scambisti. QUANDO LA POLITICA DEL DOPO DI PIETRO È PEGGIORE DI QUELLA DI PRIMA

Politici italiani, candidi cigni

 

 

Nessuna legislazione ha mai avuto altro scopo se non quello di stabilire e sistemare lo sfruttamento del lavoro delle masse popolari a profitto delle classi governanti.
Michail Aleksandrovič Bakunin

 

SCAMBISMO designa una classe piuttosto ampia di comportamenti sessuali, che alcuni di quelli che lo praticano, definiscono anche con il termine più generico di trasgressione e con l’aggettivo trasgressivo.

Questa più o meno la definizione di chi scambia il partner in un gioco di coppia o – se volete – in un “puttanaio generale” in cui tutti vanno a letto con tutti in una sorta di Sodoma e Gomorra chiusa fra quattro mura rassicuranti di un Club Privé.

Scambismo. La politica di oggi funziona così?

Mutatis mutandis (ma… senza scambiare le mutande), se a scambismo si sostituisce il termine politica attuale, la sostanza non cambia di un atomo; rimane esattamente la stessa, perché questa scienza dell’amministrazione della cosa pubblica (che sarebbe da svolgere per il bene pubblico in nome e per conto dell’articolo 54 della nostra spregiata Costituzione), nei fatti designa «una classe piuttosto ampia di comportamenti sessuali» che può anche essere definita con il termine più generico di trasgressione di tutte le norme e di tutte le regole del buoncostume morale, ove si intenda sia ciò che riguarda il «dentro le mutande» che l’uso e l’abuso «fuori delle mutande» dei pubblici poteri e/o soldi per fini soddisfattivi propri.

Non so se sono stato chiaro – di solito mi sforzo assai di esserlo, ma molti neandertaliani di oggi non ci arrivano perché sanno far funzionare solo il “cervello rettiliano”, ossia quella parte ancestrale di pappa grigia chiusa nel cranio, che non va oltre i bisogni fondamentali; in esplicito (secondo una famosa professoressa pistoiese): mangiare, bere, dormire, evacuare e fottere.

Non c’è bisogno di spiegazioni

E poiché (proverbio siculo) «U cumannari è megghiu du futtiri», per la proprietà transitiva e onnicomprensiva, “fare politica” (= comandare) è meglio di fottere, ma lo contiene di per sé. E, di conseguenza, «io comando e do una cosa a te, e quando comandi tu, mi dai una cosa a me»  ovvero: «facciamo scambismo di nome (mazzette, tangenti, privilegi, guadagni e affari vari) e di fatto (donne, sesso e rock n’roll: comprese confezioni da 24 preservativi bene impacchettati e infiocchettati di nastri tricolore, adagiati sulla scrivania del Sindaco; oppure: luci accese in Comune di notte e la scoperta di un Bill Clinton a pantaloni in fondo ai piedi con una Monica Samille Lewinsky in succhio come le pere).

Tutto questo, signor popolo che paga le tasse, vale dal centro (Roma&rifiuti) alla periferia (Comuni con meno di mille abitanti e piccole discariche abusive lungo le strade e i sentieri).

Mattarella-Ermini: così il Pd si è preso la magistratura

La «rivoluzione fallita», iniziata in Italia fino dal nobile esempio di Palmiro Togliatti[grad] ministro della giustizia, che aprì le porte di una magistratura post-fascista al turn over comunista, costante come una pioggerellina incessante di novembre, mese dei morti (risultati: oggi con Palamara, Lotti[zzazione] e Mattarella/CSM-Ermini), si è conclusa con il liberismo post-comunista che, liberate le destre e le sinistre dal guscio dell’ideologia come quello dei gamberi di un fritto misto, ha inaugurato, grazie a Tonino Di Pietro, il libero mercato di scambio senza dazi nonostante il famoso alalà, grido di guerra dei grillini che, pur ripetendo ininterrottamente “onestà onestà onestà” non sono riusciti, neppure nei comuni da loro amministrati, a fare niente contro uno stato di totale lassismo morale garantito, appunto, dallo scambismo inveterato quanto il callo ai piedi dei contadini del primo Novecento.

In provincia di Pistoia abbiamo due esempi interessanti di questa nuova politica. Due, almeno, che, per un verso o per l’altro, sono emersi e venuti a galla come il cadavere gonfio di gas che risale dal fondo-lago: Serravalle Pistoiese e Montale. E prima era già scoppiata Pistoia, seguita da Agliana, una delle ultime Repubbliche Socialiste Sovietiche.


SERRAVALLE, IL SINDACO PIERO, LA GIUNTA ELASTICA
E LE LEGGENDE METROPOLITANE A TARGA VARIABILE

 

Piero Lunardi

NON TEMETE, non stiamo inventando nulla. Riferiamo solo quello che si dice – non senza fondamento – che stia bollendo in pentola in attesa dell’autunno: che sarà un autunno caldo per più motivi – leghisti, grillini e piddìni (e un bel bicchiere d’acqua purgativa di Montecatini). Politica non diuretica: evacuativa e a buon prezzo.

Serravalle Paese è immerso nel verde. Nel verde ci sono le piante e sulle piante ci sono le fronde: ed ecco che si muove anche la fronda. Dicono alle spalle di Piero: non per nulla De André cantava «Sparagli Piero, sparagli ora | E dopo un colpo sparagli ancora». Non si sa, però, se Piero avrà il moschetto in mano e soprattutto se il suo moschetto sarà carico, visto che non può disporre di un vero e proprio partito suo e fa un po’ troppo come gli pare, senza ascoltare nessuno.

Roberto Roy Bardelli

L’Italia è un paese da rimpasti. E Serravalle/ Wonderland fa parte dell’Italia. Vi meravigliereste, dunque, se, a settembre, FdI chiedesse la sostituzione di un assessore di Forza Italia (mettiamo, per ipotesi, l’assessore Roy Bardelli) con una new entry che, partita dall’estrema sinistra, a forza di passettini come le ballerine (gli uccellini grigi, non quelle della Scala), è finita nella destra «reassionaria e fassista» di Peppone e don Camillo?

Fuori il rospo? L’architetto Stefano Agostini, un consigliere – dicono – sempre pronto (anche troppo) a sorridere, ma soprattutto già, in qualche modo, emissario di Piero, che l’ha adottato il 7 agosto scorso per illustrare il progetto-baratto scuola-di-Masotti/Alice nel paese delle meraviglie.

Patrizio La Pietra

Per quel che se ne sa (e ricordatevi che le fronde hanno sempre stormito sussurrando nomi, cognomi e indirizzi, è risaputo…), Piero non dovrebbe essere al corrente di nulla, ma ben più dovrebbero saperne Elìa Gargini (Fi) e il sen. La Pietra (FdI), che sarebbero scesi a Roma, sia pure d’estate, per parlare dinanzi a un caminetto.

Sarà vero oppure no? Lo scozzese lo raccontò.


Il punto cruciale di svolta in questo mondo di scambisti pistoiesi (ma anche nazionali, con o senza filtro) è – oltre il settore dei lavori pubblici, ben noto a tutti – quello del consumo del suolo e delle costruzioni.

Basterebbe guardare in quanti ruotano intorno a questa realtà (geometri, ingegneri, architetti, immobiliaristi, palazzinari e speculatori/affaristi) per capire che qualcosa non quadra: infatti, dove il tessuto si moltiplica, c’è quantomeno il rischio dell’insorgenza del cancro; e il fatto è che, dove circola il quattrino, il mondo gira e alla fine – come diceva un saggio direttore di un giornale ben posizionato a sinistra – «tutto torna» (a casa; come Lassie).

Alternanza? Sì. Ma che cambia, in buona sostanza? Una volta comanda Morgante e una volta dirige Margutte: ovvero «una volta corre il cane e una volta la lepre» ed è una rincorsa inutile e folle perché tutto si rigenera come nel mito di Zeus, che fa vomitare i figli ingoiati a suo padre Crono.

Il suggerimento di Beppe

Quando il mondo va a destra, si fa mangiare la sinistra. Quando il mondo va a sinistra si fa mangiare, apparentemente, la destra che, però, non avendo una cultura di governo e un apparato politico/affaristico bene strutturato e consolidato da 75 anni di compromesso storico latente Dc-Pci, come la sinistra; e volendo far dimenticare il proprio infamante «fascismo» (di cui trema, senza riuscire a mandare a fanculo alla Grillo i comunisti che un tempo “mangiavano i bambini”), è ringrullita come una volta lo erano i poveri galletti che venivano castrati a lametta per farne dei bei capponi da Natale: così poggio e buca sembrano fare pari e il «popolo cammello» viene caricato di tasse e legnate. Solo che il Pd aspetta unicamente di riprendere le illuminate redini del potere: e di affidare le epurazioni a quei Pm che si è sapientemente scelto.

È, insomma, un gioco delle tre carte; o dei tre regni: di Zeus, di Posidone e di Ade; cielo, terra/acqua e morte; ovvero destra, sinistra e magistratura. Le tre teste di un Cerbero che non si mordono fra loro, anche perché, quando vanno in crisi come nel recente scandalo Palamara/Lotti/Csm, basta far finta di fare pulizia («ora cambieremo tutto», un corno!) e, poco dopo, tutto è cambiato ma è rimasto assolutamente com’era.

Se Ade/Magistratura, signore della morte, decidesse davvero chi deve vivere e chi deve morire (non in cause-puttanata da puttane di Berlusconi, ma in cose molto assai più serie, come sperperi e ruberie), sarebbe mai possibile che Serravalle e Montale non fossero già state trascinate in piazza sia per la storia del Carbonizzo che per quel gran casino che si intitola «Scuola di Masotti e baratto-terreni»?

Chiudo ricordando ai lettori il vero Credo dei politici di tutto il mondo:

Il Credo dei politici

Rispose allor Margutte: – A dirtel tosto,
io non credo più al nero ch’a l’azzurro,
ma nel cappone, o lesso o vuogli arrosto;
e credo alcuna volta anco nel burro,
nella cervogia, e quando io n’ho, nel mosto,
e molto più nell’aspro che il mangurro;
ma sopra tutto nel buon vino ho fede,
e credo che sia salvo chi gli crede;

e credo nella torta e nel tortello:
l’uno è la madre e l’altro è il suo figliuolo;
e ’l vero paternostro è il fegatello,
e posson esser tre, due ed un solo,
e diriva dal fegato almen quello.
………

Buona feria d’agosto a tutti, E state attenti a non fare il bagno diaccio subito dopo la strippata del pranzo!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
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