SE NESSUN CI FICCA IL NASO
QUEL CHE ACCADE È SOLO UN CASO!
LA NOTIZIA è stata questa: sui sarcomi di Casalguidi-Cantagrillo l’Asl Toscana Centro ha svolto le sue ricerche epidemiologiche ed è arrivata – vi meravigliate? – alla solita conclusione: non se ne cava il classico ragno dal buco.
Il “paziente 0” di questa notizia è, senza ombra di dubbio, il pezzo originale scritto dall’ufficio stampa (& propaganda aziendale) di Paolo Morello Marchese, realizzato a firma di Daniela Ponticelli e pubblicato il 7 maggio alle 15:17 (vedi); poi passato dal nostro giornale il giorno successivo, 8 maggio (immissione di Andrea Balli; ma correttamente con la firma di provenienza [ponticelli – asl toscana centro]); lo stesso giorno da La Nazione (a firma di Michela Monti), ma non c’è traccia della fonte dell’informazione e sembra, quindi, un elaborato autonomo messo insieme da chi firma. Infine riportato anche da varie altre testate, fra cui ReportPistoia, che non cita l’autore del testo, ma lo fa firmare da uno dei suoi collaboratori come se fosse proprio.
Non so se sono stato sufficientemente chiaro, ma per maggior sicurezza riepilogo: Daniela Ponticelli, dell’ufficio informazione aziendale Ausl Toscana Centro, scrive un pezzo sui tumori. Noi lo riportiamo firmandolo a suo nome e, quindi, con tanto di bollinatura di origine controllata; vari altri lo rimaneggiano o lo ripassano “paro paro” come fosse roba propria.
Ecco, cerchiamo di definire ancor meglio il problema: l’ordine dei giornalisti della Toscana porterà in commissione di disciplina Antonio Socci, l’insultatore del papa/non-papa, perché ha violato il codice di comportamento deontologico: ma non credo che farà altrettanto per i rilievi che ho appena evidenziato.
Eppure anch’essi violano le norme del codice deontologico, oltre a quelle sulla trasparenza e sulla limpidezza delle fonti richieste perché il lettore sappia orientarsi circa l’affidabilità e l’attendibilità delle notizie diffuse.
Sapere, per esempio, che questa notizia («i sarcomi non sono sicuramente riconducibili all’inquinamento ambientale di Casalgrillo») viene direttamente dall’Asl Toscana Centro, che è il controllore che dovrebbe controllare se stesso – e assai spesso non sembra farlo – oppure che viene da qualsiasi altra fonte meno “implicata” nel processo di certificazione, è – ne sono certo – fondamentale.
E per capirlo basterà semplicemente rifarsi a un esempio indiscutibile: quello delle certificazioni degli scarichi diesel della Volkswagen, una vera e propria bufala-truffa megagalattica (proprio “donne tedesche fedeltà tedesca”, come dice l’inno nazionale del Reich!). Dicevano che erano scarichi puliti e invece erano spargimenti di morte in polvere.
Ora credo che abbiano capito tutti, anche l’ex-pulminaro, aspirante giornalista, gentile signor Claudio Spinelli, se non erro fratello del signor Gianfranco Spinelli, altrimenti noto per la sua incurabile sindrome di Kawasaki.
Direi che le notizie fornite dall’Asl, con tutto rispetto, hanno la stessa validità della famosa certificazione di verdure biologiche per quelle coltivate direttamente sotto l’inceneritore di Montale, e forse legate – un giorno vi spiegherò perché con documenti alla mano – in qualche modo anche alla discarica del Cassero e, probabilmente, anche alla chiusura del quotidiano Linee Future.
E ora avvicinate, a quanto sin qui detto, l’uovo fresco di giornata di stamattina 9 maggio. Miracolo a Casale, l’Arpat ci viene a dire che sta perfino calando il cloruro di vinile nei pozzi. Leggete qui serravalle. in leggera diminuzione le concentrazioni di cloruro di vinile dei pozzi a casalguidi.
Eppure, riflettete anche solo per un istante e se siete Pd lavatevi gli occhi con l’acido borico per vederci meglio.
In quarant’anni, tra inceneritori e discariche in provincia, mai una volta che la procura abbia messo il naso in questi affari. Occorre tenere un basso profilo, diceva il dottor Renzo Dell’Anno (ma anche i suoi predecessori). E per quale motivo, scusate?
E poi: vogliamo tranquillizzare tutto e tutti una volta per sempre? Perché non fare una ventina di saggi profondi in discarica, al Cassero, con delle belle carotone di cacca da fare analizzare in un laboratorio che non abbia fili e nodi e legami con Pistoia?
Credete forse che nei sarcomi di Casalgrillo gli agenti chimico-patogeni lascino il bollino come accade sulle banane Chiquita 10 e lode?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Diritto di Amleto: urlare molto e non star mai chéto
La discarica del Cassero è un problema ecologico: se si lava inquina l’acqua, se non si lava inquina l’aria!