sarcofago. NON LA COLLINA, MA LA CITTÀ DEL DISONORE

Sabato prossimo, 2 marzo, la prima riunione di lavoro del «Comitato Perseguitati e Vittime del Tribunale di Pistoia. La convocazione, annunciata in chat, ha riaperto molte ferite per le umiliazioni inflitte a cittadini trattati come negri da esportazione nei campi di cotone. Ed è necessario riflettere sul caso-Ferretti per capire che quella di Cino, non è una città, ma una specie di Lager, con troppi Rudolf Hoss e Josef Mengele


Dobbiamo sempre e solo tacere perché “loro” vogliono questo?


GIUSTIZIA? MA QUA SIAMO NEL DELIRIO!


Luciana Ferretti, costretta a vivere con 200 € mensili, ha perso tutto: lavoro, famiglia, affetti e voglia di vivere

 

A uno dei miei migliori lettori stavo per scrivere che oggi gli risparmiavo il peggio, ma improvvisamente, dal nulla, sulla chat del «Comitato Perseguitati e Vittime del Tribunale di Pastoia» è comparso un pensiero di Luciana Ferretti. Leggetelo attentamente e riflettete.

Per i pistoiesi (anche i più nobili: i forteguerriani) che si mettono – come tutti del resto – ogni cosa dietro le spalle tanto-basta-che-non-mi-tocchi, voglio ricordare che Luciana Ferretti è stata vittima, lo scorso anno, del pròvvido intervento del giudice delle esecuzioni immobiliari Nicoletta Maria Curci, moglie del sostituto Claudio Curreli.

Con lui lavora sotto lo stesso tetto del medesimo tribunale in macroscopica incompatibilità, ma sotto l’ampia ombrella del Csm, consiglio superiore della magistratura, che, a detta del presidente del tribunale Maurizio Barbarisi, culla e riscalda l’illiceità della coppia in grado di modificare il tessuto sociale – oltreché la vita – di numerose famiglie della “città di Vanni ladro in duomo” – parola di Dante.

Da una parte il marito, capo scout non di rado in pantaloni corti, favorisce l’arrivo dei clandestini irregolari a Pistoia dacché dirige l’ufficio del traffico appellato (direbbe il giudice Gaspari) «Terra Aperta» (ma solo quella degli altri). E con ciò tira, seppure indirettamente, mazzate da Ercole sul cranio dei vicofarini i quali, tutti timorosi del suo santo nome, prendono dei micidiali pestoni, ma si spostano più in là e cedono alle prevaricazioni di un magistrato che non rispetta le leggi come da Costituzione. Le case di Vicofaro, intanto, si svalutano a botte del 20% a colpo.

Dall’altra la moglie, magistrato efficientissimo delle esecuzioni, parte su debiti di pistoiesi che oscillano tra gli 80 e i 90 mila euro, e trancia persone e famiglie portando via loro non ciò che devono, ma un soufflé che che nel forno di San Mercuriale, si gonfia fino a oltre un milione di euro (Luciana Ferretti – Garden Ferretti) e a tre milioni di euro (Marco Baldi – azienda agricola ortovivaistica).

Se fossimo in Francia dopo il 1789, potremmo parlare senza tema di smentita, di regime del terrore. Se andiamo a scavare, quante decine di persone hanno perso la vita e la dignità in questo stesso modo? È una domanda per Nordio e per la Giorgina, a cui – forse – Patrizio La Pietra racconta la favola del, “tutto va ben, madama la Giorgina”.

Curreli è evidentemente cresciuto a spot di Conto Arancio. E, se si mette in testa una cosa (vedi, per tutti, lo sconcio di Padre Fedele), seguendo la pubblicità della Birra Ichnusa, fa sentire la durezza della terra da cui proviene.

Persino personaggio da calendario della Nazione

Se Claudio si sente offeso, pensi solo a quanto, di continuo, ha violato e viola i diritti dei suoi indagati, favorendo – ovviamente – i suoi protetti; pensi a quanto li ha perseguitati, sicuro della sua superiorità intellettuale e morale solo perché è buono, è civile, è antirazzista, è antifascista, è scout che ha sede nel seminario vescovile; poi pianta i mori di Caponnetto e va in giro a gridare pace-pace con le bandierone arcobaleno, e, sebbene magistrato e cittadino uguale a tutti gli altri, si permette di fare quello che vuole, forte delle sue «prossimità sociali» nel consiglio superiore della magistratura e non solo. La “bomba” atomica me la tengo per l’armistizio prossimo venturo.

La moglie sembra avere sbagliato il diritto delle esecuzioni con la lama che mozzò la testa a Luigi XVI il 21 gennaio 1793. Luciana Ferretti le chiese di darle tempo fino a novembre per salvare tutte le sue piante sul terreno che Nicoletta le aveva fatto sequestrare, ma la signora Curreli fu sorda (o insensibile) a qualsiasi gesto di umana comprensione. E nonostante questo, il terreno in cui le piante della Ferretti sono morte di sete e di arsura, venne toccato solo a novembre o giù di lì.

Come la chiamereste se non una prova di insensibilità conclamata. Oggi la Ferretti deve vivere con 200 € al mese, ma non ci sono problemi: Nicoletta Maria Caterina Curci, mentre pretendeva dalla Luciana 2 mila euro al mese di affitto sulla terra sequestrata, le aveva trovato la soluzione ai suoi mali. Maria Antonietta rispose brioches. La Curci: «Si rivolga ai servizi sociali!».

Questo io vedo e questo io dico. E se non è vero, accomodatevi ed esercitate i vostri diritti come per legge.

Ma voi, politici di Pistoia, fate vergogna, a iniziare dal viceministro dell’agricoltura, che mangia pane e bistecca e al popolo fa mangiare polvere di grilli e cavallette. Che aspettate, perciò, a a scomparire dalla vergogna?

Non fate alla Giorgia quello che facevano al duce. Mostratele la verità; non sempre i soliti aerei che volavano da un aeroporto militare all’altro. Siete lì per il popolo, non per garantire il posto ai magistrati che rappresentano un pericolo reale

Tutti insieme siete una sorta di sfilata di carnevale viareggino. La vita è una sfilata di carnevale: lo diceva anche il greco Luciano. È cartapesta e basta. Come tale, perciò, finirete nella differenziata. Ed è logico perché questa città dopo 75 anni di profondo rosso e una decina di grigio-pirla, è esattamente tornata a un nuovo ventennio, disdicevole e oppressore.

Volete contestarmi? Fatelo! Parlare, dire, criticare è concesso per l’art. 21. Ma tenete presente che, dove la legge è solo un rotolo appeso in bagno (a Pistoia è così), se non siamo nella dittatura, dove siamo? Nel “giardino delle delizie” del Bosh con i mazzi di fiori in culo?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Volenti o nolenti il giornalismo si fa raccontando ciò che si vede, non mettendo gli asterischi su ciò che non deve essere detto per paura di ritorsioni da parte dei giudici. Dove siamo, altrimenti? In uno stato di diritto o a casa di Kim Jong-un?


Print Friendly, PDF & Email