Sapete il perché di tutti i problemi? Ne avremmo così tanti, se la procura non agisse al di fuori dei binari delle procedure e non lasciasse che certi arrosti brucino liberamente senza conseguenze?
Bastonare chi si lamenta per ridurlo al silenzio
non sana affatto la mancanza di legalità
LA LEGGE NON DEVE PUNIRE L’INDAGATO:
DEVE CONVINCERLO CHE HA TORTO
Ha voglia Sergio Mattarella, il verde eco-ansioso non-presidente della repubblica, a sostenere che la magistratura ha sempre ragione. È proprio grazie a gente come lui che oggi, in Italia, lo stato è in mano al terzo potere e a quelli che, dietro quel terzo potere, si muovono con i loro interessi, che non sono certo filantropici.
E ha voglia il nostro Pm capo, Tommaso Coletta, a far gridare proclami democratici dai giornali obbedienti, allineati e coperti: la realtà mostra che il suo “regno” è ben altro da quello che lui dipinge dal Canto al Balì di Luigione Bardelli.
A Pistoia – e credo di poter dire più che in altri luoghi, perché ogni micro-realtà è più facilmente manipolabile che non estesi àmbiti metropolitani – le cosiddette «prossimità sociali» non solo contano, ma pesano come il piombo. E non di rado sfarinano i cabbasisi, per dirla alla Montalbano.
Tommaso Coletta, visto da vicino, non merita tutta quell’aura di beatitudine di cui ama circondarsi e con cui procede alla sua auto-incensazione di difensore della fede/legalità.
Il Pm di Pistoia – e qui lo chiamo pubblicamente a dimostrare il contrario: ma non con una circolare che secreta anche i documenti pubblici; con ragioni incontrovertibili – mostra molti lati oscuri:
- lui secreta l’insecretabile con la sua famosa circolare interna 574/22 che è un insulto alla legge 241/90
- lui ostacola il diritto di difesa degli indagati – posso parlare per ore su questo argomento
- lui non vigila sul corretto svolgimento delle indagini dei suoi sostituti, non di rado viziate da violazione dell’art. 358 cpp
- lui non prende atto delle cose di cui viene in qualche modo (e non importa come) a conoscenza (vedi la storia Turco o le mie segnalazioni dei documenti falsi prodotti dai dipendenti tecnici del Comune di Quarrata)
- lui, con un atteggiamento irricevibilmente sprezzante, della legge se ne sente al di sopra e senza il minimo pensiero di doverne dare spiegazione, poiché lupo non mangia lupo e può contare su una «prossimità sociale certa»: quella che a giudicarlo saranno solo dei suoi colleghi i quali, come lui, appartengono a chi esercita il potere per essersene appropriato contro lo spirito della stessa Costituzione.
Altro che pesi e contrappesi – come disse al Canto al Balì lo stesso presidente della Camera Penale di Pistoia, l’avvocato Andrea Ferrini! La regola pistoiese più applicata è e resta questa: io so’ io e voi non siete…
Con i diritti civili di cittadino italiano, nato in Italia, dipendente pubblico fedele (e basta la carriera a dimostrarlo), ho chiesto a Coletta di chiarirmi diversi aspetti oscuri del processo politico cui sono stato sottoposto per volontà di Curreli, Martucci, Grieco e Gaspari, ma, comunque, sempre sotto la regìa di Coletta.
Ha sentito, Coletta, il dovere di rispondere com’era suo obbligo? No. Si è comportato da magistrato terzo e imparziale? No. Ha dato dimostrazione di massimo scrupolo nello svolgere il suo dovere di Pm? No. Ha vigilato sugli errori/orrori del suo ufficio da parte di suoi subordinati in evidente stato di anomalìa? No.
E dunque cos’altro ha fatto, per lavorare per la «gente comune», per l’affermazione della legalità, per il rispetto della legge, se non limitarsi a ricevere lo stipendio sul suo conto corrente?
E quello che sto dicendo da ormai quattro anni – e che nessuno mi contesta perché incontestabile –, che cioè la procura di Pistoia non funziona, è verità oppure diffamazione?
Sapete il perché di tutti i problemi pistoiesi? Ne avremmo così tanti, se la procura non agisse al di fuori dei binari delle procedure e non lasciasse che certi arrosti brucino liberamente senza conseguenze?
È su questo che devono riflettere i pistoiesi: non quelli che comandano e possono fare quello che vogliono; ma quelli che lavorano e pagano per vedersi presi in giro da magistrati che, non avendo alcun senso dello stato e del proprio dovere, lasciano o vogliono lasciare intatta la cancrena sempre più estesa.
Così finiscono per favorire solo una discarica di corruzione nel silenzio culilinguo di tutti.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Ex art. 21 della Costituzione sento di poter esprimere liberamente la mia opinione affermando che i magistrati degni di tale nome a Pistoia si contano più o meno sulle dita di una mano.
E ora sorbitevi questa bella storia di illegalità maturata
entro le auguste mura del palazzo di giustizia di Vanni Fucci
la verità storica dei fatti!