SAMMOMMÈ. Non c’è pace per l’area montana della provincia pistoiese: non solo la chiusura della Porrettana, di uffici postali, dell’ospedale di San Marcello (pronto soccorso e chirurgia sono stati smantellati, è quindi corretto affermare che l’ospedale è chiuso!), di sportelli bancari, di edicole e tante botteghe e negozi di paese; e tutto ciò con l’ulteriore spopolamento ed impoverimento demografico ed economico che ne consegue.
Come se i nemici esterni non bastassero, succede che le ferite più profonde arrivano direttamente dall’interno delle stesse comunità appenniniche.
Emblematico esempio ne è la vicenda che ha condotto alla chiusura, per la stagione estiva 2014, del punto ristoro “Savaiana” di Sammommè. Si tratta di un chiosco in legno nel parco del paese, che da undici anni ha costituito un punto di riferimento, durante i mesi estivi, per villeggianti, turisti e paesani. Addirittura si era guadagnato una pagina e l’adesivo di locale raccomandato su Tripadvisor (vedi qui), il noto portale di recensioni e classifiche delle strutture ricettive e di ristorazione. Spettacoli per bambini, serate musicali, pomeriggi a tema e cibi genuini hanno negli anni fatto del Savaiana l’esperienza di maggior successo partorita della Pro Loco di Sammommè, che ne è il soggetto proprietario e responsabile. Non a caso la Pro Loco ha, in base al proprio statuto, finalità turistica e di promozione sociale.
Nel 2008 il consiglio della Pro Loco aveva affidato la conduzione della struttura a due soci, Nicola Guarino, volto noto anche in città nonché storico e instancabile animatore delle manifestazioni paesane, e la moglie, che si erano assunti l’onere della ristrutturazione per l’adeguamento igienico sanitario.
A inizio 2014 si scopre però, dalla sera alla mattina, che la piccola baita non dispone della sanatoria, una mera formalità che doveva essere rispettata dai vertici della Pro Loco con l’entrata in vigore del nuovo regolamento urbanistico, che ha trasformato l’area interessata da area a verde ad area a verde attrezzato.
Sembra proprio, e ciò risulta anche da alcuni verbali, che la necessità di effettuare la sanatoria fosse sconosciuta sia ai gestori del Savaiana che ai consiglieri della Pro Loco, che si sarebbero attivati per intraprendere le soluzioni necessarie. E molti si domandano se tale sanatoria sia un problema reale o soltanto una questione personale nei confronti dei due soci affidatari.
Risultato: il Savaiana è ora chiuso, con evidente danno per la comunità del paese e in spregio allo scopo sociale della stessa Pro Loco: in compenso si è creata una lunga scia di malumori, divisioni e polemiche. Il consiglio della Pro Loco si trova spaccato, cinque consiglieri nel tempo si sono anche dimessi ma la faziosità non cessa di alimentare mormorii, chiusura al dialogo ed alla collaborazione se non vere e propria ostilità. Fino al lancio, lo scorso anno, di creolina sul pavimento del Savaiana…
Laddove dovrebbe essere naturale far fronte comune contro i veri problemi, armonizzare le varie sfumature di pensiero e comunque trovare un accordo, si assiste invece al prevalere di un sentimento e di una volontà che ostacolano quanti spingono per un’intesa e per metodo di lavoro a vantaggio di Sammommè. E pensare che i due soci, Guarino e la moglie, si erano offerti di pagare le spese di sanatoria, nella disponibilità a sottoscrivere un contratto commerciale d’affitto con l’associazione e ad occuparsi personalmente del Savaiana.
Bisognerà attendere una sorta di commissariamento esterno o la ragionevolezza delle persone basterà a superare le eterne liti paesane, che troppe volte hanno condannato il nostro territorio?