PISTOIA. Moriremo di Gomorra, o comunque tutti camorristi. Parola di Saviano, rendiamo grazie a Saviano.
C’è chi sostiene che un programma come Uomini&Donne (dove un tronista frequenta contemporaneamente più corteggiatrici) diseducherebbe gli spettatori poiché indurrebbe al tradimento. Sorvolando sul fatto che la fedeltà è innaturale, e che quando ho tradito era solo perché avevo voglia di visitare un posto nuovo, addebitare a un programma tv gli errori commessi dall’umanità è tipico di chi non vuole prendersi le responsabilità delle proprie nefandezze e preferisce delegare alle soap opera la divulgazione di cultura.
Roberto Saviano, gran sacerdote delle bufale che ogni tanto girano per l’Italia, ha detto la solita cosa riferendosi però alla serie tv “Gomorra”. Sostiene che, puntata dopo puntata, i protagonisti che indossano i panni dei camorristi verrebbero esaltati a tal punto da indurre i telespettatori a emularli.
È fortemente illiberale credere o pretendere che la televisione faccia cultura, istruisca i telespettatori e insegni loro qualcosa. L’educazione ce la insegnano dentro quelle quattro mura chiamate “casa”, e le lezioni ce le impartiscono i genitori (babbo e mamma, non genitore 1 e genitore 2). Dovrebbero essere aboliti i cerchietti verdi, gialli o rossi posti in basso all’inizio di ogni film: nessuno può suggerire ai genitori di educare i propri figli in un certo modo, indirizzandoli in una certa direzione.
Dunque se babbo e mamma credono sia giusto far vedere “L’esorcista” al pargolo di sette anni, è bene che lo facciano. È troppo comodo credere che sia il quaranta pollici di casa il responsabile di ogni nostra azione.
Gomorra esalta le figure dei camorristi? Beh, è inevitabile che ciò accada, perché i cattivi sono sempre più fighi dei buoni. In nome di ideali buoni e giusti sono nati regimi come quello nazista e quello comunista.
Inoltre chi vuol far del bene tende a imporlo, ma non in virtù di una verità assoluta, bensì di una sua visione di ciò che è bene e di ciò che è male, e non mi sto riferendo a Madre Teresa di Calcutta. Non essendo vita la vita senza libertà, chi ad esempio vuol impedire agli altri di drogarsi, impone loro una non-vita.
Sapete cosa voglio fare da grande? Il gangster sposato con l’amante. Ma non perché mi faccia influenzare da Gomorra o da Uomini&Donne, piuttosto perché gli applausi dei pecoroni mi sono venuti a noia.
[Lorenzo Zuppini]
Vabbè…Lorenzo….capisco il discorso…ma ti assicuro che c’è stata un’epoca dove la Tv ha fatto da traiono ad una nazione intera, alfabetizzandola e proponendogli cose di un livello che oggi possiamo solo sognare: ti consiglio di andare a saccheggiare la lista on demand della Rai su internet e andare a vedere cosa erano all’epoca gli “sceneggiati” oggi detti fiction….noterai la differenza abissale di contenuti e di attori, Dalla “Freccia Nera” a “La cittadella” al Deserto dei tartari” o “Ligabue”. Persino Canzonissima, paragonata a quello che gira ora è roba da raffinati. La tv ha avuto e in parte ha ancora un ruolo importante nella vita di ogni Paese e quella fatta bene può contribuire allo sviluppo di una nazione.
Sarà un caso che nell’epoca di “uomini e donne” , che è il corrispettivo del mercato delle vacche e dei tori da monta, la donna è più che mai tornata ad essere considerata uno strumento di soddisfacimento sessuale e poco altro?
Quanto a Gomorra, sarebbe bene ricordare, come giustamente fai notare, che abbiamo un cervello per giudicare e un telecomando per cambiare canale se lo vogliamo.
Ciao e buona serata
Massimo Scalas