di massoneria) e che tale dipendente corregge e completa alcuni articoli che vengono poi pubblicati su linea libera.

Le raccomando cautela perché buona parte della Giunta pende dalle labbra di tale individuo.

Confido in lei, non mi deluda.

Se può darmi un riscontro che questa mail non finisca nello spam gliene sarei riconoscente.

Oggettivamente era la prima volta che vedevo un delinquente porco-porca e/o porci, chiedere riscontro di ricevuta consegna.

La signora Paola Aveta (quella che, giunta per ultima, ha comunque coperto le vergogne della posizione lavorativa di favorito di Andrea Alessandro Nesti, mai-capo della polizia municipale, in solido con tutta la politica sinistrese di Agliana e i suoi predecessori) non si preoccupò di prendere la lettera anonima e attaccarla al chiodo del cesso, vìstine i contenuti merdosi.

Chiamò i suoi datori di lavoro e, senza minimamente riflettere sul fatto che, a inviare quella lettera, non poteva essere che un porco, una porca o più porci in associazione a delinquere; personale, ovviamente, interno al Comune di Agliana e in grado di inserirsi, da hacker, nel sistema postale dell’ente, violando di tutto e di più, iniziò, l’Aveta, a muoversi come tutti sappiamo.

Intervenne dando spazio all’anonimo (evidentemente la sua cultura è più adattata al sistema mafioso-camorristico che a quello istituzionale) e poi finì col trascinare anche l’assessore Ciottoli-Agnellone-Segatura-Squadrista-Tubatore dalla guardia di finanza per presentare denuncia.

Gli effetti li sta pagando – come tutti sanno e tutti mafiosamente tacciono, anche in procura – la ex-comandante Lara Turelli, perseguitata, come noi di Linea Libera, dagli indefettibili difensori delle leggi del terzo piano, piazza Duomo 6, Pistoia.

Un vero segretario comunale (e non quei «cosi» che oggi servono solo a farsi gli affari loro a suon di carrette di € mensili senza muovere foglia) per prima cosa si sarebbe preoccupato di aprire un’indagine sul come e il perché documenti provenienti dal sistema informatico comunale fossero stati tranquillamente estrapolati ed usati a fini di estorsione nei suoi confronti.

Ma evidentemente – lasciatemelo pensare – la signora Aveta aveva più interesse a non grattare troppo la crosta della torta: non avesse a venir fuori che quell’anonimo, era tanto anonimo quanto la famosa cacaiola del sindaco Benesperi.

Linda Gambassi, una sostituta più veloce della luce

Fu fatta, però, un po’ di scena. Si contattarono dei tecnici per vedere di arrivare al garretto del porco, della porca o dei porci hacker, ma poi il segatur-tubator-agnellone finì con il sostenere che il Comune non aveva quattrini. E tutto finì tarallucci e vino. Escluso, però, che per la Lara Turelli. Per lei ci voleva qualcosa di più concreto: che so? Una chiavA arrubbata!

Saputo il fatto – perché, come si diceva in fureria ai tempi del mio militare, «solo quello che non si fa non si sa»), pur non sapendo essere (per Curreli e Grieco) un giornalista degno di Montanelli, non ci misi molto – lo confesso – ad avere fra mano la famosa lettera anonima del porco, della porca o dei porci da associazione per delinquere.

Chiesi, tuttavia, l’accesso al documento che, violando anche una parte di mia corrispondenza, mi era dovuto per questioni di giustizia e denuncia del porco, della porca e/o dei porci che avevano ficcato il rostro nei solchi concimati di un orto altrui.

Ma i tre di Agrùmia, padre (il Tubatore), madre (la fatina dai capellini fucsia) e bimbominkia pensarono bene di rispondere «non te damo nulla» perché sai già quali sono tutte le lettere allegate all’anonimo (foto 2).

Lo capite l’alto spirito legalitario di questi dementes istituzionali? Fecero, né più né meno, che il discorso che in séguito Leonardo De Gaudio e Luisa Serranti avrebbero fatto alla Turelli quando la costrinsero a presentarsi al primo interrogatorio di garanzia pur senza avere in mano tutti i documenti del suo fascicolo: «Perché – le dissero – lei sa cosa c’è dentro il fascicolo: ce l’ha tutto nel suo computer». Essalutamassòreta!

A questo punto, fatemi una cortesia: spiegatemi la differenza che passa tra la giustizia turca di Erdoğan e quella democratica di Coletta che, nonostante tutte le se multiple «prossimità sociali» che può avere, è vergine come la Maic (Maria Assunta in cielo) di don Pancaldo e di Luigione Bardelli di Tvl.

Denunciai, alla legalitaria procura della repubblica di Tom Col, la violazione del dettato della legge sull’accesso da parte del Comune di Agliana; e, per conseguenza, la violazione del mio diritto di difesa contro un porco, una porca o più porci operosi e operanti in Comune ad Agrùmia.

Ma il 28 luglio 2020 (pensate: a poco più di un mese dalla spedizione della lettera anonima all’Aveta), la sostituta Gambassi aveva già chiesto l’archiviazione della mia denuncia. Evidentemente il caso friggeva nelle mani della procura.

Chi doveva essere protetto per saltare a conclusioni del Menga con tanta lodevole fretta?

Fu – chiaramente – fatta opposizione: ma la legalitaria procura di Tom Col decise che la storia non doveva avere un futuro. Insomma: se un dipendente del Comune di Agliana entra nel sistema, lo viola, e viola corrispondenza e altre cose; e se un tris come Tubo, Aveta e Bimbo nega un diritto e viola il mio diritto alla difesa, la colpa è solo mia di me: perché rompo i coglioni a chi comanda, a chi truffa, a chi minaccia davvero, a chi adopera gli anonimi per fini estorsivi e mafio-camorristici.

Nel frattempo neppure il prefetto – in verità con una sola tisana di camomillina sciacquatina – riuscì a convincere padre, madre e bimbominkia a fare il loro dovere. E siamo già a un anno dopo il fatto, nel 2021.

La finale presa in giro di bimbominkia parandosi dietro il silenzio di Tom Col

Richiedo, allora, nuovamente la copia della lettera e bimbominkia calunnio-epigastràlgico mi avverte che in data 8.8.2021, con protocollo 0012818, il Comune ha chiesto l’autorizzazione di rilasciarmi la lettera allo stesso Pm Tom Col.

Uno sforzo immane, ma con la promessa che, in caso di nullaosta da parte del «prossimista sociale», sarà cura del Comune di Agliana inviarmi i documenti richiesti – che, guarda caso, sono miei e mi devono essere dati perché ne ho diritto.

Quanto tempo legale è passato fino ad oggi 8 luglio 2023? Ve lo dico subito: dall’8 giugno 2021 ad ora sono passati 760 giorni, 108 settimane, 529 giorni lavorativi; in altri termini; 2 anni e mesi 1; con 108 sabati, 108 domeniche e 15 giorni festivi.

Dottoressa Martucci, ci creda lei alle sue amate «autorità costituite»! A cominciare, naturalmente, dal Pm Tommaso Coletta, sempre pronto a violare le norme in nome della valorizzazione della legge letta e interpretata secondo il suo insindacabile punto di vista.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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