Analisi politica spietata delle anomalie e dei comportamenti della “giunta del cambiamento zero”. In tre dirigono tutto, ma al timone della barca sembra che ci sia una sorta di Carola Rackete. Benesperi e Ciottoli hanno la febbre a 40 e indagano come segugi (col naso otturato) su chi parli all’esterno. Non farebbero prima ad agire in piena trasparenza e legalità piuttosto che cercare i nemici tanto temuti? Non capiscono che i veri problemi sono loro?
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PERCHÉ INDAGATE SU CHI RIFERISCE?
CHI BEN LAVORA NON TEME E PATISCE!
SIETE SICURI DI QUELLO CHE FATE?
E ALLORA, GENTE, PERCHÉ VI TURBATE?
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L’ASSESSORE CIOTTOLI lo sa bene che una volta le candele delle macchine si pulivano con una spazzola a fili d’acciaio. Ed è un peccato che una spazzola del genere non possa essere usata, per legge, per le incrostazioni di una giunta come quella di cui lui fa parte.
È una giunta che non ha autonomia decisionale perché ha, fra le ruote, una di quelle ganasce che la polizia mette alle auto affinché non possano essere portate via in alcun modo.
È una ganascia, però, composita e multifunzionale; o, se preferite, pluriuso come quei coltellini svizzeri dentro i quali ci stanno 69 oggettini tutti insieme – salvo che alla fine non ne funziona neppure uno.
Questa giunta, in cui la maggioranza consiliare leghista non si riconosce – e il Silvio Buono (anche troppo) s’incazza come una iena e litiga e ha ragione –; questa giunta che non ha persone di cui possa fidarsi perché, a forza di cancellare la propria identità di “destra del cambiamento”, si è battezzata nel bozzo dell’opposizione (una vera e propria Cava Briganti sotto ogni punto di vista); questa giunta che era partita chiedendo all’ottimo fu-comandante dei vigili del Fragai di pagare il fio di oltre vent’anni di danni ad Agliana e alla sua gente, è diventata peggio di uno di quegli zar della Russia che ammazzavano tutti i boiardi di corte perché in loro vedevano solo nemici.
La ganascia che frena questa giunta, sostanzialmente fatta da una triade (Benesperi-Ciottoli-Aveta) in cui, in ossequio all’ideologia politicamente corretta di oggi, il vero comandante, la Carola Rackete della barca comunale, è proprio la dottoressa; a giudizio e opinione di chi scrive ha in colei una resistenza a tutto pur di mantenere uno status quo di assoluta calma superficiale della Cava Briganti; uno specchio d’acqua al glifosate in cui si galleggi senza rischi.
La cosa migliore che potremmo fare – e che faremo: è una promessa – sarà quella di segnalare le anomalie aglianesi, visibili come il Pirellone di Milano, all’Agenzia dei Segretari, un altro di quei carrozzoni democratici inventati apposta per ingessare Gesù Giuseppe e Maria, ma forse anche il bue e l’asinello, le pecore dei pastori e perfino i tre re magi, allumati dalla stella cometa (che, per caso, fa rima con Aveta).
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Questa triade, che in realtà è una monade plotiniana, si preoccupa e si riempie di diarrea ogni volta che scriviamo un pezzo come quello di stamattina. Batte la testa nel muro e va a cercare chi è che parla e racconta le segrete cose del Comune all’esterno, per le strade di questo mondo.
A questi amministratori carenti di fibre neuroniche, c’è da dire solo una cosa: non chiedetevi chi parla, preoccupatevi di agire bene e di fare il vostro dovere, perché solo dove non ci sono prostitute non c’è casino.
Voi siete – in metafora –, caro Luca e caro Agnellone della Ferruccia, immersi nel casino fino al collo. Ma non è che facciate nulla per tirarvene fuori come dalle sabbie mobili.
Sapete perfettamente chi è che ha violato i vostri servizi informatici, chi è che vi ha scritto la mail anonima con cui vi minacciava e tentava estorsioni di vario genere: ma chiudete non solo gli occhi e le orecchie; al contrario, con grande sforzo, anche gli altri sfinteri. Avete minacciato e messo in mora per danni il fu comandante Nesti a dicembre dello scorso anno, prendendo l’ultimo treno prima della prescrizione delle responsabilità, e oggi, a distanza di un anno, non vi siete ancora tolti il famoso dito di culo e aspettate che Rino Fragai, vostro nemico mortale, e il Partito della Disfatta d’Italia, vi risistemi il fu comandante in chissà quale altra parte del mondo, dove, magari, non lo vogliono perché preceduto da una fama che non promette giorni facili per chi se lo trova sul groppone.
Lo so che ora mi prenderò un’altra querela: ma prendete esempio da me, pappine di amministratori del cambiamento! Smettete di farvi pulire il sederino da chi vi spinge ogni giorno sulla via dello scivolo, sempre più in basso. E fatelo prima del tonfo nella cacca che vi aspetta. Ne va della vostra dignità.
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E sappiate che, fingendo di essere tanto buoni, fate la figura di quello che siete politicamente: degli inetti inconcludenti da prendere per mano e per il culo.
Noi, nel frattempo, prepareremo il fascicolo da inviare all’Agenzia dei Segretari. Da parte vostra, fatela finita di farvi suggerire (e di firmare con il vostro nome e la vostra faccia) le decisioni – tipo quelle che riguardano i provvedimenti disciplinari di cui si parlava stamattina – che non sono di vostra competenza, ma del capo del personale.
E non proteggete chi non ne è degno: o, quando salterà tutto, salterete anche voi, fra’ pappine di amministratori di Agliana!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Art. 21. Il Comune di Agliana, a nostro avviso (opinione), ha seri problemi di trasparenza e legalità: alla faccia dei laureati in giurisprudenza e degli Agnelloni incazzosi e turbolenti.