sarcofago city. MAGISTRATURA: QUANDO HA TROPPO POTERE I CITTADINI NON HANNO DIFESE

Come al solito, se siamo stati più silenziosi in quest’ultimo periodo agostano, è stato solo per riprendere fiato e raccogliere una cosa che la procura di Pistoia sembra non conoscere o non voler riconoscere: le prove


Intangibili, santi e indiscutibili. Ci siamo tolti di dosso i fascisti per fare spazio ad altri dittatori?


SE SI INTERCETTASSERO I GIUDICI

FORSE CI DIVERTIREMMO ASSAI!


 

 

Sta finendo agosto e stiamo per rientrare nei ranghi dell’ordinaria follia alla Bukowski. È quindi opportuno pensare a una ripresa dell’ordinaria mazzolatura dei chiodi storti in cui, a Pistoia (ma anche nel resto d’Italia), siamo costretti a vivere.

Intendo dire che l’autunno, in arrivo tra quattro o cinque settimane, deve trovarci preparati a evidenziare, senza sosta e senza fatica, di giorno in giorno, tutte le contraddizioni che caratterizzano il grande palazzo di giustizia di Piazza Duomo 6, piani 2° e 3°.

È civicamente necessario continuare a riepilogare le raffiche di abusi che i nostri beneamati padroni (dal Pm Coletta in giù) ci impongono di giorno in giorno con una sfacciataggine senza pari e senza precedenti.

Riepilogo brevemente i punti più qualificanti di questa inaffidabile magistratura locale che – fra l’altro – gode non solo dell’impunità, ma ancor più della certezza di essere e restare impunita grazie alle mille e mille «prossimità sociali» sbandierate da Coletta come una sorta di valorizzazione della ferrea capacità di essere terzi e imparziali. E buon per chi ci crede!

Come al solito, se siamo stati più silenziosi in quest’ultimo periodo agostano, è stato solo per riprendere fiato e raccogliere una cosa che la procura di Pistoia sembra non conoscere o non voler riconoscere: le prove.

Così, quando vi illustreremo, dal vivo e con documenti, i metodi con cui lupo non mangia lupo (= la magistratura si autoprotegge a dispetto della giustizia e dei santi), potrete vedere com’è che funzionano (alla perfezione) le «prossimità sociali» definibili, con altro termine, amicizie che rendono carne il famoso proverbio, politicamente scorretto ma efficacissimo, secondo cui

Coi quattrini e l’amicizia
si va in culo alla giustizia!

Attendete fiduciosi, cittadini vittime e perseguitati dallo strapotere di certi togati.

E quando vengono a parlarvi di legalità e rispetto delle regole, mandateli serenamente a quel paese, dove c’è tanta gente che ci va…

Buon divertimento!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

TROPPE «PROSSIMITÀ SOCIALI»,

DOTTOR COLETTA!

Leonardo De Gaudio, con Luisa Serranti, è uno dei bracci destri Coletta

 

Pensate bene a questo. Perché, per rivendicare il diritto al sequestro di Linea Libera (censura della libera manifestazione di idee, art. 21 della Costituzione), dinanzi al Tribunale del Riesame (Billet-Magi-Cerrone) si presentarono in tre?

C’era il capo Coletta e c’erano l’incompatibile Curreli e la distratta Contesini a perorare la causa: evidentemente ritenuta più importante di un omicidio colposo, dinanzi al quale non scende in aula neppure un sostituto togato, ma viene, non di rado, mandato un Vpo come un Andrea Alessandro Nesti qualsiasi.

E quanta terzietà e imparzialità c’è in un giudice non togato che, in aula, si trova al banco della pubblica accusa un suo superiore gerarchico, capo o sostituto, ma togato?

Questo è successo quando Coletta – in quel caso esempio in carne e ossa da mettere, a buon diritto, nel Mondo al contrario del generale Vannacci – ha rinviato a giudizio il luogotenente Sandro Mancini per essersi indignato delle dichiarazioni dell’assessore Alessandro Galardini di Montale.

La giudice Floris, infatti, si trovò dinanzi uno dei bracci destri di Coletta: il sostituto Leonardo De Gaudio. Quello – mi sia consentito – che nella puteolente storia del Carbonizzo di Fognano, liberò il sindaco Ferdinando Betti dal peccato e lo rese sicuro da ogni turbamento…

Posso esprimere le mie opinioni o devo chiedere il permesso ai nostri indemocratici padroni che godono di ogni immunità umana e divina anche grazie (ne sono convinto) alle loro nunerose prossimità sociali?


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